Foto di Antonio Agostini
Con l'omaggio a Roma e alla romanità, nonché alla tradizione gloriosa della commedia all'italiana, il Teatro Sistina riparte con Il Marchese del Grillo, per la regia di Massimo Romeo Piparo, e con un nuovo cartellone tutto da vivere, che arriva dopo i grandi successi al botteghino ottenuti nella precedente stagione. Sarà il travolgente talento di Max Giusti, protagonista dell’attesissima Commedia Musicale tratta dalla sceneggiatura del film “cult” di Mario Monicelli, a "tagliare" idealmente il nastro dell'apertura mercoledì 12 ottobre con il nuovo adattamento scritto da Gianni Clementi e Massimo Romeo Piparo. Lo spettacolo, scandito da battute e aforismi indimenticabili, è un mix vincente di ironia e sarcasmo, con le musiche originali composte da Emanuele Friello, le coreografie di Roberto Croce, le ricche scenografie di Teresa Caruso e con un grande cast di oltre 30 artisti. “Sono orgoglioso di far parte di questo straordinario allestimento di Massimo Romeo Piparo e sono orgoglioso di essere romano, un romano che ama il mondo, che ama viverlo e che ama scoprirlo”, esclama Max Giusti. “Interpretare il Marchese Onofrio del Grillo nella mia città, al Teatro Sistina, è una sensazione intensa e bellissima. E’ come sentirsi avvolti dentro un mantello fatto di Roma, delle nostre piazze, dei nostri vicoli, della nostra gente. Non vedo l’ora di portare in scena la mia visione: sarà un Marchese istrionico e goliardico, che non cercherà di scappare da Sordi, ma che proverà ad essere il più vero possibile”. Lo spettacolo, tratto dal celebre film del 1981 con Alberto Sordi, campione di incassi e di risate, narra la vicenda -ispirata a una figura storica realmente esistita- che riporta indietro nel tempo alla Roma degli inizi del XIX secolo, facendo immergere lo spettatore nel fascino della Città Eterna. Qui vive il Marchese Onofrio del Grillo, nobile carismatico, irrimediabilmente ozioso e dispettoso, impudico e sfrontato, che farà sorridere e riflettere con la sua maschera dolce amara.
AL GARBATELLA VA IN SCENA LA ROMANITA’ DEI FRATELLI FABRIZI
Il 15 e 16 ottobre, al Teatro Garbatella di Roma, per la prima volta in scena si porta la storia dei fratelli Fabrizi, Aldo e la ‘Sora’ Lella. È un debutto che vede la Sora Lella protagonista insieme alla figura del fratello Aldo. Il testo, inedito, scritto da Antonio Nobili con la collaborazione di Alessio Chiodini (con un intervento di Enrico Tamburini) mette in luce il rapporto dei fratelli e sottolinea il contributo che hanno dato alla diffusione della “romanità” nel mondo. È grazie a loro – infatti – che “la romanità” è un patrimonio conosciuto e apprezzato anche oltre oceano. In scena ci sarà il nipote della Sora Lella, Mauro Trabalza, per la prima volta in un ruolo teatrale. Mauro, gestisce anche, con i fratelli, la famosa trattoria appartenuta alla nonna. La produzione ha scelto le mura storiche del Teatro Garbatella per poter rappresentare al meglio lo spirito dello spettacolo.
Il VOLONTE’ DI VELLETRI FA IL PIENO DI GRANDI NOMI PER LA NUOVA STAGIONE
Per le sue bellezze fu scelta come residenza estiva e non solo da personaggi del calibro di Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Eduardo de Filippo e molti altri. A distanza di 130 anni dalla fondazione del Teatro Artemisio - oggi Teatro Artemisio Gian Maria Volonté -, Velletri torna al centro delle grandi programmazioni artistiche italiane proponendo dal 23 ottobre 2022 al 24 marzo 2023 una stagione teatrale con 9 spettacoli d’eccellenza in quello spazio artistico fortemente voluto proprio da Volonté, morto nel 1994 con il sogno di vederne sollevato il sipario. La stagione del Teatro Artemisio Gian Maria Volonté è proposta in sinergia tra la Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri e ATCL, Circuito multidisciplinare del Lazio sostenuto dal MIC - Ministero della Cultura e dalla Regione Lazio con il patrocinio del Comune di Velletri e con la collaborazione della Fondazione De Cultura. La nuova stagione partirà domenica 23 ottobre, alle ore 18.30, con Doctor Faust e la ricerca dell’eterna giovinezza, scritto e diretto da Stefano Reali. Interpreti Giampiero Ingrassia, Emy Bergamo e Mimmo Ruggiero. Venerdì 4 novembre, alle ore 21 sarà di scena Central Park West di Woody Allen con Antonello Avallone ed Elettra Zeppi, Flaminia Fegarotti, Claudio Morici, Maria Angelica Duccilli. Grande appuntamento domenica 27 novembre alle ore 18.30 con Daniel Pennac, Pako Ioffredo e Demi Licata che rappresenteranno Dal sogno alla realtà di Clara Bauer. L’ultimo spettacolo del 2022 sarà sabato 17 dicembre (ore 21) Mia dolcissima Clara, l’ultima notte di Robert Schumann, scritto e diretto da Giacomo Zito e interpretato dallo stesso Zito insieme a Chiara Di Stefano e Giordano Bonini. Il nuovo anno si aprirà sabato 7 gennaio 2023 alle ore 21.00 con lo spettacolo fuori abbonamento 38 giorni per cambiare vita, opera vincitrice del Premio Nazionale Teatrale Achille Campanile 2020, di Giuseppe della Misericordia, con Chiara Di Stefano e Giacomo Zito. Venerdì 27 gennaio alle ore 21.00 un’altra rappresentazione da non perdere con la black story musicale di Giovanna Gra, Stanno sparando sulla nostra canzone, interpretata da Veronica Pivetti insieme a Cristian Ruiz e Brian Boccuni e con le musiche di Alessandro Nidi. Domenica 26 febbraio (ore 18.30) sarà invece di scena Giovanni Scifoni, con il monologo Santo Piacere. Dio è contento quando godo per la regia di Vincenzo Incenzo e con i balli di Anissa Bertacchinini. Doppia data nel mese successivo: domenica 12 marzo (ore 18.30) Agnese Fallongo, Tiziano Caputo e Adriano Evangelisti portano sul palco veliterno I Mezzalira. Panni sporti fritti in casa (di Agnese Fallongo) per la regia di Raffaele Latagliata. La chiusura di stagione è invece prevista per venerdì 24 marzo (ore 21.00) con Simone Cristicchi e il Paradiso – dalle tenebre alla luce scritto dallo stesso Cristicchi – che cura anche la regia - con Manfredi Rutelli e le musiche ancora di Simone Cristicchi e Valter Sivillotti.
SUL PALCO DELL’INDIA ARRIVA “UN TESTO DI PIRANDELLO MAI SCRITTO”
“Un testo di Pirandello che Pirandello non ha mai scritto” con queste parole Roberto Gandini, regista de Lo scrittojo di Pirandello in scena dal 13 al 22 ottobre al Teatro India descrive il nuovo spettacolo del Laboratorio Teatrale Integrato “Piero Gabrielli”. L’azione scenica parte proprio da un grande scrittojo che domina la scena, seduto fra le sue carte Luigi Pirandello in persona che si trova improvvisamente davanti le sue “creature”: la Figliastra dei “Sei personaggi in cerca d’autore”, il ragionier Belluca de “Il treno ha fischiato” il Dottor Fileno da “La tragedia di un personaggio”, la Signora Perella de “L’uomo, la bestia e la virtù”. Oltre a loro si manifesta anche un immaginario, ma prezioso, collaboratore del Maestro, una sorta di famiglio, di maggiordomo, si chiama Fantasia, “ma non chiamatelo così, lui preferisce essere chiamato Fantàsio”. Sin da subito lo scrittore si trova suo malgrado costretto a un serrato dialogo con personaggi che ha creato, personaggi che non smettono di chiedere spiegazioni, di cercare un senso se non addirittura pretendere una sorte diversa da quella che lo scrittore ha pensato per loro. Grazie a questa divertente dinamica, frutto di un lavoro drammaturgico guidato dallo stesso Gandini e Roberto Scarpetti ma compiuto dagli attori in scena, lo spettatore è catapultato nella parola pirandelliana esaltata in ogni suo aspetto senza perderne bellezza e ironia. Lo spettacolo è un omaggio affettuoso e sincero che raccoglie alcune tra le più belle pagine del grande scrittore siciliano in una chiave pensata espressamente per il pubblico dei giovani, grazie a una messa in scena ludica, attenta ai temi sensibili delle ragazze e dei ragazzi e inclusiva. Protagonisti dell’allestimento sono un gruppo di sei attori della Piccola Compagnia che hanno esplorato alcune delle novelle e delle opere teatrali di Pirandello grazie all’improvvisazione e al gioco scenico. La compagnia ha visitato il vero studio dello scrittore in Via Antonio Bosio a Roma per poi elaborare il testo dello spettacolo in cui confluiscono alcune tra le più belle opere di Pirandello: dai drammi fino alle Novelle (di cui quest’anno ricorrono i 100 anni dalla prima pubblicazione).
CINEMA E SPETTACOLI INSIEME A GENOVA GRAZIE ALL’INIZIATIVA “DIRITTI E LIBERTA’”
“Diritti e libertà” è un’iniziativa di Circuito e Teatro Nazionale di Genova, una collaborazione che permette agli spettatori di due fra le più rilevanti realtà culturali cittadine, di vedere lo spettacolo “Grief & Beauty” di Milo Rau (dal 12 al 14 ottobre al Teatro Modena) e il film “Gli orsi non esistono” di Jafar Panahi (dal 6 ottobre all’Ariston) con un biglietto a prezzo ridotto. Inoltre, mercoledì 12 ottobre alle 17.30 la Sala Mercato ospita la proiezione del film “The New Gospel” di Milo Rau a ingresso libero. Chi si presenta al botteghino del Teatro Nazionale di Genova con il biglietto del film “Gli orsi non esistono” o con una card di Circuito, ha diritto al biglietto scontato a 13 euro per “Grief & Beauty”, al Teatro Modena dal 12 al 14 ottobre. Chi si presenta all’Ariston, dal 6 al 14 ottobre, con il biglietto di “Grief & Beauty” o con l’abbonamento del Teatro Nazionale, ha diritto al biglietto scontato a 7 euro per vedere “Gli orsi non esistono” di Jafar Panahi. La scelta è caduta su due, anzi tre opere che mettono al centro situazioni e scelte radicali con cui si confrontano uomini e donne, mettendo alla prova la propria libertà d’azione rispetto ai diritti di cui dispongono nel luogo e nel tempo in cui vivono. “Gli orsi non esistono”, vincitore del Premio Speciale della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia 2022” e distribuito in Italia da Academy Two, è diretto da un regista dissidente iraniano che mette in scena sé stesso, agli arresti domiciliari con il divieto di girare film. Panahi è in carcere dallo scorso luglio con l’accusa di svolgere “attività contrarie al governo”. In “Grief & Beauty” di Milo Rau, direttore del Nederlands Toneel Gent, tra i maggiori protagonisti della scena internazionale, la riflessione è sul lutto e su come l’addio possa essere tanto colmo di dolore quanto di bellezza. Nel film “The New Gospel”, presentato nel 2020 alla Mostra del Cinema di Venezia, Milo Rau immagina un nuovo Vangelo raccontando, tra fiction e documentario, la rivolta dei migranti ridotti in schiavitù nei campi di pomodori del Sud Italia.