"Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno votato, quelli che non mi hanno votato, quelli che si sono astenuti e - se mi consentite - quelli che mi hanno votato pur non facendo parte della maggioranza di centro-destra. Grazie davvero di cuore". Queste le prime parole in aula di Ignazio La Russa, eletto presidente del Senato alla prima votazione con 116 voti (il quorum era pari a 104). I presenti erano 187, i votanti 186. Hanno ottenuto voti anche Segre (2) e Calderoli (2). Le schede bianche sono risultate 66. Il risultato è stato proclamato in aula dalla presidente provvisoria del Senato, la senatrice a vita Liliana Segre. Le parole di La Russa, che ha tenuto un discorso non preparato, riflettono quanto avvenuto in aula, con i senatori di Forza Italia (a parte il presidente Silvio Berlusconi e l'ex presidente del Senato Elisabetta Casellati, che hanno votato alla seconda chiama) che non hanno preso parte al voto. Almeno 17 voti non provenienti dal centrodestra sono quindi stati decisivi per la sua elezione. “Sinceri auguri al nuovo presidente del Senato Ignazio La Russa - ha spiegato Berlusconi in una nota - Forza Italia ha voluto dare un segnale di apertura e collaborazione con il voto del presidente Berlusconi. Ma in una riunione del gruppo di Forza Italia al Senato è emerso un forte disagio per i veti espressi in questi giorni in riferimento alla formazione del governo. Auspichiamo che questi veti vengano superati, dando il via ad una collaborazione leale ed efficace con le altre forze della maggioranza, per ridare rapidamente un governo al Paese”. "Non c'è bisogno, per concludere, di parole che suscitano un applauso, ma solo di una sincera promessa: cercherò con tutte le mie forze di essere il presidente di tutti. Ve lo giuro" ha detto La Russa, aggiungendo: "Voglio quindi dire a questa Assemblea che sarò inflessibile nel difendere, nella stessa identica maniera, i diritti della maggioranza e quelli dell'opposizione; mi troverete pronto su questo". Il richiamo è a una figura storica della destra italiana, quella di Pinuccio Tatarella, "un uomo che ha insegnato a me e non solo a me il valore del dialogo e dell'armonia". Ma tra le citazioni c'è anche una figura storica di tutt'altra area politica, l'ex presidente della Repubblica Sandro Pertini: "Nella vita talvolta è necessario saper lottare non solo senza paura, ma anche senza speranza". Nel discorso di La Russa un pensiero "alle donne e agli uomini in divisa, che porto nel cuore per la mia storia politica e istituzionale e che sono la bandiera dell'Italia nel nostro Paese e nel mondo, ideali di pace e di sicurezza. Lasciatemi dire che nella mia lunga vita politica i momenti più toccanti, che ricordo con più tristezza, ma anche con più dedizione, sono i momenti in cui sulle mie spalle ho portato le bare dei soldati caduti in Afghanistan, che mi toccava ricevere. A loro, a tutti i militari, a tutti i caduti di ogni guerra, va il mio deferente omaggio". Poi un ricordo della stagione del terrorismo: "Di nomi ne potrei fare tanti e dovrei forse farne tanti, ma credo che quello" del commissario Calabresi "possa rappresentarli tutti. Assieme al suo, per restare nella mia Milano, i nomi di tre ragazzi: un militante di destra, Sergio Ramelli, che ho conosciuto e di cui sono stato anche avvocato di parte civile e due di sinistra, i cui assassini non sono mai stati trovati, Fausto e Iaio. Mi inchino anche davanti alla loro memoria. Credo che questi nomi possano rappresentarli tutti". Dal neo presidente del Senato arriva poi un invito a non abbassare mai la "guardia rispetto ai fenomeni mafiosi, in qualunque luogo o forma si manifestino". "Ho voluto, non pro forma, ma come moto sincero dell'animo, omaggiare la senatrice a vita Segre anche con dei fiori, dopo essermi intrattenuto con lei in privato - sottolinea poi il neo presidente del Senato - La senatrice Segre ha ricordato tre date e io non voglio fuggire, perché è troppo facile scappare di fronte alle richieste di chiarezza: è stato ricordato il 25 aprile, il 1° maggio, il 2 giugno, cui potrei aggiungere la data di nascita del Regno d'Italia, che prima o poi dovremo far assurgere tra quelle celebrate con festa nazionale. Queste date, tutte insieme, hanno bisogno di essere celebrate da tutti, perché solo un'Italia più coesa, pacificata e unita è certamente la migliore e la più importante precondizione per poter affrontare efficacemente ogni emergenza e ogni criticità". Qui La Russa cita l'ex presidente della Camera Luciano Violante, e la sua riflessione sul fatto che un clima coeso "aiuterebbe a cogliere la complessità del nostro Paese, a costruire la liberazione come valore di tutti gli italiani". Un discorso valido pure nell'ottica delle riforme: "Anche in questa legislatura - spiega La Russa - ci si aspetta e si cercherà di parlare di riforme. Non bisogna favoleggiare la possibilità che si faccia tutto e subito, ma soprattutto non bisogna temerle. Dobbiamo provare a realizzarle insieme". (Roc - 13 ott)
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