Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Gli italiani al voto in Brasile

Questa domenica si svolgerà lo storico ballottaggio tra l'attuale presidente brasiliano Jair Bolsonaro e lo sfidante di sinistra, Lula Da Silva. Un elezione che ha acceso una rivalità senza precedenti tra i due schieramenti, e in cui anche la numerosissima comunità italiana in Brasile dovrà prendere parte. “Questa grande contrapposizione che si vede oggi tra un lato e l'altro è circoscritta a quest'ultimo periodo elettorale. Io ormai vivo qui da 35 anni non l'ho mai sentito così forte”, ci spiega Rita Blasioli, storica dirigente delle associazioni italiane di San Paolo, già membro del Comites e del CGIE, e oggi responsabile del Patronato Acli. “Storicamente ognuno ha sempre votato in base alle proprie convinzioni politiche e finiva li. Oggi sei schedato. O per forza da un lato o per forza dall'altro. Questo spirito di odio e di confronto diretto, io non l'ho mai vissuto in nessun altro momento politico del paese”.

Il primo turno elettorale dello scorso due ottobre ha messo in luce questa spaccatura nella politica brasiliana. Bolsonaro e Lula hanno accaparrato più del 90% dei voti, con un lieve margine a favore dell'ex presidente del Partito dei Lavoratori. Per questa domenica si attende un finale mozzafiato: tutti i sondaggi prevedono un testa a testa tra i rappresentanti di settori politici che stanno agli antipodi dello spettro ideologico brasiliano, e chi governerà per i prossimi quattro anni sarà probabilmente eletto per un pugno di voti. “Se dovessi dare un parere mio intorno a come voteranno gli italiani naturalizzati e discendenti, direi che coloro che fanno parte ad un certo ceto sociale lo faranno più volentieri a destra che a sinistra, invece le persone coinvolte in un altro tipo di lavoro, soprattutto nel sociale, sicuramente preferiranno votare a sinistra”, ci spiega Blasioli.

La partecipazione dei nostri connazionali in Brasile però non è certo omogenea. Bruno Romi, giovane rappresentante del Comites si San Paolo, ci spiega che la grande maggioranza degli italiani nel paese rappresentano come lui la terza o quarta generazione della comunità, e che pertanto “pensano la politica come brasiliani”. E aggiunge: “San Paolo è una città molto italiana, ma non si tratta di una migrazione recente, dunque il rapporto con la politica brasiliana è un rapporto domestico”.

In occasione delle elezioni per scegliere i rappresentanti degli italiani all'estero, come successo a settembre, spesso i candidati al parlamento italiano preferiscono tracciare paragoni coi partiti e leader locali, per orientare il voto dei propri connazionali. “La verità è che la maggioranza della comunità italiana in Brasile non accompagna da vicino la politica italiana, quindi questi paragoni sono fatti per dare coordinate agli elettori, che però può essere anche controproducente. Per esempio, in Brasile esiste un grande sentimento antipetista -da PT, il partito di Lula da Silva ndr.-, e questo è spesso utilizzato per sfavorire il PD, anche se il PT e il PD non hanno una storia o una linea comune. Esiste uno sforzo da parte del PD di allontanarsi da questo paragone perché per una fetta importante per l'elettorato è chiaramente negativo”, spiega Romi. Una associazione che Blasioli nega con fermezza. “No assolutamente no. Io ad esempio non sono petista. E ho sempre partecipato del PArtito Democratico. Mi definisco una socialdemocratica e pertanto di un ala sicuramente moderata che non si identifica col PT in sé come partito. Però, nel momento in cui le persone si trovano di fronte a delle scelte, sono anche altre le considerazioni che si fanno, non solo di appartenenza politica di pensiero ma, ad esempio nel mio caso, dei diritti democratici, le garanzie costituzionali che sono in ballo in queste situazioni. Penso che questa relazione è sempre stata esplorata per mettere in difficoltà il deputato Fabio Porta, legandoci all'estrema sinistra”.

Se non si può affermare che il centrosinistra italiano sia assimilabile al PT di Lula -pur avendo ufficialmente preso posizione a suo favore in vista del ballottaggio di questa domenica-, non si può dire necessariamente lo stesso nel caso della destra. Lega, Forza Italia e, in minor misura, Fratelli d'Italia si sono apertamente schierati a favore di Bolsonaro, e i propri rappresentanti in Brasile sono attivi nella sua campagna per la rielezione.

Al di lá del risultato di domenica, sia Blasioli sia Romi coincidono nel fatto che avrá poche ricadute sulla comunità italiana e sulle relazioni tra i due paesi. “Il sistema Italia non ha mai risentito dell'alternanza politica”, spiega Blasioli. “Siamo sempre stati accolti e rispettati da tutti i governi. Nemmeno si sono viste contrapposizioni nelle relazioni diplomatiche, al di là di chi governa. L'ultima revisione del Patto Italia-Brasile è stata firmata da Berlusconi e Lula ad esempio. Nell'ultimo governo è vero che non siamo stati cercati molto come comunità italiana o come organi rappresentativi, a mio avviso non c'è stata quell'interazione vissuta in altre circostanze”. (FeL)

(© 9Colonne - citare la fonte)