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Mostro di Firenze, comm. Antimafia: fare luce su scomparsa Rossella Corazzin (riepilogo)

Roma, 25 nov - Era l’estate del 1975, per la precisione il 21 agosto, quando Rossella Corazzin, una 17 enne studentessa del classico, scomparve per sempre a Tai di Cadore, dopo essere uscita per una passeggiata, come ‘inghiottita’ dalle montagne del bellunese in cui si trovava in vacanza con i genitori. Anche a lei à stata dedicata la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, in una conferenza stampa promossa a Montecitorio dalla deputata M5S Stefania Ascari, conferenza in cui è stata presentata la relazione della Commissione bicamerale Antimafia che tratta anche il suo caso, su cui aleggia l’ombra dei delitti collegati al Mostro di Firenze. Il tutto è partito dalle dichiarazioni spontanee rese qualche anno fa da Angelo Izzo, tristemente noto come il “Mostro del Circeo”, tra gli autori del massacro avvenuto tra il 29 e il 30 settembre sempre del 1975, che vide come vittime le giovani Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, quest’ultima salvatasi per miracolo. "Voglio solo togliermi un peso dalla coscienza" aveva esordito Izzo prima di autoaccusarsi, in correità, del rapimento e dello stupro di Rossella, che secondo il suo racconto sarebbe stata abbordata mentre leggeva su una panchina e poi condotta nella villa di Francesco Narducci sul lago Trasimeno, dove sarebbe stata vittima di uno stupro rituale di gruppo e poi uccisa. Narducci è il medico morto nel 1985 in circostanze non del tutto chiarite presso il lago, e il cui nome è stato più volte associato ai delitti delle coppie nella provincia fiorentina tra il 1974 e il 1985. Un racconto, quello di Izzo, a cui la procura di Perugia non ha dato credito, ma che la famiglia di Rossella chiede di approfondire: “È una ferita aperta che porto avanti da una vita – spiega Mara Corazzin, cugina di secondo grado  -  Avevo perso la speranza dopo 47 anni, dopo diverse archiviazioni, due in particolare successive alla dichiarazione di Angelo Izzo, che si potesse ancora parlare di quello di Rossella come un caso terribile e insoluto, di scomparsa e – aggiungo – di omicidio. La ricerca della verità non può passare attraverso una giustizia sommaria, in particolare dopo le dichiarazioni rilasciate da Izzo mi riferisco agli ultimi due decreti di archiviazione della Procura di Perugia”. “I familiari delle persone scomparse – aggiunge - anche se per me quello di mia cugina è un caso di omicidio, non possono non avere risposte, quindi chiedo a gran vice che il lavoro della Commissione possa continuare perché ciò che ha prodotto è già qualcosa di importante. Come familiare continuerò a chiedere la riapertura delle indagini”. “Era dovere parlarne, si tratta di una vicenda che ancora non ha visto scritte la verità e la giustizia – sottolinea invece Ascari-  Otto duplici omicidi con tutta una scia collaterale di omicidi e di suicidi, e di scomparse che ancora oggi non trovano ragione e giustificazione” ricorda la parlamentare pentastellata, per poi aggiungere: “Tra queste, in Commissione Antimafia noi siamo partiti con l’analisi della scomparsa di Rossella Corazzin. A distanza di tanti anni Angelo Izzo ha parlato della sua morte, in collegamento con il medico perugino Francesco Narducci. Noi abbiamo sviscerato la dichiarazione che ci ha rilasciato al carcere di Velletri. Ovviamente ogni affermazione va verificata punto per punto, ma non possiamo a prescindere dire che non sia credibile, perché la descrizione della casa del Narducci che Izzo fa è attendibile, la descrizione del cimitero a Perugia in cui Izzo sostiene di aver incontrato il medico è comunque lineare. Bisogna verificare ma non possiamo a priori negare, noi abbiamo il dovere di andare avanti, approfondire”. Ascari continua “Proprio oggi, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, vorrei ricordare che dietro tutte queste vittime c’è l’accanimento, la misoginia che si è perpetrata nel caso del Mostro di Firenze, le atrocità commesse sulle donne in quanto donne. Ed era dovere ricordare anche che dietro l’orrore di questi omicidi ci sono le famiglie delle vittime, quelli che restano, che sono vittime collaterali di questa violenza implacabile. Noi siamo qui – ribadisce la deputata - per dire che non bisogna fermarsi ma bisogna andare avanti, fino a quando le parole verità e giustizia non vengano scritte. Lo dobbiamo alle vittime, che non ci sono più, ai familiari e lo dobbiamo al Paese intero, perché i misteri, le ombre, gli occultamenti, i depistaggi che sono stati fatti su questa vicenda sono aberranti e noi non possiamo tacere”. A coadiuvare il lavoro per la stesura della relazione, approvata all’unanimità, Giuliano Mignini, pm e consulente della Commissione Antimafia: “L’indagine, partendo da Izzo è arrivata a Corazzin, Narducci e alle vicende dei delitti: interrotta per la fine prematura della legislatura, questa indagine ha bisogno di essere approfondita e ripresa e mi auguro che questo accada”.

Sul caso è stata spesso evocata l’ombra della massoneria deviata, ed è per questo che in conferenza stampa il magistrato Guido Salvini, celebre per le sue inchieste sulle stragi e il terrorismo, anch’egli consulente della commissione, ha parlato della necessità di rivedere la legge sullo scioglimento delle associazioni segrete: “Durante i lavori della Commissione ci siamo trovati dinanzi al ‘quarantennale’ della legge Spadolini –Anselmi del 1982, proprio in un momento in cui questo argomento ritornava di attualità quando si parlava della loggia Ungheria e dei tremendi contrasti tra magistrati cui ha dato origine. Ci siamo chiesti – continua il magistrato - se questa legge di 40 anni fa fosse in grado di raggiungere gli scopi che si prefiggeva. Quella legge, attuativa dell’articolo 18 della Costituzione che vieta le associazioni segrete, è stata modellata su quello che accadeva in quel momento, praticamente sulle attività di Licio Gelli e della Loggia P2. E ha un limite: in pratica ieta le associazioni segrete su cui sia provato che tramino contro lo Stato, e quindi ci siamo chiesti se questa formulazione non sia limitativa e non applicativa in modo integrale di quanto previsto dall’articolo 18. La norma – sostiene Salvini - andrebbe aggiornata semplicemente vietando le associazioni caratterizzate dalla segretezza di qualsiasi tipo, indipendentemente dalla loro finalità, perché la segretezza è del tutto incompatibile con il sistema democratico, che comporta che ogni attività che abbia un riflesso politico, economico, sociale debba essere caratterizzata da una completa trasparenza”. (Roc ) ////

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