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La lotta di Croce
alle leggi razziali

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

La lotta di Croce <br> alle leggi razziali

LA LOTTA DI CROCE ALLE LEGGI RAZZIALI  

"Ogni anno, nella Giornata della Memoria, ricordiamo ciò che è accaduto in Italia e in Europa di fronte ai provvedimenti razziali: ciò però ci deve indurre a non fare operazioni di retorica, ma a ragionare sulle ragioni che hanno portato l'Italia e l'Europa di fronte a questo scenario drammatico e orrendo". Così Mirko Grasso, autore del libro "Contro le leggi razziali. Benedetto Croce e la lettera di Antonio De Ferrariis Galateo sugli ebrei" " (Kurumuny), presentato oggi alla Camera. Nel 1938 Croce, autore nel 1925 del Manifesto degli intellettuali antifascisti, pubblica un'epistola di Antonio de Ferrariis detto il Galateo (1444-1517) sul tema della tolleranza e delle incomprensibili chiusure che allora si verificavano verso gli ebrei. Il filosofo, intransigente difensore della libertà, compie questa operazione perché contrario ai provvedimenti razziali voluti da Mussolini e per questa iniziativa è aspramente criticato dalla stampa fascista. La lettera dell'umanista nasce in occasione del matrimonio del figlio del conte Belisario Acquaviva con una fanciulla israelita di una famiglia di ebrei convertiti. Il fatto aveva suscitato qualche scalpore negli ambienti di corte. Galateo nel suo breve scritto sradica con efficacia ogni pregiudizio antisemita e con particolare perizia e profondo acume Croce riporta nell'attualità il pensiero del grande umanista leccese, in una fase storica che di lì a poco avrebbe portato l'inverno della guerra in Europa. "Credo – aggiunge Grasso - che rileggere le parole di Benedetto Croce, che per contrastare le vergognose leggi fasciste del 1938 si rifà a un umanista italiano del '500, sia ancora oggi un messaggio di profonda attualità. Quella lettera che Croce recupera nel '38, infatti, non è un vano esercizio retorico in difesa degli Ebrei che dalla Spagna arrivavano in Italia agli inizi del cinquecento, ma dimostra proprio la capacità che ha l'intellettuale di smontare passo per passo i pregiudizi nei confronti degli Ebrei. Ora purtroppo, con rammarico, torniamo a constatare che i pregiudizi ancora oggi esistono. Quindi la Giornata della Memoria è anche questo, indurci a una riflessione meditata e seria sulle motivazioni che hanno indotto al male assoluto e credo che passare attraverso questo percorso possa essere un contributo critico importante". Secondo l'autore del libro, "Croce ha rappresentato in Italia, dalla sua posizione particolare, il 'faro' degli antifascisti di matrice liberale: lui resta in Italia, non va all'estero o non finisce nelle galere, tuttavia il suo antifascismo va ripensato, perché ha rappresentato un forte messaggio soprattutto per i giovani di allora che poi sono stati degli intellettuali importanti nell'Italia repubblicana. Certamente questa operazione compiuta da Croce di fronte alle leggi razziali rappresenta un tassello molto importante del suo antifascismo".   Giampaolo D'Andrea, presidente Animi (Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d'Italia) ha sottolineato invece come "ogni contributo che serva a rafforzare le basi culturali che consentono di dimostrare l'inconsistenza di una forma di discriminazione e pregiudizio, è di una grande utilità. È bene che nella Giornata della memoria ci siano questi momenti di riflessione, ripescando dal passato alcuni elementi validi anche per l'oggi, come questo di Croce che riconnette la posizione contro la discriminazione allo splendido periodo umanistico del nostro Paese". Franco Danieli, ex viceministro degli Esteri ed ex parlamentare, autore della postfazione, afferma invece come "la Giornata della memoria non debba essere una semplice ricorrenza: quegli episodi gravi che hanno contrassegnato un secolo, e che ancora oggi si riverberano in tante parole d'ordine delle destre nel mondo, devono farci restare molto vigili. Il fascismo non può essere perdonato per le leggi razziali". A far gli onori di casa, a Montecitorio, la deputata del Pd Irene Manzi: "Quella di oggi è stata un'iniziativa molto importante, perché riannoda tanti momenti, molto significativi, della storia del nostro Paese nel novecento: il Giorno della Memoria ricorda la Shoah ma anche la crudeltà, la violenza, la barbarie del regime fascista, delle legge razziali che nel 1938 improvvisamente divisero i cittadini italiani in cittadini di Serie A e in cittadini di Serie B, cittadini che perdevano quei diritti che lo Stato liberale fino ad allora aveva riconosciuto".   (PO / Roc) 

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