Continuare ad investire nella ricerca, rendere l’Italia un polo estremamente attrattivo per le eccellenze all’estero e, soprattutto, riportare a casa i cervelli in fuga. È il quadro delineato dagli esperti che hanno partecipato oggi alle due Tavole rotonde inserite nella Conferenza delle Addette e degli Addetti scientifici e spaziali, tenuta presso l’Università di Padova. “La diplomazia scientifica svolge un ruolo fondamentale per promuovere la ricerca in un quadro di cooperazione internazionale, favorendo la creazione di un ecosistema globale della conoscenza di cui innovazione e internazionalizzazione rappresentano i cardini”, ha dichiarato la presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), Maria Chiara Carrozza. Questo ruolo guida del Belpaese è stato ribadito anche da Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca, perché adesso “esportiamo know how e tecnologie in quei Paesi dove prima imparavamo” e in questo “gli addetti scientifici e spaziali hanno un ruolo fondamentale”. Il ministro Bernini ha ricordato le grandi infrastrutture italiane, luoghi “di scoperta e crescita, ma anche che insieme si valorizzano i comparti, si fa ricerca innovativa, si creano condizioni per lavorare insieme”. “Nella ricerca abbiamo le chiavi per il futuro”, ha continuato Carrozza nel suo intervento, ricordando come la ricerca italiana sia un “modo per investire nel nostro futuro, per pensare al nostro patrimonio e alla nostra biodiversità”. Siamo davanti ad una nuova rivoluzione in cui si fondono sviluppo industriale e sviluppo tecnologico, in chiave sostenibile, compatibile con l’ambiente e con una più grande considerazione del capitale umano di cui il nostro Paese dispone.
In questo ambito si inserisce un’altra importante rivoluzione, stavolta nel campo dell’università, che si avvicina sempre di più all’azienda, per dare un ulteriore slancio allo sviluppo economico del paese. “La comunità italiana è brava scientificamente, siamo settimi nel mondo dopo i grandi colossi di Cina, Usa, Giappone e India”, ha detto Rita Cucchiara, direttore AI Research and Innovation Center UNIMORE. Una grande sfida per la ricerca scientifica e per il Belpaese, che sta prendendo il suo posto nello scenario tecnologico internazionale. Questo primato italiano si sta manifestando con la partecipazione in una sfida ancora più innovativa: la candidatura italiana per ospitare l’Einstein Telescope, il futuro osservatorio di onde gravitazionali europeo. “Siamo grandi collettori di pace, per questo vogliamo in Italia Einstein telescope”, ha dichiarato Bernini; il nuovo osservatorio rappresenta, infatti, una nuova frontiera in cui il nostro Paese può dare il suo contributo. Una frontiera che risponderebbe alle necessità della diplomazia scientifica di cui si discute nella conferenza. “L’Einstein Telescope - ha sottolineato Marcella Panucci, direttore generale della Confederazione generale dell'industria italiana - è un’infrastruttura molto importante per la ricerca per la reputazione internazionale del paese, per l’attrattività del paese e per dialogare su un piano di equità scientifico e geopolitico con altri paesi”. Secondo Panucci, il portato a livello di scoperte scientifiche sarà importante “quanto le rilevantissime ricadute industriali e sociali di un progetto di questo tipo sul futuro del paese”. In particolare, la locazione del telescopio nella regione della Barbagia, scelta dal Comitato tecnico scientifico guidato dal fisico Giorgio Parisi, avrebbe per Panucci, “un impatto a livello industriale, economico, sociale”. L’Italia sta reagendo alle sfide che il futuro le pone davanti, ma c’è ancora molto da fare per renderla un punto cardine della rivoluzione scientifica e tecnologica. “Per portare a casa dei risultati dobbiamo portare il talento in Italia, fare network, costruire un’offerta che rende l’Italia attrattiva”, ha dichiarato Giorgio Metta, direttore Scientifico Istituto italiano di Tecnologia. (nog - 7 mar)
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