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Nel 1935 il radar inglese che "batte" l'Italia

26/2/1935

Nel 1935 il radar inglese che

Il 26 febbraio 1935 il fisico scozzese Robert Alexander Watson-Watt (1892-1973) presenta per la prima volta, e in assoluta segretezza, il radar ai vertici militari del Regno Unito. Il termine "radar" è la contrazione della dicitura inglese "radio direction and ranging" (individuazione e determinazione della distanza via radio). Le ricerche erano orientate nel campo meteorologico, anche se sia gli inglesi sia i tedeschi (al dispositivo negli stessi anni lavorava anche Schindeihauer) avevano capito che l'apparecchio avrebbe potuto funzionare per l'avvistamento di aerei in volo. Al radar, o meglio a un "ecometro elettromagnetico", si pensava anche in Italia, ufficialmente nel 1935, ma probabilmente molto prima. C'è chi dice che esperimenti in merito ne fece Marconi, quando effettuò il collegamento con un ponte radio a microonde fra il Vaticano e Castel Gandolfo. Esperimenti forse limitati a pure ricerche scientifiche, dopo aver notato che la fonte di strani "disturbi" nella trasmissione era dovuta al passaggio di un giardiniere con una falciatrice a rullo nel raggio di trasmissione dell'apparecchio. Naturalmente, non c'era uno schermo radar sul quale vedere un puntino luminoso che fa bip bip, ma il disturbo esisteva; anche se per individuare la falciatrice del giardiniere occorse una ispezione sul posto. Comunque, un "radio tachimetro", cioè un misuratore della velocità di spostamento di un mezzo mediante onde radio, fu nella primavera del 1935 ceduto ufficialmente al governo italiano in un modello completo per uso militare campale, in duplice esemplare, e assunto in "carico regolamentare" dal Centro studi ed esperienze del Genio.

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