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DE MASI: VA DIMINUITO
L'ORARIO DI LAVORO

“L’organizzazione del lavoro è la stessa di cent'anni fa, e non risponde alla richiesta di tempo dei giovani: bisogna ridurre drasticamente l'orario di lavoro in Italia”. Intervistato dal Secolo XIX, Domenico De Masi, professore emerito di Sociologia del lavoro alla Sapienza di Roma, interviene nel dibattito sulla mancanza di personale per alcune professioni e sul rapporto tra giovani e mondo del lavoro. Il celebre sociologo individua nella mancata capacità del mercato del lavoro di adattarsi, al progresso tecnologico e ai mutamenti della società, una delle cause dell'attuale squilibrio tra domanda e offerta nel campo dell'occupazione. De Masi non crede al pregiudizio sui lavori manuali (“Sono faticosi, noiosi, spesso pericolosi e anche pagati male”) pungola le imprese (“Si lamentano ma non fanno nulla”) e difende il Reddito di cittadinanza. “Non c'entra niente con il rifiuto di alcuni lavori”. “Più di vent'anni fa in un mio libro avevo previsto che prima o poi i lavoratori non avrebbero più accettato le condizioni di lavoro di una società industriale, considerato che siamo in una società post-industriale. L'organizzazione del lavoro nel 2023 è la stessa, più o meno, di quella del 1923. Non è cambiato quasi nulla”. “Esiste una disparità evidente tra ciò che i giovani chiedono al mondo del lavoro e ciò che viene loro offerto”. I giovani “Vogliono tempo. Per riflettere, per giocare, per amare, per fare amicizia, per la convivialità. Invece le aziende sanno solo offrire tempo per potere, denaro ed efficienza. C'è una distonia evidente nei giovani tra ciò che vogliono e ciò che possono fare”. Per Masi quindi “Bisogna ridurre drasticamente l'orario di lavoro. In Italia si lavora mediamente 1.800 ore l'anno e c'è poco più del 60% di occupati, mentre in Germania le ore di lavoro in media sono 1.400 l'anno, e gli occupati sono circa il 77%”. (9 mar - deg)

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