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direttore Paolo Pagliaro

MODERNA: NEL 2030
IL VACCINO ANTI-CANCRO

Passi avanti nella lotta contro il cancro. Il Dr. Paul Burton, Chief Medical Officer di Moderna, ha rilasciato un’intervista al Guardian nella quale afferma che dei vaccini per cancro, malattie autoimmuni e cardiovascolari potrebbero essere pronti entro il 2030. Le affermazioni di Burton arrivano a quattro mesi di distanza dalla diffusione, da parte della stessa Moderna e di MSD, di dati preliminari riguardo un vaccino a mRNA personalizzato. “Avremo quel vaccino e sarà altamente efficacie, e salverà molte centinaia di migliaia di vite, se non addirittura milioni. Penso che saremo in grado di offrire vaccini per il cancro personalizzati contro diverse tipologie di tumori nel mondo”, così Burton. Il CMO di Moderna prosegue aggiungendo che molteplici infezioni respiratorie potranno essere coperte da una singola iniezione, mentre le terapie con mRNA saranno disponibili per malattie per le quali al momento non esistono farmaci. Le terapie a base di mRNA, infatti, permettono di “insegnare” alle cellule del corpo come creare una proteina che innesca la risposta alla malattia del sistema immunitario. “Penso che in dieci anni ci approcceremo ad un mondo nel quale sarà veramente possibile individuare la causa genetica di una malattia e, con relativa semplicità, modificarla e ripararla usando la tecnologia basata su mRNA”.

Innanzitutto, i medici prelevano una biopsia del tumore del paziente per inviarla ad un laboratorio, dove il suo materiale genetico viene sequenziato per identificare le mutazioni che non sono presenti in cellule sane. Dopodiché, un algoritmo di apprendimento automatico identifica non solo quali di queste mutazioni sono responsabili della crescita del cancro, ma apprende anche quale parte delle proteine anomale codificate da queste mutazioni abbiano maggiori probabilità innescare una risposta immunitaria. Infine, gli mRNA per gli antigeni più promettenti vengono prodotti e confezionati in vaccino personalizzato.

Questi progressi vertiginosi nella ricerca sono attribuibili, per ammissione dello stesso Burton, all’accelerazione che ha investito tutto il settore durante la crisi pandemica. “Penso che sia stato un ordine di grandezza, che la pandemia abbia accelerato questa tecnologia. Ci ha anche permesso di aumentare la produzione, quindi siamo estremamente bravi a produrre grandi quantità di vaccino molto rapidamente”, puntualizza Burton. Tuttavia, giunge un monito dalla comunità scientifica, la quale si augura che gli investimenti rimangano al livello attuale onde evitare di vanificare tutti i progressi ottenuti negli ultimi anni. In merito si è espresso il Prof. Andrew Pollard, direttore dell’Oxford Vaccine Group: “Le pandemie sono una minaccia tanto quanto le minacce militari, se non di più, perché sappiamo che accadranno con certezza dal punto in cui ci troviamo oggi. Ma non stiamo investendo nemmeno l’importo che costerebbe costruire un sottomarino nucleare”. (11 APR - sem)

(© 9Colonne - citare la fonte)