Si è tenuta oggi, presso l'Aula della Commissione Ambiente della Camera e le Commissioni riunite Ambiente e Trasporti, un’audizione sul disegno di legge riguardante il collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, ossia il Ponte sullo Stretto.
Le Commissioni hanno voluto ascoltare tutti gli attori appartenenti alle varie categorie professionali, economiche e sociali coinvolte a vario titolo nella progettazione e realizzazione di questa monumentale infrastruttura che ormai – come qualcuno dei partecipanti ha più volte ricordato – occupa la discussione politica nel nostro paese da più di 30 anni.
Il primo a prendere la parola è stato Carlo Doglioni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che, a nome dell’ente che rappresenta, si è detto pronto a “collaborare ad un adeguamento del progetto per evitare il problema dei venti e delle accelerazioni legate al suolo, tenendo presente che il Ponte potrebbe essere un giorno area epicentrale di un terremoto”. Non un’opposizione, dunque, ma una richiesta di attenta valutazione dei rischi che un’opera del genere, in un punto delicato come quello dello stretto di Messina potrebbe comportare.
In questo senso, gli ha fatto eco Arcangelo Francesco Violo, Presidente del Consiglio Nazionale Geologi. Anche lui si è detto pronto a fare la sua parte “per aggiornare il progetto già esistente del Ponte sullo stretto sui modelli geologici e morfologici dell’area che ha caratteristiche di particolare complessità, per il sistema di faglie sommerse presenti nella zona”. A questo scopo, precisa Violo, il Consiglio Nazionale Geologi ha attivato “una serie di commissioni interne che stanno ascoltando esperti ed accademici, per studiare l’area e fornirne un contesto geologico completo”.
Sulla fattibilità del progetto si è pronunciato anche il Consiglio Nazionale degli Ingegneri che, per bocca di Edoardo Cosenza si è detto favorevole al Ponte sullo Stretto di Messina: “Le conoscenze e le competenze professionali di cui siamo dotati potranno sicuramente contribuire alla realizzazione di un progetto così ambizioso. È una grande sfida che possiamo vincere. Abbiamo fatto un gruppo di lavoro con esperti di ingegneria del vento, ingegneria sismica e tutte le professionalità necessarie per la realizzazione di un’opera di questo tipo, oltre al coinvolgimento di professionisti dei territori calabrese e siciliano. Ovviamente, questo ponte deve andare in parallelo con il potenziamento delle infrastrutture e dei trasporti in Sicilia e in Calabria”.
Ad esprimere entusiasmo per l’opportunità che il Ponte potrebbe rappresentare per il tessuto economico del Mezzogiorno e del paese, in generale, sono stati naturalmente tutti i rappresentanti delle categorie economiche coinvolte.
“La nostra posizione è scontata. Siamo favorevoli alla costruzione del ponte. L’insularità della Sicilia ha un impatto negativo sulla sua economia molto importante. Rappresenterebbe un vero e proprio rilancio dell’Italia per un’opera mai realizzata finora, per il modo di fare ingegneria e l’architettura italiana, oltre che un segnale di speranza, non solo per la Sicilia che smetterebbe, di fatto, di essere un’isola, avvicinandola all’Europa, ma anche per il resto del paese”. Ha detto Vittorio Messina, Presidente del Caf Confesercenti.
“Avanti tutta!”, rincara Paolo Uggè, consigliere Confcommercio delegato ai Trasporti. “Le ragioni del sì di Confcommercio-Conftrasporto alla realizzazione dell’opera sono i benefici della continuità territoriale, l’investimento di 6 miliardi già previsti per l’alta velocità siciliana, il risparmio per l’economia della regione, l’impatto economico e sociale positivo per i giovani, l’attrattiva turistica del ponte più lungo a una campata del mondo e lo spostamento del baricentro del Mediterraneo per il traffico commerciale”. “Il Ponte sullo Stretto – conclude il consigliere di Confcommercio - consentirà a un popolo di oltre cinque milioni di persone di avere finalmente un vero collegamento con il Continente. Per l’Europa, sarà una preziosa opera di connessione nord-sud, realizzando un’offerta logistica in grado di migliorare la competitività del sistema europeo attraverso una piattaforma proiettata nel mare Mediterraneo”.
Per Alessandro Massimo Nucara di Federalberghi, “Il Ponte non è sufficiente da solo. È indispensabile un salto di qualità che realizzi un miglioramento generale della rete di collegamenti ferroviari e stradali dei territori. Per questo apprezziamo il punto in cui, nella relazione del governo sul Ponte, si parla di un impegno al miglioramento generale della situazione dei trasporti nella regione Sicilia”. Ma si spinge oltre, arrivando ad affermare che “un’infrastruttura di questo tipo potrebbe anche diventare a sua volta un’attrazione turistica, rafforzando le destinazioni, come il Ponte di Brooklyn”.
Di segno diametralmente opposto, invece, il Touring Club Italia. Il Presidente Franco Iseppi, infatti, precisando che la loro contrarietà non è dettata da motivazioni ideologiche, afferma che il parere sul Ponte resta negativo “per ragioni ambientali, tecniche ed economiche. Anche le nostre sezioni territoriali in Calabria e Sicilia sono fortemente negative, perché non sono state approfondite le conseguenze ambientali del progetto, in un’area che possiede tra le più alte biodiversità del Mediterraneo, oltre alle criticità sismiche già più volte rilevate. Inoltre, i numeri sul traffico sono bassi e non sembra plausibile che possano crescere al punto da giustificare i costi di una simile opera. Ma non bisogna lasciare la situazione così com’è. Chiediamo infatti che si dia priorità ad altre infrastrutture, specie quelle ferroviarie che potrebbero risolvere più agevolmente i trasporti tra le due regioni. Infine, siamo contrari al potenziamento del trasporto stradale a sfavore di quello marittimo che, invece, consideriamo prioritario nei territori”.
Spaccati, invece, arrivano all’appuntamento i sindacati. Per CGIL “si tratta di un’opera problematica e molto dispendiosa. Consideriamo sia stato un errore aver riavviato il progetto, senza aver risolto tutte le problematicità che ha finora presentato, come quello relativo alle valutazioni sull’impatto ambientale. Non consideriamo quindi, il Ponte prioritario, rispetto ad infrastrutture ferroviarie, stradali e urbane. La vera urgenza è la partenza dei cantieri già previsti per l’ammodernamento dei territori della Calabria e della Sicilia”, afferma Domenico D’Ercole.
E se per Andrea Cuccello, Segretario Confederale CISL è un bene che vengano “ripresi gli appalti del progetto del 2011 cancellati dal governo Monti”, ritenendo l’opera “prioritaria per la Sicilia, come logica prosecuzione e slancio per tutte le opere infrastrutturali di cui i territori hanno bisogno, visto che sono presenti nei progetti anche tutte le opere di raccordo stradale e ferroviario a sostegno”, Tiziana Bocchi, Segretaria Confederale UIL, ritiene che la funzionalità del Ponte debba essere “considerata all’interno di un più ambio progetto europeo del corridoio scandinavo-mediterraneo”. Il Ponte, precisa Bocchi, “è sicuramente un acceleratore economico dell’intero mezzogiorno”.
Entusiasta, infine, Giovanni Condorelli, Segretario Confederale UGL che si augura che questa sia “la volta buona”. “È opportuno, in un mondo globalizzato, avere questa grande possibilità di collegare il sud dell’Europa, al nord. Ma sarebbe anche una grande meraviglia sotto il profilo turistico, economico e sociale. Ci sono tutte le condizioni per poter realizzare finalmente un’opera di cui si parla da tanto tempo, che aspettiamo da secoli come vero rilancio del Mezzogiorno. Ci aspettiamo quindi che quanto dichiarato in campagna elettorale sia davvero realizzato”. Conclude Condorelli. (14 apr - alp)
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