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IV accoglie il senatore E. Borghi: ora terzo polo più credibile

Roma, 26 apr - “Con questo gesto di Borghi il progetto del Terzo Polo è più credibile e quindi l’Italia è messa meglio di prima, perché piaccia o non piaccia il Terzo Polo serve all’Italia e non a noi, perché se non troviamo una soluzione tra i sovranisti e i populisti non andiamo da nessuna parte”. Così il leader di Italia Viva Matteo Renzi, accogliendo nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Madama il senatore Enrico Borghi, proveniente dalle fila del Pd. “Viviamo un momento in cui lo spazio del Terzo Polo in alcuni momenti sembra esaurirsi per poi scoprire che è più grande di quello di prima, come un effetto fisarmonica” sottolinea l’ex premier, per poi aggiungere: “Io penso che il Terzo Polo abbia uno spazio indipendentemente da quello penso io o Calenda, e non possiamo che prenderne atto”. Per Renzi si tratta di un caso che non resterà isolato: “Secondo me non è finita qui, per noi nel senso di accogliere altre realtà e nemmeno per il Pd…”. Poi, in merito al rapporto con Azione: “Noi non abbiamo rotto sulla federazione, non abbiamo rotto sul partito unico e non rompiamo sui gruppi: noi abbiamo voglia di collaborare con tutti quelli che hanno a cuore la prospettiva riformista e siamo convinti che non ci siano elementi politici per nessuno per rompere, perché a fronte di evidenti attacchi personali la nostra è stata una risposta che definire zen è riduttivo”. Un progetto, quello del Terzo Polo, che va oltre Azione-Iv: "Pizzarotti ha detto che intorno a + Europa si può costruire un polo per le elezioni europee, Noi ci siamo” sono le parole di Renzi.

“Enrico Borghi è un arrivo di grandissima qualità, davvero una buonissima notizia” sottolinea la capogruppo al Senato Raffaella Paita, che parla di “un arrivo che non fa che irrobustire il disegno del Terzo Polo: noi non abbiamo mai ricercato divisioni e interrotto questo percorso, quello che faremo è continuare a crederci in un contenitore che vada oltre Italia Viva e che abbia l’aspettativa di mettere insieme tutti i riformisti che ci vorranno stare, se ci vorranno stare anche gli amici di Azione porte aperte”. L’obiettivo, precisa Paita, è quello di irrobustire il gruppo in comune con Azione e non di crearne uno autonomo di Italia Viva: “Borghi è il decimo senatore di questo gruppo, non il sesto di Italia Viva e in questo gruppo non ci sono mai state divisioni, con un clima idilliaco da un punto di vista politico sulle questioni principali. Ciò dimostra che non c’erano ragioni politiche in quell’interruzione e che se ci potranno essere ragioni per unire ancora ci sono tutte le condizioni per poterlo fare”. Borghi, invece, torna sulle motivazioni che l’hanno spinto a lasciare i dem a guida Elly Schlein, parlando di “mutazione genetica” del Pd: “È un partito che sta abbandonando la sua vocazione di centrosinistra e riformista per la quale è nato, scegliendo una collocazione di forte sinistra con tratti anche massimalisti: questo non credo serva a costruire l’alternativa alla destra nazionalista in Italia. C’è uno spazio nella società e nella politica per una risposta di tipo diverso, europeista, innovatrice e riformista e credo che con grande umiltà bisogna mettersi al lavoro per questo cantiere”. “Non organizzo nessuna scissione e nessun proselitismo – precisa il senatore - ma sono arrivato a questa scelta sulla scorta di una percezione di un disagio diffuso tra coloro che hanno creduto all’esperienza originaria del Pd”. (Roc) ////

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