Il più noto dissidente russo, Alexei Navalny, torna alla sbarra oggi per rispondere dell’accusa di “attività politica estremista” e di altri sei reati previsti dal codice russo, che potrebbero incrementare la pena di uno dei più temibili avversari di Putin di altri 30 anni, che andrebbero a sommarsi ai nove che si trova già a scontare. La nuova puntata dei processi farsa contro il leader dell'opposizione giunge mentre Mosca intensifica la repressione interna, dopo più di un anno dall'inizio della sua offensiva in Ucraina, con la maggior parte delle figure chiave dell'opposizione finite dietro le sbarre o in esilio. Navalny, 47 anni, è stato arrestato nel 2021 al ritorno dalla Germania, dove si era ripreso da un avvelenamento l'anno precedente che aveva attribuito al Cremlino. Debilitato da una grave perdita di peso dovuta dalle condizioni della prigionia, Navalny ha spiegato che i pubblici ministeri gli hanno fornito 3.828 pagine che descrivono tutti i crimini che avrebbe commesso mentre era dietro le sbarre. “Sebbene sia chiaro dalle dimensioni dei tomi che sono un criminale sofisticato e persistente, è impossibile scoprire esattamente di cosa sono accusato”, ha comunque trovato la forza per scherzare il dissidente. Il processo si svolgerà presso la colonia penale di massima sicurezza IK-6 a Melekhovo, a circa 250 chilometri (155 miglia) a est di Mosca, dove è Navalny detenuto.
PEGGIO CHE IN URSS. "È tornata l’era del totalitarismo sovietico. Il numero dei prigionieri politici oggi è addirittura superiore rispetto a quello dei tempi di Brezhnev. Secondo l’elenco di Memorial, sono 564. Ma si tratta di una stima conservativa. Impossibile avere tutti i dati su tutta la Russia. È solo la punta dell’iceberg. L’organizzazione Ovd-Info, specializzata nel monitorare le persecuzioni politiche, ha inoltre accertato poco meno di 20mila detenzioni temporanee e 584 casi penali ancora aperti — tra i quali il mio — per azioni di protesta contro la guerra".
"Le condanne sono più crudeli di allora. Si è ritirato fuori il reato di alto tradimento, per cui si possono facilmente prendere 25 anni di galera, come nel caso del politico di opposizione Vladimir Kara-Murza. C’è poi l’articolo che punisce le ‘informazioni consapevolmente false’ sulle forze armate: per poche parole si può esser condannati fino a dieci anni. E nella ‘cassetta degli attrezzi’ predisposta dal regime per stroncare ogni dissenso va annoverato anche l’articolo che prevede una pesante responsabilità penale per chi organizza un’organizzazione ‘estremista’, dove per ‘estremista’ il giudice può intendere qualsiasi cosa non piaccia al governo".
"Si prospettano diversi scenari. Il più rapido e forse il migliore: la guerra in Ucraina si mette al peggio, Putin lascia il potere, o perché lo trasferisce più o meno volontariamente a un successore o perché viene defenestrato. Il peggiore sarebbe quello in cui, in seguito alla guerra, il regime risulti incapacitato ma resti simile a se stesso per lunghi anni, nel corso dei quali la situazione in Russia diventerebbe putrescente. Il Paese resterebbe indietro rispetto al resto del mondo. E il tutto finirebbe con un’implosione che distruggerebbe la Russia e porterebbe all’anarchia, oltre che al crollo del regime."
(19 GIU - deg)
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