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L’intervista / Berlusconi, Biancofiore (Nm): riconoscimento di questi giorni è sua più grande vittoria

Roma, 20 giu - La più grande vittoria di Silvio Berlusconi, “al di là dei 200 milioni di voti che ha preso, è il riconoscimento da parte dell’Italia intera, opposizione e maggioranza: io ho ringraziato anche i colleghi del Movimento 5 Stelle che ci sono alzati in piedi per tributargli onore. La sua più grande vittoria è essere stato riconosciuto per quello che era: una persona buona, che amava l’Italia e gli italiani, che ha dato tantissimo a questo Paese, che ha creato ricchezza e l’ha distribuita, che ha saputo essere la rappresentanza più autentica dell’Italia. E forse per quello è stato così amato”. Così Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d'Italia, Noi moderati, Coraggio Italia, Udc, Maie, da sempre molto vicina a Silvio Berlusconi, nel giorno della commemorazione in Senato dell’ex premier e senatore, scomparso la scorsa settimana. Biancofiore ricorda che “una mia cara amica, che non c’entra niente on la politica, l’altro giorno mi ha detto: ‘mi sento orfana’. E’ come se al paese fosse venuta meno una gamba, un punto di riferimento. Abbiamo quasi paura del domani perché lui era comunque un argine con la sua capacità di comprensione, per esempio della geopolitica: era veramente preoccupato negli ultimi giorni, voleva a tutti i costi la pace tra l’Ucraina e la Russia, era veramente preoccupato dell’escalation nucleare”.
Biancofiore assicura che Berlusconi “ha lavorato fino all’ultimo per questo paese: negli ultimi giorni lavorava, lavorava e lavorava per il rilancio di Forza Italia, per le Europee, per il popolarismo europeo, per costruire una nuova Europa”. E per evitare la guerra: “sono certa, come avrei detto nel mio discorso in aula (la cui fine non è stata letta per mancanza di tempo, ndr), che se fosse stato lui il premier all’epoca di Draghi, o se comunque avesse avuto un ruolo importante, la guerra in Ucraina, nel cuore della nostra Europa, non sarebbe mai scoppiata”. Il suo grande rammarico, confessa la senatrice, è l’onta ingiusta, il dolore che gli è stato dato per i quasi arresti, per i domiciliari. Onta che poi è diventata umiliazione ma che ha saputo trasformare in un plus: dover andare a Cesano Boscone a occuparsi di malati di Alzheimer, e me ne parlò perché mia mamma purtroppo era malata di Alzheimer, come un’esperienza incredibile. Lui aveva un cuore immenso: penso sia un presidente infinito perché la sua opera rimarrà con noi, una pietra miliare nella storia che in futuro verrà ricordato come dovuto”.
(PO / Sis)

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