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direttore Paolo Pagliaro

“In a landscape”: a Milano le opere di Leonardo Anker Vandal

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

“In a landscape”: a Milano le opere di Leonardo Anker Vandal

Un’esposizione alla scoperta dell’arte di Leonardo Anker Vandal: Cadogan Gallery ospiterà “In a Landscape”, la prima personale di Leonardo Anker Vandal, di origini danesi ma attivo ormai da diversi anni a Brescia dove vive e lavora, nella sede milanese della galleria. L’esposizione, la cui inaugurazione è prevista il 5 luglio alle 18.00, sarà visitabile dal 5 luglio al 9 settembre. Il percorso espositivo prevede un nuovo corpus di opere di grande formato dal ciclo intitolato “Adagio”. Si tratta di imponenti tele dai colori autunnali, per la creazione delle quali l’artista ha preso ispirazione da un catalogo di dipinti di epoca imperiale cinese della dinastia Song. (gci)

“VIS-À-VIS”: A ROMA PIETRO TENERANI E LUIGI SPINA A CONFRONTO

Una serie di ritratti in gesso di Pietro Tenerani, uno dei più significativi scultori dell’Ottocento italiano, riletti da Luigi Spina, grande interprete della fotografia d’arte contemporanea. È l'idea alla base della mostra “VIS-À-VIS. Tenerani Spina. Dialogo in immagini”, ospitata dal 28 giugno al 12 novembre al Museo di Roma a Palazzo Braschi, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Fabio Benedettucci. Organizzazione di Zètema Progetto Cultura. A confronto per l'occasione due artisti distanti nel tempo, ma accomunati dalla ricerca sulla figura umana, in un dialogo che consentirà di ammirare in maniera inedita le sculture di Tenerani, in molti casi mai esposte in precedenza, delle quali le suggestive fotografie di Spina, realizzate su pellicola in bianco e nero e stampate personalmente, mettono in luce dettagli che possono sfuggire anche agli osservatori più attenti. Un percorso tra scultura e fotografia nelle sale di Palazzo Braschi che, oltre a contribuire alla valorizzazione di uno dei più rilevanti nuclei del Museo di Roma, offre anche uno spaccato della società romana di metà Ottocento, tra nobili, intellettuali, artisti e religiosi, italiani e stranieri, della quale Pietro Tenerani fu esponente di primissimo piano. (gci)

LE OPERE DI MASSIMO KAUFMANN A MILANO, TRA SCACCHI E GUERRA

A Milano le scacchiere d’artista di Massimo Kaufmann: dallo scorso 31 maggio fino al 31 agosto, il Museo del Novecento di Milano ospiterà la mostra “Le regole del gioco” di Massimo Kaufmann, dal forte carattere interattivo e performativo, lo stesso che anima lo spazio Forum 900 del museo. Esposte per l'occasione quattro opere: tre di queste, realizzate in legno e con misure regolamentari (57x57 cm), sono costituite dalle consuete 64 case e da 32 scacchi dipinti con colori a olio in 96 colori differenti, la quarta, “Pan”, di dimensioni più ridotte, è destinata ai bambini. Nonostante il chiaro sovvertimento della prima regola degli scacchi, che qui non prevede più unicamente il bianco e il nero contrapporsi bensì un’infinita possibilità di colori, le modalità e le regole del gioco rimangono identiche e le scacchiere perfettamente fruibili: due giocatori possono confrontarsi secondo tutte le regole canoniche senza incorrere in alcun altro inconveniente che non sia la confusione percettiva generata dai colori e accentuata dal continuo spostamento dei pezzi. A dimostrazione di ciò, le quattro scacchiere sono rese disponibili ai visitatori che, previa prenotazione, potranno competere in appassionanti duelli scacchistici il martedì durante la pausa pranzo e il giovedì prima dei talk in programma. Anche l’artista sarà disponibile alle sfide: una presenza che trasforma il progetto espositivo in performance. Le scacchiere di Massimo Kaufmann sono concepite in un momento storico critico, il 2020, che non si chiuderà con lo scemare della pandemia ma proseguirà nel conflitto russo-ucraino. È dunque proprio nel tema del conflitto che le opere di Kaufmann affondano le loro radici: la “guerra”, che il gioco degli scacchi rappresenta e riproduce, si mostra sotto un aspetto differente. Ciascun pezzo della scacchiera mantiene le sue caratteristiche funzionali ma ha un’identità, data dal colore, che gli impedisce di appartenere a un preciso schieramento. Una situazione che genera confusione cognitiva e favorisce cambi di campo e di appartenenza. La partita a scacchi diviene quindi metafora di un conflitto che vede non solo due antagonisti confrontarsi ma un’innumerevole compagine di differenti soggettività animarsi nel gioco, come a mostrare una multilateralità delle componenti in causa. Come nelle guerre reali, esistono fattori che moltiplicano i punti di vista e gli interessi in campo. Il gioco si complica, tanto quanto il tema del conflitto si fa più chiaro, nella terza scacchiera. Realizzata in 96 tonalità di grigio, si ispira dichiaratamente a “Guernica” di Picasso, adottandone lo stesso titolo, perché contrariamente a quanto si pensa Guernica non è bianca e nera, ma dipinta in un’infinita varietà di grigi. È forse questo lavoro, nel suo tributo a quella che da molti è considerata la più importante opera del Novecento, a costituire il trait d’union tra i due grandi nuclei tematici della mostra: il conflitto, appunto, e la pittura. La mostra, realizzata con il sostegno di Analysis, è accompagnata dal catalogo “Le regole del gioco” edito da Pondus. (gci)

A BOLOGNA ESPOSTA LA MISSIONE ARCHEOLOGICA ITALIANA A NINIVE IN IRAQ

Il Museo Civico Medievale di Bologna presenta, dallo scorso 14 giugno fino al 17 settembre, la mostra “Gli Assiri all'ombra delle Due Torri. Un mattone iscritto della ziggurat di Kalkhu in Iraq e gli scavi della Missione Archeologica Iracheno-Italiana a Ninive”. L'iniziativa espositiva, a cura di Nicolò Marchetti, nasce in occasione della restituzione all'Iraq di un oggetto mesopotamico, sequestrato in Italia, da parte del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bologna e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara. Si tratta di un mattone cotto del re assiro Salmanassar III (858-824 a.C.) con un'iscrizione cuneiforme che ne rivela la sicura provenienza dalla ziggurat (tempio-torre a gradoni) dell'antica Kalkhu (moderna Nimrud), la prima capitale dell'impero neoassiro, distrutta nel 2016 dall'iconoclastia dell'ISIS. La mostra è promossa da Settore Musei Civici Bologna - Musei Civici d'Arte Antica, King Abdulaziz Chair for Islamic Studies - Alma Mater Studiorum - Università di Bologna e Missione Archeologica Iracheno-Italiana a Ninive, sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica dell'Iraq, con il patrocinio di ministero della Cultura, ambasciata dell'Iraq in Italia, ambasciata d'Italia in Iraq e Iraqi State Board of Antiquities and Heritage. Il progetto è stato concepito con una nuova formula di mostra sostenibile con l'obiettivo di comunicare al pubblico alcuni contenuti storici relativi all'impero neoassiro (Mesopotamia, IX-VII secolo a.C.), attraverso modelli digitali stampati in 3D, raccontando alcune specificità e sfide della collaborazione scientifica e cooperazione italiane con la Repubblica dell'Iraq e con la città di Mosul in particolare. Dopo la liberazione della metropoli, nel giugno 2017, dall'occupazione da parte dell’ISIS che durava sin dal 2014, la Missione Archeologica Iracheno-Italiana è stata chiamata a dare un contributo all'esplorazione e alla protezione del settore orientale corrispondente all'antica Ninive, leggendaria capitale dell'Assiria ormai gravemente minacciata dall'espansione urbana, tanto che oggi oltre un terzo del sito può dirsi pressoché perduto per l'esplorazione archeologica. Tra il 2019 e il 2022 sono state condotte quattro campagne annuali congiunte tra Università di Bologna e Iraqi State Board of Antiquities and Heritage, dirette da Nicolò Marchetti, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, oltre che della Volkswagen Foundation, con il progetto KALAM e del J. M. Kaplan Fund nell’ambito di progetti di restauro e formazione di personale locale. 36 repliche al vero di sigilli e cretule neoassiri e di testi cuneiformi provenienti dal progetto di scavo nel mega-sito di Ninive, che si estende su 750 ettari con 12 km di mura, sono state scelte per raccontare storie antiche e moderne. Tra queste è presente la riproduzione del mattone del re assiro Salmanassar III proveniente dalla ziggurat dell'antica Kalkhu, sequestrato dai Carabinieri. Esso apparteneva a un monumento distrutto nel 2016 dai bulldozer dell'ISIS, pertanto il ritorno all'Iraq di un elemento architettonico di una struttura andata perduta rappresenta un elemento importante anche sul piano simbolico. Sono inoltre esposti due frammenti di rilievi palatini, della metà del VII sec. a.C., scoperti dalla missione italiana nel 2022 nel Palazzo Nord di Assurbanipal e un ulteriore frammento dalle collezioni del Museo Archeologico di Venezia, pressoché identico agli altri due e anch'esso proveniente dall'acropoli di Ninive. Il percorso espositivo si completa con l'allestimento nella Sala delle Arche, all'interno della collezione permanente del museo, di tre sculture realizzate dagli artisti contemporanei di origine irachena Baldin Ahmad, Resmi Al Kafaji e Qassim Alsaedy, che da oltre quarant'anni vivono in esilio in Europa e hanno unito le loro ricerche e comuni vicende biografiche nel progetto espositivo itinerante "Two Shores" (Due Sponde).

A MILANO GLI SCATTI DEL SONY WORLD PHOTOGRAPHY AWARDS

Giunti alla 16ma edizione, i Sony World Photography Awards sono promossi dalla World Photography Organisation e da Sony e comprendono i premi Professional, Open Youth e Student. La mostra italiana, realizzata in collaborazione con il Museo Diocesano di Milano, sarà visitabile nelle sale del museo a partire dallo scorso 16 giugno fino al 3 settembre. Prima di Milano, le opere vincitrici dei Sony World Photography Awards 2023, assegnati ad aprile durante la cerimonia internazionale di Londra, sono state esposte presso la Somerset House di Londra. Fra le opere in mostra a Milano si potrà ammirare “Our War” del portoghese Edgar Martins, vincitore assoluto del titolo di Photographer of the Year con il suo personalissimo tributo all’amico e fotoreporter Anton Hammerl, ucciso durante la guerra civile libica del 2011. Esposto anche il lavoro di Alessandro Cinque, vincitore del Sustainability Prize, ideato in collaborazione con la United Nations Foundation e l’iniziativa Picture This di Sony Pictures per premiare le storie, le persone e le organizzazioni che, con le loro azioni, perseguono uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU. Tra le 160 opere in mostra anche quelle degli altri fotografi italiani che si sono classificati al secondo e terzo posto in diverse categorie del concorso Professional: Noemi Comi e Edoardo Delille e Giulia Piermartiri, secondo e terzo posto per Fotografia Creativa; Bruno Zanzottera e Fabio Bucciarelli, secondo e terzo posto per Paesaggio; Andrea Fantini e Nicola Zolin, secondo e terzo posto per Sport. Barbara Silbe, giornalista, co-fondatrice e direttore responsabile di EyesOpen! Magazine e curatrice della mostra, ha dichiarato: “La connotazione sempre più artistica e documentale che definisce questo importante premio internazionale suscita in me smisurato interesse per gli stili, così eterogenei, e per le tante storie con le quali posso entrare in contatto. Ciascuno di questi fotografi, professionisti o emergenti, aggrappato al presente ha testimoniato una sua esperienza, l’ha raccontata scegliendo un linguaggio, una precisa grammatica, e ha pensato a come svilupparla perché acquistasse coerenza e si trasformasse in qualcosa di tangibile per tutti noi. Attraverso le narrazioni degli autori premiati che, grazie a questo palcoscenico mondiale, hanno l’opportunità di diffondere gratuitamente il loro lavoro e far fare un salto di qualità alle loro carriere, conosciamo il mondo, i popoli, i fatti, e proviamo emozioni. Le stesse che sono emerse mentre editavo questi portfolio, le stesse che arriveranno a chiunque vedrà queste opere stampate e appese”. “Con la mostra dei Sony World Photography Awards 2023, il Museo Diocesano di Milano - ha sottolineato la sua direttrice Nadia Righi - prosegue nel suo programma di esposizioni dedicate alla fotografia con monografiche di grandi maestri quali Jacques Henri Lartigue, Elliott Erwitt e Robert Doisneau e con rassegne che esplorano i linguaggi fotografici contemporanei. Siamo molto lieti di condividere una parte di questo cammino con Sony, da sempre all’avanguardia nel proporre soluzioni e strumenti per l’evoluzione della fotografia”.

IN FOTO. Photo credit: Leonardo Anker Vandal
Courtesy: Cadogan Gallery

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