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Meredith, Ascari (M5s) porta alla camera libro pm Mignini e ricorda Purgatori

Roma, 20 lug - “Caso Meredith Kercher. Una vicenda giudiziaria tra due continenti” (Morlacchi) è il titolo del libro di Giuliano Mignini, pm che ha indagato sul caso della studentessa inglese uccisa a Perugia il primo novembre 2007. Il testo, che racconta il caso in forma narrativa, è stato presentato alla Camera nel corso di una conferenza stampa promossa dalla deputata M5S Stefania Ascari. In apertura di conferenza, Ascari ha reso omaggio ad Andrea Purgatori, scomparso ieri: “È un dovere ricordarlo, un grande giornalista e professionista che grazie alla sua competenza e personalità ha riportato luce su fatti di cronaca  volutamente dimenticati: penso a Ustica, al caso di Emanuela Orlandi e anche a quello del mostro di Firenze, rispetto al quale io e il dottor Mignini abbiamo partecipato a una delle ultime inchieste di Atlantide, e su cui abbiamo lavorato in commissione Antimafia approvando una relazione all’unanimità. Il Paese intero – ribadisce la parlamentare pentastellata - deve tanto ad Andrea Purgatori, è venuta a mancare davvero una figura che grazie al suo lavoro e alla sinergia con la magistratura ha potuto fare luce su tante ombre”. Tornando al libro, uno dei capitoli è dedicato all’incontro tra Mignini e Amanda Knox, chiesto dalla ragazza e avvenuto con il pm ormai in pensione: “Non la conoscevo se non negli aspetti processuali, mi ha dato un’impressione sostanzialmente positiva anche se non si rende conto, come ho scritto nel libro, di quello che è successo, di quelle che sono le risultanze della giustizia italiana. C’è un atteggiamento di negazione assoluta, che però cozza non con tutte ma con le più significative risultanze di questa vicenda. Non c’è soltanto Rudy Guede, con le tracce che ha lasciato ma anche quelle di Raffaele Sollecito e Amanda Knox, di diverso significato, ma che evidenziano come i due non siano stati incriminati e condannati in un primo tempo senza motivo” spiega l’ex pm in merito alla posizione del ragazzo pugliese e di quella americana, all’epoca fidanzati ed entrambi assolti in Cassazione. Guede, condannato in seguito alla scelta del rito abbreviato, dopo aver scontato 13 anni di carcere è tornato in libertà. “Devo dire – continua l’autore - che Amanda ha dimostrato una onestà intellettuale che mi ha colpito, perché è l’unica tra i tre imputati che ha riconosciuto la mia onestà intellettuale in quella che è stata la conduzione del processo. Sentirselo dire, a processo finito, da una persona che non aveva più interessi particolari e per la quale avevo chiesto l’ergastolo, è una cosa che mi ha colpito. Da questo punto di vista l’impressione è stata positiva”. (PO / Roc) ////

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