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direttore Paolo Pagliaro

USA, TRUMP ARRESTATO
SCHEDATO E RILASCIATO

Donald Trump, detenuto numero P01135809, altezza 1,90 per 98 kg, capelli biondo veneziano. Come aveva annunciato, l’ex presidente, nonché aspirante alla nomination repubblicana per il prossimo mandato, si è recato ieri, in Italia era notte, in un carcere di Atlanta per presentarsi alle autorità giudiziarie dello stato americano della Georgia, che lo hanno accusato di tentativo di manipolare le elezioni presidenziali del 2020. L’arresto di The Donald è stato brevissimo: il tempo di scattare una storica foto segnaletica e di effettuare qualche altra formalità, dopodiché è scattato il rilascio su cauzione. Come prevede la procedura, Trump è stato misurato e pesato, quindi “schedato” come un qualsiasi altro imputato perseguito penalmente.

L’immagine segnaletica che ha di fatto immortalato il fermo del tycoon, come detto, è destinata a restare negli annali, Finora, Trump era riuscito a sottrarsi a tale procedura relativamente ai tre precedenti procedimenti penali. La sua è la prima foto segnaletica scattata a un ex presidente americano: questa immagine – che potrebbe avere un effetto politicamente distruttivo per chi è in testa ai sondaggi per la nomination repubblicana nel 2024 – lo mostra con indosso il consueto abito abito blu marina e la cravatta rossa d’ordinanza, l’espressione ingrugnita, le sopracciglia aggrottate, sguardo di sfida. In breve, l’immagine ha fatto il giro del mondo, praticamente in simultanea con il rilascio di Trump, che complessivamente è stato “nelle mani della giustizia” per una trentina di minuti.

La cauzione per l’ex presidente è stata fissata in 200.000 dollari (circa 185.000 euro). Dopo essere “tornato il libertà” l’aspirante successore di Biden ha raggiunto l'aeroporto di Atlanta, lo stesso dal quale era arrivato, a bordo di una colonna di automobili sotto stretta sorveglianza, un vero e proprio “corteo presidenziale” che ha percorso a tutta velocità il tragitto dagli uffici giudiziari allo scalo. Sulla pista, prima di salire nuovamente sul suo aereo privato per lasciare la Georgia, Trump ha denunciato il “simulacro della giustizia” di cui a suo dire è stato vittima e la “ingerenza elettorale” da parte delle autorità che lo hanno accusato. “Non ho fatto niente di male”, ha ripetuto, seguendo la sua consueta linea di difesa. Pochi minuti dopo, ha siglato dopo due anni e mezzo di assenza, il suo ritorno su Twitter, o meglio su X, postando la sua foto segnaletica, dopo avervi apposto il titolo di “Non arrendersi mai!”. “Un altro giorno triste in America”, aveva scritto precedentemente sulla sua piattaforma Truth Social poco prima di recarsi in Georgia, rendendo non che si sarebbe costituito “per aver avuto l'audacia di contestare un'elezione truccata e rubata”. Donald Trump è oggetto di quattro incriminazioni penali, di cui due a livello federale, a Washington e in Florida, una nello Stato di New York e una in Georgia. Ma se la situazione legale sembra da una parte farsi anche per lui insostenibile, è altresì un dato di fatto che ognuno di questi “colpi di scena” porta a The Donald milioni di dollari in donazioni, pagate da sostenitori convinti che Trump sia vittima di una “caccia alle streghe” architettata dall'amministrazione Biden per rimuoverlo dalla corsa  alla Casa Bianca.

NELLA FOTO: la storica foto segnaletica di Trump (25 ago - deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)