Dalla Costituzione all’ambiente, passando per Emilia-Romagna, guerra in Ucraina e immigrazione: accolto da un lungo applauso, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto all’Auditorium della Fiera di Rimini durante il Meeting di Comunione e Liberazione, organizzato dalla fondazione “Meeting per l'amicizia fra i popoli”. Tanti, dunque, i temi toccati dal capo dello Stato nel suo discorso, legati dal tema dell’amicizia e della collaborazione: “Il crescere dell’amicizia fra le persone, è quel che ha caratterizzato il progresso dell’umanità. L’amicizia, come vocazione incomprimibile dell’uomo”. Un principio che è stato anche alla base, secondo Mattarella, dell’Assemblea costituente italiana, nella quale “opinioni diverse si sono incontrate in spirito di collaborazione, per condividere e affermare i valori della dignità e uguaglianza delle persone, della pace, della libertà. Ecco, come nasce la nostra Costituzione: con l’amicizia come risorsa a cui attingere per superare insieme le barriere e gli ostacoli, per esprimere la nostra stessa umanità. Per superare, per espellere l’odio come misura dei rapporti umani”. Una Costituzione rispetto alla quale Mattarella, citando le parole del padre costituente Giuseppe Dossetti, ha invitato a non essere prevenuti nonostante sia frutto di una generazione passata. Il pensiero del presidente della Repubblica è andato anche a papa Francesco, ricordando che “nell’enciclica ‘Fratelli tutti’, ha parlato di ‘amicizia sociale’ come orizzonte di un nuovo, più intenso, dialogo tra le generazioni, tra la cultura popolare e quella accademica, tra l'arte, la tecnologia, l'economia. Un rinnovato umanesimo nel tempo dell'innovazione”. Non a caso, il suo appello ai giovani è quello di non lasciarsi “chiudere in tanti mondi separati” dai social, così da utilizzarli sempre con intelligenza. “Impedite che vi catturino, producendo una somma di solitudini, come diceva il mio vescovo di tanti anni addietro - è il messaggio che ha lanciato dal palco - Non rinunciate mai alle relazioni personali, all'incontro personale, all’affetto dell’amico, all’amore, alla gratuità dell’impegno”.
Mattarella ha parlato anche del popolo italiano, sottolineandone proprio la nascita dai vari incontri storici che l’hanno attraversato: “Le identità plurali delle nostre comunità sono il frutto del convergere delle identità di ciascuno di coloro che le abitano, le rinnovano, le reificano nel succedersi delle generazioni e delle svolte della storia. È la somma dei tanti ‘tu’ uniti a ciascun ‘io’. Interpellati dal valore della fraternità o quantomeno del rispetto e della reciproca considerazione. È il valore della nostra Patria, del nostro straordinario popolo tanto apprezzato e amato nel mondo, frutto nel succedersi della storia dell’incontro di più etnie, consuetudini, esperienze, religioni. Di apporto di diversi idiomi per la nostra splendida lingua”. Di amicizia, il capo dello Stato ha parlato anche in relazione ai flussi migratori. “Dietro a numeri e percentuali dell'immigrazione, che spesso elenchiamo, vi sono innumerevoli singole persone, con la storia di ciascuno, i loro progetti, i loro sogni, il loro futuro tante volte cancellato - ha affermato - I fenomeni migratori vanno affrontati per quel che sono: movimenti globali, che non vengono cancellati da muri o barriere”. Su questo punto, Mattarella ha sollecitato un “impegno finalmente concreto e costante e proprio dell’UE”, oltre ad un impegno maggiore a sostegno dei Paesi di origine dei flussi migratori. Per il presidente della Repubblica, è con gli ingressi regolari e sostenibili, “ma in numero adeguatamente ampio”, che si contrasta efficacemente il traffico di esseri umani.
È un’amicizia, quella descritta da Mattarella, che richiama anche alla collaborazione di tutti sulle questioni climatiche. “Siamo di fronte a un’altra grande e grave evidenza che comporta responsabilità - ha dichiarato - L’ambiente, che abbiamo incrinato e impoverito. Non si possono ignorare gli appelli dell’ONU, attraverso le parole allarmate del suo Segretario Generale”. Senza dimenticare i drammi che hanno colpito recentemente l’Emilia-Romagna: “L’alluvione ha lasciato ferite profonde. I cittadini della Romagna e i loro sindaci non vanno lasciati soli. La ripartenza delle comunità, e con esse di ogni loro attività, è una priorità non soltanto per chi vive qui, ma per l’intera Italia”. Non sono mancate da parte del capo dello Stato delle riflessioni sulla situazione internazionale. “Non vogliamo rinunciare oggi alla speranza di pace in Europa”, è l’appello lanciato dal presidente della Repubblica, il quale ha proseguito affermando che “Non ci stancheremo di lavorare per fermare la guerra. È contro lo strumento della guerra che siamo impegnati per impedire una deriva di aggressioni del più forte contro il più debole, per costruire una pace giusta”. (25 AGO - gci)
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