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Migranti, Scarpa (Pd): pressione su accoglienza creata da disinvestimenti governo

Roma, 5 set - I dati forniti oggi dall’Agenzia dell’Unione Europea per l’Asilo, “mi sembra che confermino che l'emergenza migranti esiste, ma solo nella propaganda di questo governo. Di fatto le persone che arrivano in Italia non sempre sono interessate a rimanere in Italia, ma il disinvestimento sistematico che dai decreti sicurezza al decreto Cutro a tutte le azioni che il governo Meloni sta mettendo in campo, e che viene fatto sul sistema sia di prima che di seconda accoglienza, rende ingestibile anche questo passaggio”. Così la deputata del Partito democratico Rachele Scarpa, commentando i dati che vedono un aumento di domande di asilo nei primi sei mesi del 2023, in un quadro però in cui l’Italia è tra i paesi più coinvolti dai movimenti secondari, ovvero gli spostamenti dei migranti dal paese di approdo ad altri nell’Europa continentale. “Paradossalmente, questo alleggerirebbe la pressione sul nostro paese in termini di arrivi, nel momento in cui noi non siamo in grado di gestire l'accoglienza di primo e di secondo livello, come sta avvenendo in questo momento e come ci denunciano i comuni e gli amministratori a gran voce chiedendo aiuto”. Permettere a un migrante di regolarizzare la propria posizione, spiega Scarpa, “consentirebbe loro di andare nel paese in cui effettivamente vogliono andare, che spesso è la Francia, il Nord dell'Europa. Invece in questo momento il governo, con la sua politica di disinvestimento nell'organizzazione dell'accoglienza e di abbandono dei comuni, di fatto sta causando un intasamento di flussi migratori nel nostro paese, che poi crea quell'emergenza su cui cercano costantemente di creare consenso”.  In autunno, intanto, è prevista la definizione del Piano Mattei annunciato dal governo sin dall’inizio della legislatura. “Non mi aspetto niente di positivo – continua la deputata veneta Rachele Scarpa - viste come sono andate le recenti iniziative della Presidente Meloni con i paesi africani con i quali punta a fare accordi per impedire le partenze che, per quanto mi riguarda, è una cosa impossibile, perché chi vuole migrare troverà sempre un modo di farlo”. In particolare poi, chiosa, “se ci affidiamo a dittatori del calibro di Sayed che non sono stati in grado assolutamente di limitare i numeri delle partenze e risultano inaffidabili anche nella gestione dei soccorsi: penso alla Guardia costiera tunisina che sicuramente non si sta dimostrando d'aiuto né di garanzia del rispetto dei diritti umani. Ecco, la speranza che ne esca qualcosa di buono anche da questo piano Mattei è molta poca”. 

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