Jakov Milatovic, scrive il Corriere della Sera, che lo io intervista, aveva cinque anni quando la Jugoslavia cadde in pezzi: “Fu una cosa terribile, eravamo il Paese più ricco dell’Europa dell’Est e diventammo il più povero”. Oggi ne ha 36 e,da presidente del Montenegro, sente molta empatia con gli ucraini: “Kiev sta soffrendo tremendamente. A noi è servito un tempo infinito per riprenderci. Questa guerra è ancora più brutale, l’aggressione russa è terribile ed è chiaro che Mosca dovrebbe assolutamente ritirarsi”. “Dal primo giorno abbiamo avuto la stessa posizione dell’Unione Europea. Abbiamo approvato le sanzioni, aperto le frontiere ai profughi, quasi il 10% della nostra popolazione al momento è composta da rifugiati ucraini. Siamo un Paese piccolo ma il 10% del nostro budget militare è stato usato per sostenere Kiev. Da membro della Nato abbiamo appoggiato la linea decisa al vertice di Vilnius”. Quanto è forte l’influenza russa? Come combattete la disinformazione messa in atto da Mosca? “In Montenegro, come ovunque in Europa e nel resto del mondo, dobbiamo difenderci dalle notizie false. Quello che ci aiuta è l’adesione alla Nato, di cui siamo membri dal 2017”. (13 SET - deg)
(© 9Colonne - citare la fonte)