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Economia, Meloni: al lavoro per valorizzazione dimensione marittima

Roma, 14 set – “Questo governo ha deciso di lavorare perché venisse finalmente riscoperta e valorizzata la dimensione marittima e la millenaria vocazione agli scambi commerciali della nostra Nazione, mettendo fine al paradosso assurdo a cui abbiamo assistito negli ultimi anni, il paradosso di un’Italia che ha smarrito la propria identità. Noi siamo una Nazione di mare, una Penisola al centro del Mediterraneo, un ponte naturale tra Europa e Africa, un crocevia tra quello che avviene tra due grandi spazi marittimi del globo: l’Atlantico e l’Indo-Pacifico. Siamo una piattaforma immersa in un “mare di mezzo” - tra Gibilterra e Suez - eppure abbiamo agito come se non fossimo eredi delle Repubbliche marinare, come se non fossimo incorniciati da oltre ottomila chilometri di coste”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un videomessaggio inviato stamattina alla prima edizione del Forum “Risorsa Mare”, promosso dal Ministro Musumeci e organizzato da The European House-Ambrosetti. “Noi abbiamo scelto di invertire la rotta, di guardare finalmente al mare come una risorsa che va valorizzata con una visione d’insieme. Per questo abbiamo istituito un Ministero che si occupasse specificatamente di questo tema, creato una Struttura di missione ad hoc e affidato al Comitato interministeriale per le politiche del mare il compito di tradurre quella visione in una strategia concreta. Il primo mattone di questa strategia è il “Piano del Mare”, approvato dal Comitato e che verrà presentato in questa due giorni a Trieste.

Meloni spiega che “per la prima volta il Governo italiano ha messo intorno ad un tavolo tutti gli attori pubblici che hanno competenza sul mare, ha fatto dialogare le filiere, ha raccolto le proposte delle imprese e ha varato un documento che si occupa di tutti gli aspetti che ruotano attorno alla risorsa mare, con obiettivi che sono ambiziosi. Penso all’obiettivo strategico di fare dell’Italia l’hub energetico dell’Europa, penso al contributo decisivo che il mare può dare sul fronte della produzione di energia rinnovabile. Penso alla maggiore centralità che il nostro sistema portuale e logistico può e deve assumere nei traffici marittimi europei e internazionali, e alla necessità di sostenere la transizione energetica del trasporto marittimo. E a questo si aggiunge il lavoro che va fatto per rafforzare il primato italiano nella cantieristica e nell’industria armatoriale e la necessaria attenzione che dobbiamo mettere alle peculiarità di chi lavora nel settore marittimo. Senza dimenticare, ovviamente, alcuni asset nazionali che danno un contributo insostituibile al nostro prodotto interno lordo: il turismo, la pesca e l’acquacoltura. Ma penso anche ad una delle tante sfide che ci attendono: la corsa al mondo subacqueo e alle risorse geologiche dei fondali. Un ‘dominio’ nuovo nel quale l’Italia intende giocare un ruolo di primo piano”.
(PO / Sis)

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