La Corte costituzionale, riunita in camera di consiglio, ha esaminato la questione di legittimità costituzionale sollevata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma in relazione alla celebrazione del processo per il sequestro e l’omicidio di Giulio Regeni. In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 420-bis, comma 3, del codice di procedura penale, nella parte in cui non prevede che il giudice procede in assenza per i delitti commessi mediante gli atti di tortura definiti dall’art. 1, comma 1, della Convenzione di New York contro la tortura, quando, a causa della mancata assistenza dello Stato di appartenenza dell’imputato, è impossibile avere la prova che quest’ultimo, pur consapevole del procedimento, sia stato messo a conoscenza della pendenza del processo, fatto salvo il diritto dell’imputato stesso a un nuovo processo in presenza per il riesame del merito della causa. La sentenza sarà depositata nelle prossime settimane.
In pratica, dunque, la Corte costituzionale ha deciso che il processo Regeni può andare avanti nonostante manchi la notifica formale agli imputati. Però, stabilisce di fatto la Consulta, è lecito presumere che a questo punto gli imputati in Egitto siano stati informati e la mancanza della notifica formale è chiaramente imputabile all’inerzia strumentale delle autorità egiziane, un vero e propro ostruzionismo istituzionale che secondo la Corte costituzionale non deve trasformarsi in giustizia negata in Italia.
FICO. “Il processo sul rapimento, la tortura e l'uccisione di Giulio Regeni può continuare. La decisione di oggi della Corte costituzionale segna un momento importantissimo nel percorso di verità e giustizia. E' un giorno di grande significato per la nostra democrazia: con una presa di posizione storica la Consulta dice che il processo può proseguire”. Lo afferma Roberto Fico, ex presidente della Camera dei deputati. “Ora – prosegue Fico – è il momento di andare avanti fino in fondo nel processo. Tutte le istituzioni hanno il dovere di supportare senza esitazioni la causa della giustizia”. “Voglio mandare un forte abbraccio ai genitori di Giulio, a sua sorella e ad Alessandra Ballerini: a loro dobbiamo il raggiungimento di questo prezioso obiettivo. Siamo tutti al loro fianco e non ci fermeremo fino a quando non sarà fatta giustizia su quanto successo a Giulio in Egitto sette anni fa. E' una questione di Stato”, conclude Fico. (27 SET - deg)
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