Roma, 3 ott – Progetti come “La casa di Mario” “credo che vadano sostenuti, ma serve anche migliorare la norma: infatti abbiamo istituito un tavolo che è al lavoro per renderla più applicabile sui territori, per ampliarne le maglie e per migliorarla da tanti punti di vista”. Così il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che oggi alla Camera ha risposto a un’interrogazione del Pd sul caso di Elena Patrizia Improta, mamma di Mario Mazzarino, 34enne affetto da gravissima disabilità dalla nascita a causa di problemi verificatasi durante il parto presso una clinica privata di Roma, e presidente dell'associazione di promozione sociale “Oltre lo sguardo”, attiva da 17 anni nei progetti per il “durante e dopo di noi” delle persone con disabilità. L’associazione porta avanti dal 2020 il progetto “La casa di Mario”, un modello di “dopo di noi” basato sul co-housing inteso come coabitazione tra persone “normodotate” e persone con disabilità. “E poi – aggiunge il ministro - serve anche il ‘progetto di vita’: infatti entro la fine dell’anno contiamo di portare in Consiglio dei ministri, in via preliminare, il decreto attuativo sul progetto di vita, che credo darà una risposta importante da un punto di vista sociale, sanitario, socio-sanitario, nel legame con il territorio, per superare la frammentazione dei servizi e di tutte le prestazioni. Certo, su questi temi serve più informazione e formazione, per poter collaborare sempre meglio a tutti i livelli istituzionali con le associazioni e le famiglie”. “Bisogna pensare in grande – sostiene Locatelli - per la fine di questa legislatura il mio obiettivo è molto sfidante: la semplificazione e la sburocratizzazione. È fondamentale poter garantire alle famiglie e alle persone con disabilità una vita più di qualità ma anche più semplice, tra visite mediche, certificati, sportelli. Dobbiamo cercare di mettere un po’ di ordine nel sistema”. (PO / Roc) ////