Roma, 3 ott – “Il reddito alimentare è una misura che ha l’obiettivo di attuare degli interventi sperimentali, che si inserisce nel più ampio piano degli aiuti alimentari offerti e messi a disposizione a livello nazionale attraverso la rete degli enti del terzo settore, che oggi danno certamente delle risposte importanti a chi si trova in uno stato di grande afflizione e di povertà, una povertà che è sempre più incalzante”. Così a 9colonne Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, che oggi ha risposto a un’interrogazione alla Camera sul tema del reddito alimentare. “Da una parte si contrastano gli sprechi alimentari, che hanno poi un riverbero dal punto di vista ambientale, e dall’altra si sostengono le persone con beni e alimenti di prima necessità” sottolinea Bellucci, che spiega: “Con il reddito alimentare si vogliono individuare delle modalità più efficienti ed efficaci, per raggiungere tutte quelle persone ad oggi non raggiunte dagli aiuti alimentari gestiti attraverso il programma Fead (Fondo di aiuti europei agli indigenti, ndr). L’emanazione del decreto attuativo ha visto il governo e il mio ministero interloquire costantemente con il terzo settore, che ci hanno di chiesto di coordinare gli interventi, non attuare delle iniziative frammentate per far sì che questa sperimentazione potesse essere un valore aggiunto rispetto alla gestione del programma Fead”. L’emanazione del decreto attuativo è arrivata a maggio: “Stiamo continuando – afferma il viceministro - l’interlocuzione con gli enti del terzo settore ma anche con gli enti locali, stiamo individuando le città metropolitane attraverso cui proporre il reddito alimentare, e quindi in breve tempo arriveremo all’emanazione del bando per far sì che la sperimentazione possa partire: 1,5 milioni di euro per il 2023 e poi dal 2024 e per gli anni successivi 2 milioni di euro. Il governo è consapevole dell’importanza di garantire aiuti alle persone indigenti e più povere”. (PO / Roc) ////