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SIULP: A TORINO FATTO
IL NOSTRO DOVERE

 “Troppo facile estrapolare tre frame da un filmato di due ore. Ne viene fuori un messaggio falsato”. Così il segretario del sindacato di polizia Siulp, Felice Romano, in una intervista a La Stampa, in merito alle cariche avvenute a Torino contro i manifestanti dei centri sociali. “Dico sempre che quando si arriva alle cariche, è una sconfitta per tutti. Cosa credete, che ci sia qualche poliziotto che ha deciso di sua iniziativa di andare lì con il manganello? È un mestiere difficile, l'ordine pubblico: bisogna contemperare la protesta con i diritti degli altri. Tutti hanno diritto a manifestare il proprio pensiero, ma nel rispetto delle regole”, “le regole non le fa il poliziotto, ma nemmeno lo studente, tantomeno l'antagonista di Askatasuna. Finché sono state solo parole, anche aspre, nulla è accaduto. Le cariche ci sono state nel momento in cui qualcuno ha deciso che si riteneva in diritto di violare la zona rossa e arrivare fino al presidente del Consiglio. Ora, se c'è stato un eccesso nell'uso della forza, siamo pronti alle conseguenze. Ma non si parli di violenza volontaria, perché nessuno di noi ha deciso volontariamente di andare lì. Può esserci stato al limite un eccesso colposo di uso della forza” e “se il Parlamento deciderà di cambiare le regole, e che noi anziché scudi e manganelli dobbiamo portare cornetti e cappuccini, ci adegueremo. Mi limito a ricordare, però, che quando una decina di anni fa gli antagonisti misero a ferro e fuoco piazza San Giovanni a Roma, c'era un governo di sinistra. E quando i ‘No Vax’ tentarono l'assalto al Parlamento, c'era un governo tecnico. Sappiano che in futuro potranno esserci loro, a palazzo Chigi. E senza manganelli, i violenti faranno quello che vorranno”. (5 ott – red)

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