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direttore Paolo Pagliaro

CALVINO, IL RICORDO
DI CARLO GINZBURG

Tra gli aneddoti e la commozione di una vita di ricordi e di studi si è conclusa stamane la prima parte del Convegno "Calvino guarda il mondo. Pluralità, coesione, metamorfosi", in occasione del centenario della nascita di Italo Calvino. L'incontro, promosso congiuntamente dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della nascita di Italo Calvino, dalla Sapienza Università di Roma e dal Laboratorio Calvino in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e Villa Medici - Accademia di Francia a Roma vede la partecipazione di grandi studiosi del mondo accademico - quali gli insegnanti Francesco Remotti, Laura Di Nicola, direttrice dello stesso Laboratorio Calvino, e Giovanni Solimene - e intellettuali vicini per amicizia o parentela al grande scrittore nato a Cuba, come la stessa figlia dell'autore Giovanna Calvino e Carlo Ginzburg, che ha dichiarato al nostro giornale come Calvino non fosse particolarmente amante delle pomposità, in riferimento alla sua ironia, e come avrebbe apprezzato, però, sapere l'attenzione che ancora oggi tutti rivolgono ai suoi testi.

L'atmosfera profusa nell'ambiente dell'Aula Magna della Sapienza - primo luogo ad ospitare il Convegno, che proseguirà nelle giornate di domani e di sabato rispettivamente nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e nell'Accademia di Francia, in Villa Medici nella Capitale - è ricreata come in uno dei tanti racconti di Calvino. Ha aperto l'incontro la Magnifica Rettrice Antonella Polimeni, che, ribadendo la vicinanza dell'Università di Roma alla diffusione dello studio dei suoi testi, rilancia il progetto programmato per il 2024 dal Laboratorio Calvino: la realizzazione di una bibliografia digitale sull'opera di ltalo Calvino. Centrale anche il ricordo commosso del compianto Alberto Asor Rosa, docente della Sapienza e uno tra i principali studiosi di Calvino in grado di far comprendere quanto questi sia essenziale nello sviluppo di una visione complessa del mondo.

Ha fatto seguito  Giovanna Calvino, figlia della scrittore commemorato, la quale, sorridente e tipicamente "calviniana", descrive brevemente la propria gioia per l'evento realizzato tra ricordi e commozione, per poi cedere la parola al Professor Carlo Ginzburg. Lo storico torinese, profondo amico di ltalo Calvino, con la propria lectio magistralis dal titolo "La formica e la nuvola. Una lettura politica", ferma lo scorrere del tempo al secolo scorso, raccontando le apparentemente lontane storie letterarie di Calvino, per poi far comprendere come, a ragion veduta, quest'ultimo descriva la realtà più contemporanea possibile con una densità simbolica che non esclude alcun tipo di realismo narrativo. Prosegue, poi, riflettendo sull'importanza profetica - confermata "in maniera anche dolorosa" dai tempi che corrono - dell'Autore, definito in passato un " vero sismografo" privo di filtri ideologici, su temi quali speculazione edilizia e disastri ambientali.

Dopo il magistrale intervento del professor Ginzburg, concludono la prima sessione di lavoro sulla memoria di Calvino i docenti F. Remotti, L. Di Nicola e G. Solimene, riflettendo sul suo rapporto con le conoscenze biologiche e antrologiche dell'uomo e sulla sua relazione, quasi maniacale, con i libri. D'altronde, Calvino, ormai un po' uomo e po' libro, non può che consegnarci ancora molti spunti di riflessione e materie di studio, perché, proprio in quanto classico, "non ha mai finito di dire quello che ha da dire", soprattutto per quando "saremo nuovi dentro prima che fuori".

(19 ott - pan)

(© 9Colonne - citare la fonte)