Reporter Senza Frontiere ha presentato una denuncia per crimini di guerra all'ufficio del procuratore della Corte Penale Internazionale, in cui descrive in dettaglio i casi di 9 giornalisti uccisi dal 7 ottobre e due feriti nell'esercizio delle loro funzioni nel corso dell’assedio a Gaza. Il rapporto della Ong menziona anche la distruzione intenzionale, totale o parziale, delle sedi di oltre 50 organi di informazione a Gaza. Dall'inizio del conflitto tra Israele e Hamas sono stati uccisi 34 giornalisti, di cui almeno 12 morti nell'esercizio della loro attività – 10 a Gaza, uno in Israele e uno in Libano – secondo un conteggio dell'organizzazione. “La portata, la gravità e la ricorrenza dei crimini internazionali contro i giornalisti, in particolare a Gaza, richiedono un’indagine prioritaria da parte del procuratore della CPI. Lo chiediamo dal 2018. Gli attuali tragici eventi dimostrano l’estrema urgenza della sua mobilitazione”. La denuncia alla Corte penale internazionale riguarda 8 giornalisti palestinesi, uccisi nei bombardamenti di aree civili a Gaza da parte di Israele, e un giornalista israeliano, ucciso il 7 ottobre mentre seguiva l'attacco al suo kibbutz da parte di Hamas.
Gli attacchi subiti dai giornalisti palestinesi a Gaza, spiega Reporter Senza Frontiere, “corrispondono alla definizione data dal diritto internazionale umanitario di un attacco indiscriminato e costituiscono pertanto crimini di guerra ai sensi dell'articolo 8.2.b. dello Statuto di Roma. Anche considerando che questi giornalisti sono stati vittime di attacchi contro obiettivi militari legittimi, come sostengono le autorità israeliane, questi attacchi hanno comunque causato danni manifestamente eccessivi e sproporzionati ai civili e costituiscono comunque un crimine di guerra ai sensi dello stesso articolo”. La morte del giornalista israeliano invece “costituisce un omicidio intenzionale di una persona protetta dalle Convenzioni di Ginevra, un crimine di guerra ai sensi dell'articolo 8.2.a. dello Statuto di Roma della CPI. Nella sua denuncia, RSF invita anche il pubblico ministero a indagare su tutti i giornalisti uccisi dal 7 ottobre: altri casi sono sotto indagine prima di essere deferiti alla Corte penale internazionale. Inoltre, diversi reporter sono stati uccisi o feriti in Libano, che non è uno stato parte della Corte penale internazionale a differenza della Palestina. RSF sta studiando la possibilità di portare questi casi davanti ad altri tribunali competenti.
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