Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Europa, Meloni
ora deve scegliere

Europa, Meloni <br> ora deve scegliere

di Paolo Pagliaro

L’Europa sta provando a liberarsi di un tabu – quello del voto all’unanimità – che è tra le cause del suo nanismo politico. Oggi il veto di un solo Paese basta a bloccare decisioni condivise da tutti gli altri, regola diventata insostenibile soprattutto nella prospettiva di un ulteriore allargamento a Est dell’Unione.
La settimana prossima il Parlamento di Strasburgo dovrà votare una storica riforma dei trattati, che prevede non solo il superamento dell’unanimità ma anche il rafforzamento delle competenze europee in materia di sicurezza e difesa, con l’istituzione di una forza armata comune sotto il comando della commissione. All’Unione dovrebbero essere riconosciute maggiori responsabilità anche in altri settori cruciali come mercato unico, sanità, industria, giustizia e fisco. La riforma prevede anche, e finalmente, una politica migratoria comune.
Non si sa che indicazioni di voto verranno da Giorgia Meloni. Roberto Castaldi, direttore di Euractiv Italia, ricorda che nel 1984 Giorgio Almirante e la destra italiana votarono a favore delle riforme costituenti del progetto Spinelli, e che in seguito fu un ministro del centrodestra, Giulio Tremonti, a rilanciare il tema della fiscalità europea e del debito comune. Oggi spetta a Giorgia Meloni e ai suoi parlamentari decidere da che parte stare, scegliendo tra retorica nazionalista e pragmatismo europeo. Sapendo che – come scrive Castaldi - qualunque sarà il risultato delle elezioni di giugno, chi voterà contro la proposta di riforma – sostenuta dai Paesi fondatori dell’Unione - sarà fuori dalla maggioranza che determinerà i dossier legislativi della prossima legislatura e la composizione della futura Commissione europea.

(© 9Colonne - citare la fonte)