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Sull’Europa
abbiamo due governi

Sull’Europa <BR> abbiamo due governi

di Paolo Pagliaro

Un’Europa federale non è nell’interesse degli Stati Uniti, ha scritto giorni fa sulla rivista Politico un allarmatissimo Andrew Michta, politologo dell’Atlantic Council molto ascoltato dalla destra americana. Michta mette in guardia contro la svolta in arriva tra Bruxelles e Strasburgo, dove sono allo studio cambiamenti come l'introduzione del voto a maggioranza, l'eliminazione del potere di veto da parte dei singoli paesi membri, la limitazione del numero dei commissari. Una svolta epocale, osserva il professore, progettata allo scopo di rafforzare il potere di Germania, Francia e pochi altri grandi paesi, togliendone invece ad alleati fedeli di Washington come Polonia, Romania, Ungheria, Paesi baltici.
Per Michta ieri è stata dunque una giornata nera. Il Parlamento europeo ha infatti approvato la proposta di riforma dei trattati che prevede appunto un aumento significativo del numero di decisioni prese dal Consiglio a maggioranza qualificata invece che all’unanimità, una revisione della composizione e del modo in cui viene eletta la Commissione, un pieno diritto di iniziativa legislativa per il Parlamento, e strumenti di democrazia diretta, inclusa la possibilità di avere dei referendum europei. Gli eurodeputati chiedono inoltre di estendere le competenze comunitarie a varie materie, tra cui ambiente e biodiversità, sicurezza e difesa, salute e protezione civile.
Contro la proposta – che ora dovrà essere discussa dai governi in sede di Consiglio – hanno votato tutti i partiti sovranisti, compresi Fratelli d’Italia e Lega. Ma il centrodestra si è diviso perché Forza Italia ha invece votato a favore, spiegando che in un mondo in cui tutti i vecchi equilibri vacillano occorre mettere l’Europa nelle condizioni di agire. Quale sarà alla fine la linea del governo lo scopriremo solo vivendo.

(© 9Colonne - citare la fonte)