Fare rumore, per Giulia e per tutte le vittime della violenza di genere: dalle scuole, dove gli studenti hanno manifestato dicendo No a “un silenzio assordante” alle piazze di tutta Italia, dove oggi sono in programma cortei e manifestazioni.
Oggi, Giornata internazionale contro la violenza di genere, Non Una di Meno chiama la piazza per l’ottavo anno consecutivo. Dall’inizio dell’anno sono stati registrati più di 100 casi di femminicidi e transcidi, e anche le aggressioni omolesbobitransfobiche e razziste sono sempre più numerose (dati Osservatorio nazionale NUDM). La morte di Giulia Cecchettin, avvenuta a pochi giorni dalla Giornata del 25 novembre, ha riacceso il dibattito pubblico e politico intorno al tema dell’insufficienza delle misure contro la violenza sulle donne. “La mobilitazione nazionale – fa sapere Non Una di Meno - non vuole essere una commemorazione delle vittime di femminicidio ma un punto di concentrazione della rivolta alla violenza strutturale che colpisce le nostre vite. Non un momento rituale, quindi, ma la precipitazione di una mobilitazione quotidiana – nelle scuole, nei posti di lavoro, nei quartieri, al fianco dei centri antiviolenza femministi e transfemministi – che con il ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin si sta riversando in cortei spontanei nelle piazze di tutta Italia”.
MATTARELLA: LAVORO CORALE PER SRADICARE FENOMENO
“Drammatici fatti di cronaca scuotono le coscienze del Paese. Una società umana, ispirata a criteri di civiltà, non può accettare, non può sopportare lo stillicidio di aggressioni alle donne, quando non il loro assassinio. La pena e il dolore insanabili di famiglie e di comunità ferite sono lo strazio di tutti”, è il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Quando ci troviamo di fronte a una donna uccisa, alla vita spezzata di una giovane, a una persona umiliata verbalmente o nei gesti della vita di ogni giorno, in famiglia, nei luoghi di lavoro, a scuola, avvertiamo che dietro queste violenze c’è il fallimento di una società che non riesce a promuovere reali rapporti paritari tra donne e uomini. La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne richiama tutti a un rinnovato, personale, impegno. Non soccorrono improvvisate analisi di psicologia sociale a giustificare la persistenza di una piaga che non si riesce a guarire nonostante gli sforzi. Abbiamo bisogno del lavoro delle Istituzioni, delle associazioni, del mondo produttivo, della scuola, della cultura, del contributo di ciascuno, per sradicare un fenomeno che tradisce il patto su cui si fonda la nostra stessa idea di comunità”. “Il numero di donne vittime di aggressioni e sopraffazioni è denuncia stessa dell’esistenza di un fenomeno non legato soltanto a situazioni anomale. Ad esso non possiamo limitarci a contrapporre indignazioni a intermittenza. Siamo lontani dal radicamento di quel profondo cambiamento culturale che la nostra Carta costituzionale indica – prosegue il Capo dello Stato -. Un percorso in cui le donne e gli uomini si incontrano per costruire insieme una umanità migliore, nella differenza e nella solidarietà, consapevoli che non può esserci amore senza rispetto, senza l’accettazione dell’altrui libertà. Una via in cui le donne conquistano l’eguaglianza perché libere di crescere, libere di sapere, libere di essere libere, nello spirito della Convenzione di Istanbul, alla quale ha aderito l’Unione Europea, segno importante di una visione universale di autodeterminazione e dell’eguaglianza dei diritti delle donne e passaggio decisivo nel delineare il quadro degli interventi contro la violenza di genere”.
LA RUSSA: PROBLEMA CULTURALE CHE DOBBIAMO ESTIRPARE
"Il femminicidio, la violenza, la sopraffazione, la mancanza di rispetto verso una donna sono un problema culturale che la nostra società ha l'obbligo di estirpare velocemente. Per farlo non sono sufficienti le giuste e importanti ricorrenze che ci ricordano il dramma che vivono molte donne, ma occorre una forte e quotidiana azione di prevenzione e contrasto. Partendo dalle istituzioni, dalle scuole e dalle famiglie dobbiamo lavorare per cambiare la mentalità di alcuni uomini. I passi in avanti che la nostra società ha fatto in questi decenni nel rapporto uomo-donna sono stati significativi ma il lungo percorso verso una vera uguaglianza e un maggiore rispetto non è ancora completato. Molto c'è ancora da fare. Impegniamoci tutti", ha detto il Presidente del Senato Ignazio La Russa.
FONTANA: DIFFONDERE LA CULTURA DEL RISPETTO
"Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il mio pensiero va a tutte coloro che, in Italia e nel mondo, hanno perso la vita a causa di questa piaga, al dolore delle loro famiglie, e a coloro che sono state lese nei loro diritti, nella loro dignità e nella loro libertà. Questa ricorrenza rappresenta un monito alle istituzioni e alle coscienze di tutti a diffondere e sostenere tutti i giorni e in ogni sede la cultura del rispetto delle donne", dichiara il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
MELONI ALLE DONNE ITALIANE: NON SIETE SOLE
“Siamo libere, e nessuno può toglierci quella libertà, nessuno può pensare che siamo nel loro possesso. Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, voglio dire alle donne italiane che non sono sole, e che quando hanno paura 1522 è il numero da chiamare, in qualsiasi momento, per avere aiuto immediato. Perché le leggi ci sono, le Istituzioni ci sono, compatte, per prevenire e combattere l'abominio della violenza contro le donne, dello stalking, del femminicidio. Grazie ai ministri e agli sportivi che ieri ci hanno aiutato a ribadire questo concetto. Dall'inizio del nostro mandato abbiamo svolto un'importante azione che riguarda gli strumenti di prevenzione e sicurezza. E non ci fermeremo”, scrive sui social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
(PO / red – 25 nov)
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