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direttore Paolo Pagliaro

Sarà un Ponte
verso il nulla

di Paolo Pagliaro

Il moto ondulatorio dei governi che si succedono ha riportato a galla il Ponte sullo Stretto, progetto da 15 miliardi a cui si sta applicando il ministro Salvini. Sabato a Messina alcune migliaia di persone hanno sfilato dando voce alla protesta di ambientalisti e opposizioni, ricevendone in cambio il dileggio del vicepremier.     
Ma ci sono approcci meno passionali. Uno è quello dell’economista Stefano Micossi. Secondo lui il Ponte di Messina si deve fare, perché può cambiare l’economia del Mezzogiorno. Ma non si devono spendere soldi pubblici. La soluzione sarebbe quella di mettere a gara il progetto e la concessione dell’esercizio per un tempo adeguato, 25-30 anni, lasciando poi che il vincitore costruisca il ponte e lo gestisca una volta pronto. Il ritorno dell’investimento sarebbero i pedaggi.
Per l’Osservatorio Conti Pubblici dell’università Cattolica altri economisti – Carlo Cottarelli e Leoluca Virgadàmo – si soffermano invece sulle condizioni in cui versa la rete ferroviaria siciliana. Dice il loro dossier che la velocità effettiva per le tratte ferroviarie tra i capoluoghi di provincia siciliani è di 26-28 km/h a seconda dell’orario di partenza, quasi il 40 per cento in meno della velocità effettiva in Piemonte e Toscana (usate come regioni di confronto).  La rete ferroviaria dell’isola è lunga 1.370 chilometri, ma solo il 16% è a doppio binario, contro il 46 % della rete nazionale. I collegamenti da e verso Trapani richiedono un minimo di quattro ore, una durata enorme se si pensa che la distanza Palermo-Trapani è di 75 km. Per percorrere i 52 chilometri che separano Ragusa da Siracusa il viaggio più veloce è di due ore. Per i convogli in arrivo dal continente,  sarà un Ponte verso il nulla.   

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