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Violenza donne, Semenzato: scuola fondamentale, necessaria collaborazione super partes

Roma, 7 dic - “La scuola è fondamentale, parlo sempre di un rinnovato patto di corresponsabilità tra famiglia, scuola e politica: quindi tra i tre attori principali nella lotta alla violenza di genere c’è proprio la scuola e i sistemi educativi. Una scuola che deve necessariamente partire da quella dell’infanzia, abbracciando tutti i gradi educativi fino ad arrivare all’università. Ma anche tutte le discipline didattiche. Non pensiamo che il tema della violenza di genere possa essere circoscritta solo ad alcune materie”. Così a 9colonne Martina Semenzato, presidente Commissione Femminicidio, dopo l’audizione del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara. “Dall’audizione – aggiunge - è emersa la necessità di una grande collaborazione, trasversale, tra forze: è stato ribadito il concetto di lavorare in maniera super partes, senza colori politici, senza strumentalizzazioni. Il ministro ha inoltre rassicurato su qualche domanda provocante dell’opposizione, facendo capire l’apertura di questo governo e anche del ministro Valditara ad affrontare insieme sia i processi educativi che le tematiche”. “Il focus principale restano i ragazzi – continua Semenzato - l’ascolto delle loro proposte su come intendono affrontare la violenza di genere, anche con le tante mancanze che forse hanno in merito. Il protocollo d’intesa tra ministero dell’Istruzione e del merito, ministero della Cultura e ministero della Famiglia, della natalità e delle pari opportunità punta sul valore fondamentale del rispetto, passando attraverso i processi educativi e normativi: tantissimi ragazzi, infatti, non sanno cosa voglia dire commettere un reato in tema di violenza di genere. C’è poi il grande tema della prevenzione: capire quali possono essere dei comportamenti che magari vengono male interpretati, scambiati come segni di affetto e invece sono segno di possesso e controllo verso le ragazze: quasi il 20% di loro identifica come un ‘buon gesto’ quello del controllo del cellulare, inteso come un momento di attenzione invece che di controllo, oppure quello di chiedere la geolocalizzazione: non sono mai atti d’amore, ma atti di controllo e di possesso” . (PO / Roc) ////

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