Roma, 7 dic - “I dottori di ricerca hanno investito nella loro formazione, un investimento importante in termini di risorse che hanno speso ma a soprattutto che ha speso lo Stato per formarli. Con questa proposta di legge noi vogliamo valorizzare il titolo del dottore di ricerca, che renda la possibilità di essere più vicini alle pubbliche amministrazioni, proprio perché c'è una formazione specifica che non è solo una formazione universitaria. Ci tengo a dirlo perché le opportunità devono esserci, per i dottori di ricerca, anche fuori dalla pubblica amministrazione. In questa direzione va questa proposta di legge proprio per valorizzare un titolo che è un po’ relegato nelle biblioteche e nelle università e in realtà deve essere più spendibile non solo nelle università ma anche in tutta la pubblica amministrazione, nel lavoro privato”. Così la deputata leghista Laura Cavandoli, a margine dell’Intergruppo per la valorizzazione dei dottorati di ricerca, che ha elaborato una proposta di legge al riguardo. Il rapporto del Censis di pochi giorni, nel capitolo sull’Italia sonnanbula, parlava del resto proprio di questa difficoltà nella connessione tra il mondo della ricerca e dello studio e il mondo del del lavoro. “Vogliamo accorciare questo gap che viene sempre evidenziato e i dottori di ricerca sono ancora un po’ ghettizzati in quel mondo dello studio. E invece no: devono essere potere prestare la propria valorizzazione, la propria cultura, il proprio approfondimento, la propria ricerca anche di fuori delle università. su questa direzione credo ci sia tutta la platea parlamentare perché siamo un intergruppo che coinvolge, dalla sinistra alla destra, senza nessuna battaglia di partito”.

(PO / Sis)