Dopo “Omaggio a Miro'” a Trieste e “Miro' a Torino” nella capitale sabauda, Catania ospita il terzo capitolo di una serie di mostre dedicate al grande maestro catalano Joan Miro’. Dallo scorso 20 gennaio fino al 7 luglio, presso la sede del Palazzo della Cultura, sarà possibile visitare “Miro’ - La gioia del colore”, a cura di Achille Bonito Oliva in collaborazione con MaithéVallès-Bled e Vincenzo Sanfo. Il progetto espositivo è promosso da Navigare con il patrocinio della Regione Siciliana, dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, del Comune di Catania - Direzione Cultura e dell’Ambasciata di Spagna, in coproduzione con Art Book Web e Diffusione Cultura. Radio KissKiss e Catania Today sono media partner e Sky Arte è media cover dell’evento. “Miro’ - La gioia del colore” raccoglie circa un centinaio di opere che coprono un arco temporale di circa sessant’anni, dal 1924 al 1981: dipinti, tempere, acquerelli, disegni, sculture e ceramiche, oltre ad una serie di opere grafiche, libri e documenti, provenienti da collezioni private italiane e gallerie francesi. Ad arricchire e ampliare il percorso espositivo, dalla doppia lettura cronologica e tematica, ci sarà anche una sezione fotografica e video che approfondirà alcuni aspetti della vita privata e pubblica dell’artista surrealista. Ulteriori sezioni sono focalizzate sui lavori grafici realizzati quando collaborava con la famosa rivista Derrière le Miroir, edita dalla galleria Maeght, e quella multimediale. Nato a Barcellona nel 1893, dopo aver studiato economia, a seguito di un importante problema di salute Miro’ si trasferisce a Parigi dove incontra Picasso e frequenta il circolo Dada di Tristan Tzara, dedicandosi alla pittura, alla scultura e alla ceramica. Dopo dodici anni, ritorna in Spagna da cui riparte di nuovo alla volta di Parigi a seguito del secondo conflitto mondiale. Quando però le truppe naziste assediarono la capitale francese, decise di andare a Palma di Maiorca, dove morì nel 1983 all’età di cento anni. Maestro indiscusso del surrealismo, ha sin da subito espresso il suo biasimo nei confronti della pittura convenzionale. La realtà per l’artista catalano è un punto di partenza, mai di arrivo. Le sue opere nascono dallo stretto legame tra le tinte forti del giallo, nero, rosso o blu e il suo segno sintetico, che insieme rileggono la realtà circostante sottraendole tutto ciò che non è essenziale. La mostra è realizzata insieme ad Art Book Web. (gci)
IL MONDO SURREALE DI RYAN HESHKA ESPOSTO A MILANO
L’universo artistico dell’artista canadese Ryan Heshka è un mondo folle e selvaggio popolato da pin-up mascherate, temibili femmes fatales, bizzarre chimere, mostri spaziali, supereroi e molto altro. Per scoprire la sua pittura, dal 15 febbraio al 28 marzo la galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea di Milano presenta “Springs to Come”, mostra personale di Heshka a cura di Ivan Quaroni. In mostra variazioni genetiche di ogni sorta, incroci, innesti e ibridi di un’umanità mutata, ma anche una fauna e una flora riadattate a nuove condizioni di vita. Il risultato è una variopinta gamma di forme organiche, un campionario di specie promiscue e spurie che incarnano il sogno darwinista di un’evoluzione inarrestabile. Per dirla con le parole di Ryan Heshka, “la prima generazione di nuove forme di vita, dopo la fine del mondo”. Nella mostra - la quinta dedicata all’artista negli spazi della galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea - sono esposte circa trenta opere, tra olii su tela e tavola e tecniche miste, gouache e matite su carta, che rappresentano la recente produzione di Heshka. Accantonati i toni dark di “Midnight Movie” (la precedente esposizione del 2018 nella galleria), Heshka si lascia guidare questa volta dall’idea di una rinascita, insieme formale e creativa, che ruota attorno ai concetti di germinazione, fioritura e proliferazione che prendono corpo non solo nell’invenzione di personaggi inediti, ma anche nella definizione di nuove idee. È infatti una primavera, quella a cui allude il titolo dell’esposizione, visibile soprattutto nella tavolozza di colori straordinariamente vivaci e luminosi dei suoi dipinti e nella scelta di ambientare le sue storie in un paesaggio naturale a metà tra un Eden post-apocalittico e un Giardino delle delizie alieno. Completano la mostra una serie di schizzi, studi, bozze e progetti su carta che illustrano il procedimento creativo dell’artista. Ryan Heshka, nato nel 1970 a Manitoba, in Canada, vive e lavora a Vancouver. Ha studiato Architettura e conseguito una laurea in Interior Design lavorando per molti anni in questo settore, oltre che nell’animazione, prima di fare dell’arte e dell’illustrazione le sue principali attività. I suoi lavori sono influenzati dalla cultura pop, ma anche altre influenze che includono il mondo naturale, il design industriale e architettonico e la moda. Durante l'infanzia, oltre a disegnare, Heshka si divertiva a costruire modelli di piccole città, che filmava con la tecnica dello stop motion in Super 8 mm per creare un proprio mondo fantastico. I suoi lavori sono stati pubblicati nei più importanti annuali di illustrazione, tra cui American Illustration, Society of Illustrators, Communication Arts, 3 x 3 e Applied Arts, oltre che sulle pagine di riviste come Vanity Fair, Wall Street Journal, The New York Times, Playboy, Esquire, Forbes, Topps e Dreamworks SKG. Ha esposto in gallerie nel Nord America e in Europa, ed è stato pubblicato numerose volte sulla rivista BLAB! e su alcuni libri dedicati al movimento del Pop Surrealism, tra cui The Upset: Young Contemporary Art di Robert Klanten e Beautiful Dreamers: Il nuovo sogno americano tra Lowbrow Art e Pop Surrealism, di Ivan Quaroni. Nel 2017 l’editore Cernunnos ha pubblicato la sua prima monografia, intitolata Fatales: The Art of Ryan Heshka. L’artista ha, inoltre, pubblicato il fumetto e "Mean Girls Club" (2015), la graphic novel “Mean Girls Club: Pink Dawn” (2018) e i fumetti autoprodotti "Frog Wife" (2018) e “Pleasure Planet” (2021). (gci)
A MILANO I 35 "CAPRICCI" DI WAINER VACCARI
Un’occasione per scoprire l’arte di Wainer Vaccari: la milanese Carlocinque Gallery presenta 35 “Capricci”, in mostra dal 7 febbraio al 5 aprile. L’artista ha realizzato trentacinque nuovi dipinti, infatti, eseguiti tutti nel 2023 (olio su tela della dimensione di 40x30 cm ognuno). Vaccari, con questa misura contenuta, riesce con pochi sapienti tocchi di pennello a condensare una completa sintesi del suo immaginario pittorico, definendolo come un racconto inserito perfettamente nello spazio della galleria. In poche parole, un concreto libro che accompagna il visitatore anche nell’universo artistico personale dell’autore. Ciascuna opera esprime una visione unica, caratterizzata da una forte enfasi sui colori. L’artista, infatti, riesce con pochi sapienti tocchi di pennello a condensare tutta una completa sintesi del suo immaginario pittorico, definendo un racconto a colori. Tutti i trentacinque lavori sono stati realizzati per questa mostra e per questo spazio, oltre a essere stati eseguiti in ordine ininterrotto, come l’impaginazione di un ipotetico quanto reale libro. (gci)
LA STREET ART CONQUISTA IL LOGGIATO DEL MUSEO NOVECENTO DI FIRENZE
Dallo scorso 19 gennaio fino al 18 febbraio, il loggiato al piano terra del Museo Novecento di Firenze ospiterà per la prima volta un intervento di Street Art. “Different Might be Everything” è il nome dell’opera site specific realizzata dallo street artist Kraita317, nata in collaborazione con la Street Levels Gallery di Firenze. L’intervento, a cura di Sofia Bonacchi e Street Levels Gallery, nasce dalle considerazioni sull’opera del 1988 di Maurizio Nannucci, “Everything Might Be Different”, esposta nel chiostro del Museo Novecento. L’idea di invertire l’ordine semantico delle parole scelte da Nannucci supporta l’artista nella legittimazione del suo operato, così come della corrente di cui fa parte. Il nuovo motto, “Diverso potrebbe essere tutto”, indica appunto la volontà di riconoscimento di un movimento artistico ancora sottovalutato, spesso controverso, ma vivo e prorompente, come quello della Street Art. Kraita317 è, infatti, un rappresentante intraprendente di quella cerchia di artisti che hanno iniziato il proprio cammino con pochi mezzi, spinti unicamente dalla propria determinazione. Artisti cresciuti sacrificando il senso di sicurezza per inseguire una felicità autentica, da raggiungersi attraverso percorsi intricati e spesso amari. Kraita317 è uno dei principali protagonisti del movimento artistico urbano fiorentino degli ultimi anni e fa parte degli artisti che lo scorso anno hanno partecipato alla grande esposizione internazionale di urban art del Museo Fluctuart di Parigi. Membro attivo della crew romena ANS sin dalla fine degli anni Duemila, Kraita317 nel 2018 lascia la sua città natale, Brasov, per trasferirsi a Firenze. Questo cambiamento innesca un’evoluzione rapida e costante nel suo stile, sia nel tratto sia nella selezione cromatica, transitando dal figurativo all’astratto senza mai abbandonare una cifra stilistica altamente espressiva. Le opere astratte e sintetiche di Kraita317 rimandano a dialoghi introspettivi e personali che escludono l’uso della parola, facendo leva sulla capacità di forme essenziali e colori primari di evocare sensazioni complesse e sentimenti profondi. Quel che l’artista restituisce, prima in studio e poi in strada, è il risultato finale di un lungo percorso nato dall’urgenza di rispondere agli stimoli raccolti e poi assimilati nell’ambiente urbano. Kraita317 deposita il proprio credo direttamente sulla strada, affidando le sue opere all'usura del tempo e all’interazione con la città e suoi abitanti. (gci)
“PASION PICASSO”: PROROGATA ALL’11 MARZO L’ESPOSIZIONE PHYGITAL A NAPOLI
Visto il grande successo di visitatori, con un’affluenza che, tra turisti e scolaresche, ha superato i 30mila ingressi, la mostra gratuita “Pasion Picasso”, presso l’Archivio di Stato di Napoli, è stata prorogata fino all’11 marzo. L’iniziativa, organizzata dall’Archivio di Stato di Napoli e sostenuta dalla Regione Campania, nell’ambito del POC 2014-2020, mira a consentire al più vasto pubblico di conoscere l’interessante vicenda che accompagnò l’esordio post-bellico del grande artista spagnolo in Italia e che è stata testimoniata nell’archivio personale del senatore Eugenio Reale, custodito in Archivio. La parte emozionale e visiva che ha catturato l’attenzione dei visitatori è stata realizzata grazie al supporto di Softec SpA, così da aprire una nuova finestra di connessione virtuale con l’artista e con le sue opere più rappresentative in un’esposizione immersiva. Il progetto si inserisce nel contesto delle celebrazioni ufficiali internazionali del grande Progetto congiunto della Commissione Binazionale Spagna e Francia “Picasso Celebration 1973-2023”, per la ricorrenza del cinquantenario della morte di Pablo Picasso. La mostra, a cura dell’Archivio di Stato di Napoli - Ministero della Cultura, è frutto dell’alleanza fra Italia e Spagna e delle loro articolazioni culturali. Durante il percorso di visita è possibile osservare da vicino 39 opere del grande artista spagnolo, oltre a documenti d’archivio, articoli di giornale, cartoline, fotografie e lettere autografe di Pablo Picasso, risalenti al 1953 e alla querelle dell'epoca che accompagnò l’organizzazione delle due mostre di Roma e Milano. Il metodo scelto è denominato “phygital”, ovvero una fusione perfetta e armonica degli strumenti digitali con lo spazio fisico. “La nostra azione di fidelizzazione di un pubblico sempre nuovo ad un’Istituzione, finora ritenuta una Tebaide per esperti e ricercatori, si sta evolvendo con risultati lusinghieri - afferma Candida Carrino, direttore dell’Archivio di Stato di Napoli - L’anno scorso la nostra esposizione di giocattoli antichi, dal XVIII al XX secolo, ‘La Fiera dei Balocchi’, in due mesi fu premiata dalla presenza di 22mila visitatori. Fino al prossimo 11 marzo, grazie a ‘Pasiòn Picasso’ prevediamo di quasi raddoppiare quella cifra, malgrado non siamo aperti nei giorni festivi, come i musei, certi di aver acceso l’interesse del pubblico anche nei riguardi di tutte le bellezze monumentali, artistiche e documentali che possiamo offrirgli. La scelta di aderire al Progetto ‘Picasso Celebration’ ha costituito un ottimo propulsore, col sostegno della Regione Campania - conclude Carrino - e la proposta tecnologica innovativa, frutto del know how di Softec e con gli Oculus di Lirica”. “Siamo molto soddisfatti di questo successo dell’esposizione - spiega Massimo Furoni, Chief Strategy Officer Softec - È evidente che ai visitatori susciti emozione e curiosità potersi immergere nella vita e nelle opere dei grandi artisti che hanno fatto la storia, in questo caso dell’arte. Sicuramente l’esperienza Phygital rappresenta un plus che accoglie e accompagna il visitatore con una serie di touchpoint, con cui può interagire grazie al proprio smartphone. La tecnologia diventa così un potente abilitatore, in grado di avvicinare soprattutto i ragazzi alla cultura, ma permette anche agli adulti di fruire dell’esperienza artistico-culturale, senza richiedere alcuna competenza tecnica o strumento digitale altamente performante”. (gci)
NELLA FOTO. Le lézard aux plumes d’or 3, 1967, litografia 48x33,5 cm, Collezione Bertrand Champetier (dettaglio)
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