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L’intervista / migranti, Costa (Anci): sistema sai continua a rispondere a sfida importante

Roma, 2 feb – Oltre 52mila ingressi nel 2022 nel sistema Sai, dei quali 12mila sono minori stranieri non accompagnati. Numeri in crescita rispetto all'anno precedente, che testimoniano come il sistema di seconda accoglienza messa in campo in maniera capillare dai Comuni, 1.999 quelli che a oggi hanno aderito in via volontaria, ha risposto in maniera positiva e resiliente. E Virginia Costa, responsabile del servizio centrale Sai, sottolinea il fatto che “ci sono tanti comuni di dimensioni piccole, e anche in zone periferiche, che hanno ritenuto che questa non fosse soltanto un'azione utile al nostro paese, ma necessaria anche per il loro territorio, perché si tratta di rinvigorire la presenza di persone. Parliamo di aree interne, borghi in via di spopolamento che invece, attraverso il progetto Sai, tornano a nuova vita: “È un aspetto interessante rispetto a quello che molto spesso viene descritto come un problema” ovvero il processo di integrazione di persone migranti sul territorio italiano: “invece per questi territori diventa un'opportunità. Credo che questo sia un risultato molto importante”. Anno dopo anno, come dimostra il rapporto 2022 presentato dall’Anci, si si modificano i flussi e i paesi di provenienza delle persone migranti: “Quest'anno è stato particolarmente importante l'aumento delle persone provenienti dall'Afghanistan e dall'Ucraina -. spiega Costa - Chiaramente, il sistema di accoglienza per chi scappa dal proprio paese risente del contesto internazionale e dei punti di crisi che chiaramente si creano. Ma rimane molto importante anche un flusso dal centro Africa: ci sono delle situazioni in continua evoluzione, in cui le persone che scappano continuano a essere in numero molto importante”. Riguardo ai minori non accompagnati, il report evidenzia una presenza notevole di ragazzi provenienti dall'Egitto “Si tratta di un flusso storico, soprattutto di ragazzini, di bambini anche al di sotto dei dei 15 anni. Ci sono motivazioni evidentemente legate a una spinta da parte delle famiglie a farli venire per la ricerca di opportunità, di crescita, di studio e di collocamento migliore di quelle del loro paese. Cero è una cosa che ci fa sorgere diversi interrogativi rispetto al modo in cui il nostro Paese deve assolutamente dare protezione, che potrebbero essere approfondite in maniera più importante”, spiega Virginia Costa. Che ricorda i tempi tecnici che sono necessari a entrare effettivamente nel sistema di seconda accoglienza: “La norma prevedrebbe che la prima accoglienza in capo allo Stato sia al massimo di 45 giorni, nell'ambito della quale dovrebbero essere chiaramente soddisfatte le prime esigenze del minore, ma anche verificata l'effettiva assenza di parenti in Italia. Poi si parte con la seconda accoglienza”.Il 2023 è stato un record per i flussi migratori, con oltre 150mila arrivi sul territorio italiano, e anche il 2024 si preannuncia critico, a causa di guerre, situazioni geopolitiche calde, incertezza economica e climatica: Il sistema è pronto a resiliente abbastanza per affrontare anche queste sfide? Per la responsabile del Sai “il sistema lo è: l'importante è avere un numero di posti adeguato a rispondere a tutti. Aumentano le vulnerabilità, arrivano sempre più persone effettivamente provate, sia per le situazioni di partenza che per la pericolosità del viaggio, pieno di rischi, a volte anche di detenzioni e di torture. Chiaramente poi i servizi devono essere adeguati a fa fronte a questa situazione”.

(PO / Sis)

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