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direttore Paolo Pagliaro

GUERRITORE: LA RAI
E’ ALLO SBANDO

GUERRITORE: LA RAI <BR> E’ ALLO SBANDO

La Rai “è allo sbando. La volontà di cambiare la cultura di questo paese ha sbalestrato tutti. La cultura monocratica è inaccettabile. Questo ha allontanato gli intellettuali e portato via trasmissioni storiche. Un pericolo enorme. Assieme alla delegittimazione della giustizia, alla legge sul premierato, un matriarcato mascherato, identico al patriarcato, agli attacchi alla legge sull'aborto, alla scuola e via elencando. Io lotto per la democrazia e per lo stato sociale che significa sanità pubblica, scuola pubblica, assistenza e lavoro. E credo nel diritto di autodefinirsi” ed “oggi ci sono le piattaforme. In Rai non c'è linea editoriale. C'è spazio solo per biografie semplificatissime. Senza spessore, si banalizza. Per attivare la capacità di commozione servono grandi storie, una rappresentazione poetica”. Lo afferma Monica Guerritore in una intervista a La Stampa. A settembre torna su Netflix… “Quando ho letto la sceneggiatura di Inganno scritta da Teresa Ciabatti, mi sono convinta che il racconto andava portato. Parla di una donna matura, autonoma, ricca, con tre figli ma sola. Incontra l'amore in una condizione possibile, un giovane misterioso e bellissimo visto una notte. Può rappresentare il pericolo ma lei ne è attratta. È la storia scandalosa e sorprendente di una donna che vuole vivere la passione. Si può essere vincenti con questo gap generazionale? Questa donna è dominata o domina? È ingannata o inganna?”. E ricorda i suoi esordi televisivi proprio in Rai: “Nel 1975, in un periodo vuoto andai in Rai, a viale Mazzini: ‘Sono un'attrice del Piccolo di Milano, vorrei lavorare anche per la tv. Mi dice a chi devo rivolgermi?’. Tanta sfacciataggine portò il commesso a suggerirmi uno dei due capistruttura addetti. ‘È napoletano, forse è più simpatico’. Lui mi aveva vista a teatro, al Piccolo e tempo dopo mi offrì di essere Manon Lescaut con la regia di Sandro Bolchi”. Parla anche della sua vita sentimentale “molto intensa”: “I miei grandi amori si conoscono, Giancarlo Leone, Gabriele Lavia, il grande amore che arrivava dal grande dolore per la morte di Romolo Valli, un maestro e un amico indimenticabile”. Come andò con Lavia? “Mi comportai come Ingrid Bergman con Rossellini. Gli scrissi dopo aver visto il suo Amleto dicendogli che mi mettevo a disposizione. Due figlie e anni meravigliosi fino a Scene di un matrimonio. Come per la coppia Liv Ullmann-Ingmar Bergman, ogni sera quelle parole raccontavano il dolore della nostra separazione. Oggi Roberto Zaccaria, un professore, niente di più lontano da me. Eppure è il grande amore, mi ha conquistata con pazienza, costanza, affidabilità”. Adesso a chi scriverebbe per lavorare? “A Roberto Andò”.  (foto di Manuela Giusto dallo spettacolo "Ginger e Fred"). (24 mag - red)

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