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direttore Paolo Pagliaro

PREMIERATO, MELONI:
O LA VA O LA SPACCA

PREMIERATO, MELONI: <BR> O LA VA O LA SPACCA

La riforma del premierato? "O la va o la spacca, ma nessuno mi chieda di scaldare la sedia o di stare qui a sopravvivere perché non sono la persona giusta per rcoprire questo incarico". Così il premier Giorgia Meloni, nel suo intervento al Festival dell’Economia di Trento, intervistata da Maria Latella. "Ne vale la pena? Secondo me sì - sostiene Meloni - è una riforma necessaria e c'è un lato personale di questa risposta: non sono il tipo di persona che riesce a
ripagare con la vanità le rinunce che deve fare per ricoprire questo incarico. Attualmente la mia vita più o meno si svolge così: io mi alzo la mattina, cerco di
risolvere i problemi e quando riesco vado a dormire. Non c'è altro che il poco tempo che riesco a passare con mia figlia, mediamente un'ora al giorno tra la mattina e la sera. Qualcuno pensa che io davvero potrei fare questo avendo come unico obiettivo quello di rimanere a fare questo? Molti lo farebbero ma io non li capisco sinceramente. Per me vale la pena fare questa vita se quando hai finito ti puoi guardare alle spalle, puoi guardare l'Italia e puoi dire che ne valeva la pena". Quella del premierato, aggiunge Meloni, è una "riforma che modificando 7 articoli della Costituzione fa una piccola grande rivoluzione, rimettere il boccino delle decisioni in mano ai cittadini e garantisce la stabilità del governi scelti dai cittadini". "E' una misura democratica - aggiunge - ma anche economica , perché rafforza ogmi possibilità di far crescere l'economia della nazione: in 75 anni di repubblica abbiamo avuto 68 governi e il mio è il 16esimo per longevità, se dovessimo arrivare a Natale sarebbe il sesto". Secondo il premier "tutti quelli che hanno dato le carte o hanno ritenuto di dover dare le carte, senza rendere conto ai cittadini, osteggiano questa riforma". Il premier interviene poi sulla querelle del redditometro: "Sulla misura introdotta da Renzi non ho cambiato idea, eravamo contrari e siamo contrari" precisa Meloni, aggiungendo: "La norma L'ho sospesa perché la voglio vedere meglio, una cosa è colpire i casi intollerabili come chi gira con il Ferrari e si dichiara nullatenente, un'altra cosa è inserire nell'ordinamento qualcosa che vessa il cittadino comune". "Vengo accusata di essere amica degli evasori, ma i numeri non dicono questo: il 2023 è stato l'anno record nel recupero di evasione fiscale in Italia" rivendica il presidente del Consiglio, che torna a parlare di Superbonus: "Non ho bisogno di fare cassa sul superbonus ma di fermare l'emorragia perché i nostri conti non la reggono: è una misura che non ha portato i benefici promessi sul Pil, pensate che ci sono state truffe per 17 miliardi, pari all'intero valore prodotto dal nostro settore del vino in un anno, sono una persona seria e non mi sento di mandare avanti una cosa del genere, gli italiani valuteranno". Il premier parla poi di lavoro, rispondendo alle opposizioni: "Ringrazio la segretaria Elly Schlein, perché mi consente di ricordare i disastri che la sinistra in 10 anni ha portato in Italia, è vero che i salari crescono
meno che in Francia" ma "non accetto lezioni da chi quando era al governo faceva diminuire i salari dell'1,5%, mentre in Germania crescevano del 16%". "Siamo fieri -
aggiunge - che in un anno e mezzo siamo riusciti a far ricrescere i salari: è stata una scelta, le poche risorse che avevamo le abbiamo messe su questo". Sulla Rai, invece, il presidente del Consiglio sottolinea: "'Telemeloni'? Sono ultima in classifica negli ultimi 16 mesi sul Tg1 rispetto ai miei predecessori, a partire dal governo Renzi. il problema non è che c'è 'Telemeloni', ma che non c'è più 'Tele Pd'". Guardando alle Europee, inoltre, il premier sottolinea che con Marine Le Pen "ci sono dei punti in comune sul contrasto all'immigrazione illegale, sull'approccio alla transizione verde, sulla difesa della identità europea". Proprio sul tema immigrazione, Meloni torna a parlare dell'accordo con l'Albania, rimarcando che il premier albanese Edi Rama "ha smentito" di aver definito un flop l'accordo, "ma non è una novità" l'attribuire frasi mai pronunciate. Il premier, ricordando i due giorni passati l'estate scorsa in Albania e l'attenzione mediatica che avevano suscitato, ha poi fatto il verso a Elly Schlein: "Mi sono chiusa con Rama, una persona coraggiosa, a discutere i contorni dell'accordo che poi abbiamo presentato. Erano tutti attenti ad altro, 'non ci hanno visto arrivare'".

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