Dopo Ucraina e Medio Oriente, molti temono l'apertura di un terzo fronte orientale, col coinvolgimento diretto di Cina e Stati Uniti. “Il rapporto tra Cina e Usa non potrà mai essere facile, ma c'è un crescente consenso nel non lasciare che la competizione scivoli in un conflitto” sostiene in una intervista a La Stampa il colonnello maggiore Zhou Bo, che al termine della carriera militare è diventato una delle voci più influenti della galassia della difesa cinese. E spiega perché la Cina non parteciperà alla conferenza sulla pace in Ucraina prevista in Svizzera il 15 e 16 giugno: “Ha sempre avuto una posizione imparziale e non ha mai fornito armi a nessuna delle parti. Il governo ha sempre detto che sostiene qualsiasi iniziativa di pace riconosciuta da entrambe le parti”. Poi il nodo Taiwan: “Siamo preoccupati da Lai, il nuovo leader di Taiwan: ha assunto da subito un tono molto provocatorio. Se manterrà questo atteggiamento ci saranno altre risposte sia militari che economiche, in grado di creare un nuovo status quo tale che né Taipei né Washington vogliono vedere. La soluzione migliore per evitarlo è lasciar credere a Pechino che la riunificazione pacifica è ancora possibile”. Il presidente filippino Marcos ha detto che, in caso ci sia anche una sola vittima nei sempre più frequenti confronti sulle acque contese nel Mar cinese meridionale, si “attraverserebbe il Rubicone” con l'attuazione del trattato di mutua difesa Manila-Usa… “Quanto ha detto Marcos è assurdo. In passato è stata la guardia costiera filippina a uccidere dei cinesi, tre volte. Avremmo dovuto combattere già tre guerre. Fino a due anni fa la situazione era stabile, questo approccio rende difficile immaginare una de-escalation”. La Cina teme la formazione di una Nato asiatica? “Austin ha parlato di ‘nuova convergenza’, ma al di là di nomi e formule resta il fatto che Washington sembra promuovere una divisione tra blocchi per competere con la Cina. In realtà, i nostri contrasti sono limitati alla prima catena di isole del Pacifico, non ne abbiamo altrove. E non combattiamo guerre per procura in giro per il mondo”.
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