Una fedele proiezione in 3D fa rivivere l’incanto del prezioso Vaso Francois, oggi conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze che torna così idealmente nel luogo del suo ritrovamento. La mostra, dal titolo “Il Mito dipinto”, è frutto del progetto realizzato dalla Techvision Sistemi Multimediali che ha fornito i modelli 3D del vaso in collaborazione con la Fondazione Arte&Co. L’enorme cratere attico a figure nere, firmato dal vasaio Ergotimos e dal pittore Kleitias, fu ritrovato dall’archeologo da cui prende il nome - Alessandro Francois - in scavi iniziati nell’ottobre 1844, in un’area posta nei pressi di due tumuli etruschi in rovina, a Fonte Rotella, circa tre Km a nord di Chiusi, e riporta una serie impressionante di racconti della mitologia greca. E’ un cratere, cioè un vaso aperto che veniva usato per vino, attinto con brocche e versato nelle kylikes. Uno straordinario ritrovamento che ha una forma particolare di cratere, denominata cratere a volute, così chiamato per la forma delle anse ed è il più antico cratere a volute attico pervenutoci (570-560 a.C.), particolarmente notevole per l’armonia delle proporzioni, la solidità della struttura e le enormi dimensioni. (red)
ROMA LA NUOVA ARTE ISRAELIANA
“Israel Now - Reinventing” è il titolo della mostra che fino all’1 settembre a Roma, al Macro Testaccio - La Pelanda, presenta una selezione di artisti israeliani, a cura di Micol De Veroli. “Il progetto è strutturato attorno ad una selezione di artisti israeliani provenienti da esperienze e generazioni diverse. La terra d'Israele rappresenta un concreto esempio di nazione proiettata verso il futuro, essa trae infatti linfa da una società multi-etnica, caratterizzata da una profonda e millenaria spiritualità che al tempo stesso è capace di aprirsi a scenari paralleli sia concreti che immaginari – scrive la curatrice .. Gli artisti israeliani sono quindi immersi in un ambiente che ha già sviluppato una solida idea di futuro. In uno scenario mondiale sempre più globalizzato, dove toppo spesso il mezzo rappresenta il messaggio, essi sono riusciti a mantenere un comportamento critico in relazione alle nuove tecnologie ed alle vecchie metodologie, salutando i notevoli progressi della scienza e della nazione in genere come un’ulteriore possibilità di sperimentazione. Su queste nuove direzioni, aperte da uno stato costantemente proiettato verso lo sviluppo sociale, gli artisti presenti alla mostra Israel Now- Reinventing the Future hanno saputo costruire sentieri alternativi, con uno sguardo rivolto alle indagini compiute dalle realtà artistiche internazionali pur mantenendo ben salde sia identità collettive che personali”. Gli artisti in mostra sono: Boaz Arad, Yael Bartana, Orit Ben-Shitrit, Ofri Cnaani, Elinor Carucci, Michal Chelbin, Keren Cytter, Shay Frisch Peri, Dani Gal, Tamar Harpaz, Lea Golda Holterman, Meital Katz Minerbo, Shai Kremer, Adi Nes, Uri Nir, Leigh Orpaz, Michal Rovner, Yehudit Sasportas, Nahum Tevet, Gal Weinstein, Shahar Yahalom e Guy Zagursky (red)
LE AVANGUARDIE RUSSE ALL’ARA PACIS
Le principali correnti dell’arte russa di inizio ‘900 - il cubofuturismo con la sua singolare sintesi delle tendenze europee dell’epoca, l’originale astrattismo, il costruttivismo con le sue composizioni architettoniche e il suprematismo con la sua purezza geometrica - trovano espressione in un’unica grande esposizione. La mostra “Avanguardie russe”, allestita fino al 2 settembre a Roma, inaugura il nuovo spazio espositivo dell'Ara Pacis e il riallestimento museale dei reperti archeologici. L’esposizione, promossa dall’assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale in collaborazione con l’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Siciliana e con State Museum and Exhibition Center Rosizo, presenta 70 opere dei più grandi maestri russi di inizio Novecento tra cui Kandinskij, Chagall, Rodchenko, Malevich, Tatlin, Lentulov e Goncharova. (red)
AI MUSEI CAPITOLINI L'ARCHIVIO SEGRETO VATICANO
Fino al 9 settembre, ai Musei Capitolini di Roma, in mostra 100 originali e preziosissimi documenti della mostra “Lux in arcana – L’Archivio Segreto Vaticano si rivela”. Un evento storico senza precedenti che, per la prima volta, porta fuori dai confini della Città del Vaticano codici e pergamene, filze, registri e manoscritti, che coprono un arco temporale dall’VIII secolo d. C. fino al XX secolo, scelti fra i tesori che l’Archivio Segreto Vaticano da secoli conserva e protegge. L’esposizione è stata ideata in occasione del quarto centenario dalla fondazione dell’Archivio Segreto Vaticano in collaborazione con Roma Capitale, assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali e Zètema Progetto Cultura. L’obiettivo è spiegare e raccontare che cos’è e come funziona l’Archivio dei Papi e, nel contempo, rendere visibile l’invisibile e far sì che anche il normale visitatore possa accedere, per una volta, alle meraviglie finora custodite nei circa 85 km lineari dell’Archivio Segreto Vaticano. Esposti documenti di straordinaria valenza storica, fra i quali il Dictatus Papae di Gregorio VII; la bolla di deposizione di Federico II; la lettera dei membri del Parlamento inglese a Clemente VII sulla causa matrimoniale di Enrico VIII; gli atti del processo a Galileo Galilei; la lettera su seta dell’imperatrice Elena di Cina; la lettera su corteccia di betulla scritta dagli indiani d’America a Leone XIII; alcuni scelti documenti del “periodo chiuso” relativi alla Seconda Guerra mondiale; la Bolla di scomunica di Martin Lutero; il Privilegium Ottonianum; la Bolla Inter cetera di Alessandro VI sulla scoperta del nuovo mondo.(red)
RAFFAELLO AL PRADO DI MADRID
Si tiene al Museo del Prado di Madrid la mostra più importante mai dedicata fino ad ora a Raffaello e alla sua bottega, intitolata “L’ultimo Raffaello”. Fino al 16 settembre la mostra, patrocinata dalla fondazione Axa, è la prima a focalizzarsi sulla tappa tarda della produzione di Raffaello, quella che lo consacrò nel pittore più influente del mondo occidentale. Organizzata in collaborazione con il Museo del Louvre, che accoglierà la mostra come seconda sede, “L’ultimo Raffaello” espone oltre 70 opere, 30 disegni e 40 quadri, che offriranno una panoramica in ordine cronologico sull’attività del maestro di Urbino durante i suoi ultimi sette anni di vita, cioè dal 1513, anno di inizio del pontificato di Leone X, al 1520, anno della sua morte. Tra le opere esposte ci saranno la pala di Santa Cecilia, proveniente dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna o il ritratto di Baldassare Castiglione, proveniente dal Louvre. Inoltre sono esposte opere di alcuni tra i suoi principali discepoli, come Giulio Romano e Giovanni Francesco Penni. (red)
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