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REFERENDUM, FLICK:
FIDUCIA DA REAZIONE FORTE

 REFERENDUM, FLICK: <BR> FIDUCIA DA REAZIONE FORTE

“Sono convinto che il referendum sia ammissibile, altrimenti non avrei accettato l’incarico che mi è stato dato”. Così, in una intervista ad Avvenire, Giovanni Maria Flick, presidente del Comitato nazionale per l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata, già ministro della Giustizia e presidente della Corte costituzionale che ha partecipato ieri mattina al deposito in Cassazione delle firme a sostegno del quesito referendario. “La mia fiducia – aggiunge - è la speranza che quel milione e 300mila firme siano l’espressione di una contrarietà che dovrebbe trovare, mi auguro, rispondenza nel voto al referendum. Anche sotto il profilo dell’incertezza pressoché totale dei costi globali di un simile intervento”.

 

Calderoli ha chiarito che sui parametri di finanziamento delle prestazioni essenziali deciderà la politica e non il Clep… “Le frasi fatte lasciano il tempo che trovano. La decisione spetta al Parlamento. Secondo l’articolo 117 della Costituzione: la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale è esercitata dallo Stato come legislazione esclusiva. Che poi la legislazione esclusiva finora non abbia trovato applicazione è un altro discorso, sul quale peraltro non posso che esprimere pesanti perplessità”.

 

Cosa ne pensa dell’ipotesi di diversificare i finanziamenti dei bisogni standard in base a caratteristiche territoriali a molti apparse opinabili, come il costo della vita nelle diverse Regioni? “Mi sembra un tentativo di presentare in modo più accettabile un discorso di ritorno alla spesa storica. Non voglio entrare nei dettagli, tengo però a dire che ritengo inammissibile qualunque parallelismo tra gabbie salariali e Lep. Sono due cose diverse. Si tratta di una semplificazione giornalistica piuttosto fuorviante. In ogni caso la responsabilità di decidere i Lep in materia di diritti civili e sociali spetta esclusivamente al legislatore. Che lo faccia utilizzando una strumentazione tecnica o nei limiti di una legge delega è un altro discorso. Anche nella riforma del 2001, pur con qualche confusione nell’elenco delle materie concorrenti, questo è chiarissimo”. Poiché la Costituzione promuove il decentramento, come risponde a chi dice che la legge sull’autonomia rispetta i principi della Carta? “La Regione può svolgere la sua attività attraverso la regolamentazione legislativa concorrente per quanto riguarda le funzioni comprese nelle materie di cui essa può trattare. L’attribuzione di funzioni è consequenziale: se la Regione ha una competenza legislativa, per attuarla potrà disciplinare le funzioni di attuazione, ma sempre nell’ambito della competenza legislative che le viene riconosciuta. Nel caso di questa legge invece si prevede il decentramento legislativo su diverse materie e l’attribuzione della competenza a legiferare alle Regioni che ne fanno richiesta, che è cosa molto diversa”. (27 feb - red)

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