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direttore Paolo Pagliaro

LE SFIDE DELLA GEOPOLICA
AL WIRED NEXT FEST

LE SFIDE DELLA GEOPOLICA  <br> AL WIRED NEXT FEST

Temi complessi quelli affrontati nell'ultimo giorno di Festival con l'obiettivo, spiegano gli organizzatori, di lasciare al pubblico stimoli e materiale per la mente. Alla chiamata rispondono Manlio Graziano, professore di geopolitica e geopolitica delle religioni alla Sorbonne di Parigi, e la deputata Lia Quartapelle, vicepresidente commissione esteri. In uno scenario internazionale caotico, caratterizzato da crescenti tensioni politiche, all'Europa servono coesione e unità, all'Italia servono persone giovani e nuovi cittadini.

La premessa del dibattito organizzato nell'ambito del Wired Next Fest appare semplice: la politica internazionale è una questione di rapporti di forze tra paesi; quando questo rapporto si modifica, come sta succedendo in questi anni, c’è il caos. Le regole che hanno governato negli ultimi decenni sono conseguenza dell'equilibrio post-bellico, stabilite dal più forte e accettate dal resto del gruppo, come un gioco a somma zero. Recentemente questo equilibrio è saltato, alcuni attori si sono indeboliti, iniziando a declinare, altri sono emersi, reclamando un peso politico proporzionale alla propria importanza. Si va quindi verso un nuovo scenario. Non a caso, osserva Quartapelle l'attacco israeliano al Libano si chiama "Nuovo Ordine". Graziano e Quartapelle hanno approcci diversi: più pessimista e pragmatico il professore, più ottimista ed idealistica l'onorevole. Tra di loro, circa 25 anni di distanza. Eppure, il politologo e la politica concordano su numerose posizioni. Per esempio, riconoscono il valore delle indicazioni contenute nel rapporto Draghi sul futuro della competitività europea ed entrambi temono che finisca un cassetto, inascoltato come una moderna Cassandra. L'Europa è circondata da crisi e conflitti sempre più vicini ai propri confini. Se Quartapelle sostiene che l'Europa debba utilizzare le regole internazionali come leve e cercare, per dirla come Kelsen, "la pace attraverso il diritto", Graziano ricorda che l'Europa non è abbastanza unita per contare in politica europea, la sua voce è debole, "l'Europa è un etichetta su una bottiglia vuota". Per preservare il mondo come lo desideriamo e lo conosciamo, ma soprattutto per garantire un sistema giusto, equo, democratico, è urgente rafforzare la capacità dell'Europa di incidere, spiega Quartapelle, investendo su beni comuni come la tecnologia, la difesa la ricerca e la sicurezza. Le decisioni andrebbero prese rapidamente, le fa eco Graziano, non come conseguenza alla mediazione tra stati. Stati che, all'interno e all'esterno, attraversano crisi epocali. E tra le conseguenze di queste crisi, emergono uomini come Trump e movimenti politici pericolosi, che si fanno strada in Francia come in Germania, dall'Ungheria alla Svezia.  Tra i temi spinosi per l'Europa, e per l'Italia in particolare, c'è quello della gestione dell'accoglienza e dei flussi migratori. Si tratta di materia di politica estera, prima che interna, laddove i paesi "destinazione finale" fingono di ignorare le situazioni dei paesi di partenza e stringono accordi con i paesi di transito. Spiega il politologo: la migrazione " è una questione cruciale, non un problema di sicurezza", ha a che fare con il futuro dell'Italia e dell'Europa, con i rapporti tra gruppi sociali e con gli equilibri generazionali (giovani vs anziani). Non occuparsene ora significa generare nuovi conflitti domani. (29 set-red)

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