Israele celebra oggi le vittime dell’eccidio compiuto da Hamas il 7 ottobre scorso con una serie di cerimonie che si svolgono in tutto il paese in occasione del primo anniversario della tragedia nella quale 1.200 persone vennero trucidate dai macellai dell’organizzazione terroristica palestinese e più di 250 furono prese in ostaggio, secondo le cifre israeliane. In tutta la nazione è stato osservato un minuto di silenzio alle 6,29, ora in cui sono iniziati i massacri commessi dal gruppo islamico armato palestinese, il 7 ottobre 2023. A Réïm, sul luogo del massacro del festival musicale Nova, dopo aver risuonato per alcuni minuti, la musica è stata bruscamente interrotta, come avvenuto il giorno dell'aggressione. Un grido di angoscia ha poi rotto il silenzio tra la folla delle famiglie in lutto. Molte persone erano in lacrime, alcune portavano sui vestiti i volti dei loro cari uccisi. Il presidente israeliano Isaac Herzog, presente sulla scena, ha incontrato le famiglie delle vittime. Il kaddish, la preghiera per i morti, è stato letto da diversi padri che hanno perso i propri figli alla festa di Nova.
La cerimonia di Reim è la prima di una serie di eventi commemorativi che si svolgeranno nel corso della giornata mentre il Paese resta in guerra nella Striscia di Gaza, e ora anche in Libano, dove l'esercito israeliano ha lanciato, una settimana fa, un'offensiva di terra contro Hezbollah. Va ricordato che nella serie di operazioni lanciate su Gaza in seguito alla strage di un anno fa, l’esercito dello Stato ebraico ha devastato buona parte della Striscia uccidendo quasi 42mila persone, in stragrande maggioranza civili innocenti. Da parte sua, lo stato maggiore di Tel Aviv afferma che in quest’anno di guerra sarebbero stati uccisi circa 17mila militanti di Hamas e di altre organizzazioni terroristiche. I dati dell'IDF (le forse di difesa israeliane) affermano che l'esercito ha ucciso otto comandanti di brigata di Hamas e quelli di grado equivalente, oltre a più di 30 comandanti di battaglione. Sarebbero stati uccisi anche più di 165 comandanti di compagnia di Hamas e operativi con un grado simile, secondo i dati forniti questa mattina.
"Abbiamo sconfitto l'ala militare di Hamas ", ha dichiarato ieri il capo dell'esercito israeliano. Questa mattina, l’esercito ha reso noto di essere impegnato a colpire “obiettivi terroristici” nella Striscia di Gaza mentre una serie di razzi sono stati lanciati dall’enclave palestinese sono stati sparati contro Israele proprio intorno alle 6.30, quando sono iniziate le commemorazioni del 7 ottobre. Del resto, Hamas ha elogiato, ieri, il “glorioso” attacco compiuto un anno fa.
Nel frattempo non si arrestano le operazioni in Libano. L'esercito israeliano ha effettuato diversi attacchi nella notte nei sobborghi meridionali: qui sono stati compiuti almeno quattro raid aerei. Presa di mira la pianura della Bekaa e il sud del Paese. Dodici persone sono state uccise ieri negli attacchi israeliani contro Kayfoun e Qmatiye, due villaggi sulle montagne che sovrastano Beirut e i suoi sobborghi, secondo il ministero della Sanità del paese dei cedri.
MELONI. “Il 7 ottobre 2023 il popolo israeliano ha vissuto una delle pagine più drammatiche della sua storia. Non dimentichiamo la disumana aggressione perpetrata un anno fa da Hamas. Abbiamo sempre negli occhi il massacro di migliaia di civili inermi, donne e bambini compresi, e il vilipendio dei loro corpi, mostrati al mondo senza alcuna pietà. Il nostro pensiero è rivolto costantemente agli ostaggi, strappati alle loro famiglie e ai loro cari, e che ancora oggi attendono di tornare a casa. Ricordare e condannare con forza ciò che è successo un anno fa non è un mero rituale, ma il presupposto di ogni azione politica che dobbiamo condurre per riportare la pace in Medio Oriente, perché la reticenza che sempre più spesso si incontra nel farlo tradisce un antisemitismo latente e dilagante che deve preoccupare tutti. E le manifestazioni pubbliche di questi ultimi giorni lo hanno, purtroppo, confermato. In questa giornata, ribadiamo il legittimo diritto di Israele a difendersi e a vivere in sicurezza nei propri confini, ma anche la necessità che questo sia esercitato nel rispetto del diritto internazionale umanitario. Non possiamo, infatti, restare insensibili davanti all’enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza, vittime due volte: prima del cinismo di Hamas, che le utilizza come scudi umani, e poi delle operazioni militari israeliane. Le conseguenze dell’attacco di Hamas hanno scatenato un’escalation su base regionale che potrebbe avere esiti imprevedibili. È dovere di tutti riportare il dialogo, lavorando per arrivare ad una de-escalation. L’Italia, anche in qualità di Presidente di turno del G7, continuerà ad impegnarsi per un cessate il fuoco immediato a Gaza, per il rilascio degli ostaggi israeliani e per la stabilizzazione del confine israelo-libanese, attraverso la piena applicazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite. Confermiamo il nostro sostegno a tutti gli sforzi di mediazione portati avanti, e il nostro impegno per lavorare ad una soluzione politica duratura, basata sulla prospettiva dei due Stati”. Così la premier Giorgia Meloni in occasione del primo anniversario degli attacchi di Hamas contro la popolazione israeliana. (7 OTT - deg)
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