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direttore Paolo Pagliaro

STELLANTIS MALE IN BORSA
DOPO L’ADDIO DELL’AD

STELLANTIS MALE IN BORSA <BR> DOPO L’ADDIO DELL’AD

L’addio a Stellantis dell’Amministratore delegato Carlos Tavares si fa sentire in Borsa, all’indomani dell’annuncio. Oggi, il titolo è crollato in Piazza Affari con un -6,88% a metà seduta, mentre il futuro del Gruppo automobilistico ora è nelle mani di un comitato esecutivo guidato dal presidente John Elkann con l’obiettivo di trovare il successore entro la metà del 2025. Se da una parte il titolo scende, dall’altra la tensione politica sale. Dall’India, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, a una domanda sulla questione, ha fatto sapere che si apre una nuova fase, con l’Italia che potrebbe tornare centrale nella strategia del Gruppo. Dura la reazione, invece, delle opposizioni, che hanno chiesto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni di convocare Elkann in Parlamento. Come si legge in una nota congiunta dei capigruppo dei partiti di opposizione in Commissione Attività Produttive della Camera, Vinicio Peluffo (Pd), Emma Pavanelli (M5s), Francesca Ghirra (Avs) e Fabrizio Benzoni (Azione), “si rende indispensabile un confronto immediato. Il settore automotive, già segnato da una crisi profonda, non può permettersi di perdere altro tempo. Le decisioni strategiche di Stellantis, come il ridimensionamento degli stabilimenti italiani, hanno ricadute pesantissime sull’occupazione e sulla competitività industriale del nostro Paese. Di fronte a questa situazione, Elkann non può sottrarsi”. Inoltre, gli stessi esponenti hanno chiesto al governo “di agire con tempestività per garantire la salvaguardia degli interessi nazionali in un settore che rappresenta una colonna portante della nostra economia”. Ma le critiche non sono mancate neanche sul versante della maggioranza. In una nota, il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri ha dichiarato: “Mi auguro che chi deve pagare ci pensi bene e che lo stesso Tavares rifletta sul rapporto tra risultati pessimi e compensi inaccettabili”.
Sullo sfondo delle polemiche politiche, è in corso a Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli, il presidio dei lavoratori di Trasnova, azienda che si occupa di logistica per Stellantis. Da stamattina, infatti, striscioni, bandiere e cori hanno accompagnato le proteste verso il dimissionario amministratore delegato, mentre vari tir hanno paralizzato l'ingresso merci. A visitare il sito è arrivato anche il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, in sostegno dei lavoratori che stanno manifestando contro la scadenza della commessa, prevista per il 31 dicembre. Le contestazioni dei lavoratori di Transnova hanno ricevuto supporto anche da parte dei sindacati. Da Lecce il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha chiesto alla premier Meloni di convocare Stellantis e i sindacati. In una nota congiunta, poi, Ciro D’Alessio, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil, Mauro Cristiani, segretario generale Fiom-Cgil di Napoli, e Mario Di Costanzo, responsabile automotive della Fiom-Cgil Napoli hanno affermato: “Stellantis continua a mettere in cassa integrazione lavoratrici e lavoratori, a ridurre le produzioni, a svuotare gli stabilimenti e a chiedere soldi pubblici, con un Governo che non sta concretizzando nulla al tavolo automotive e, anzi, taglia dell’80% il fondo automotive per la transizione”. “La multinazionale non ha rinnovato la commessa e i primi a pagarne le conseguenze saranno i 90 lavoratori impegnati nello stabilimento campano, a cui seguiranno quelli di tutti gli altri siti dove Trasnova è presente. Parliamo di circa 650 tra lavoratrici e lavoratori - continuano i rappresentanti della Fiom - Alla richiesta specifica per Trasnova di convocazione al Mimit, ancora non abbiamo ricevuto risposta”. Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ha analizzato il caso Stellantis a Sky TG24, affermando che Tavares “è stato un manager che in questi anni ha invertito completamente la rotta lungimirante di Marchionne: non ha mai creduto nelle relazioni sindacali, ha delocalizzato tanta produzione italiana in altri Paesi, ha tagliato l'occupazione, ridotto gli investimenti soprattutto sull'innovazione. Non ci mancherà”. Al riguardo, Sbarra ha specificato che ora è necessaria una svolta verso un serio e credibile piano industriale di Stellantis in Italia, comprensivo della Gigafactory di Termoli.
Sulla questione, infine, sono intervenuti anche Paolo Capone, segretario generale dell’UGL, e Antonio Spera, segretario nazionale UGL Metalmeccanici, sottolineando la posizione critica della sigla sindacale verso delocalizzazioni e taglio agli investimenti. “La crisi dell’automotive che si è manifestata pesantemente per motivi legati all’instabilità internazionale e alle politiche ultragreen dell'Europa - hanno fatto sapere i rappresentanti dell’UGL - è stata accentuata da scelte sbagliate, come lo spostamento delle produzioni al di fuori del nostro Paese, provocando un danno all’indotto e generando un impatto drammatico sotto il profilo occupazionale. Infine, l’atteggiamento di sfida verso il Governo ha contribuito a generare un esito fallimentare della gestione Tavares”. L’attenzione ora, al netto delle critiche e delle questioni aperte con l’addio dell’Ad, è sulle scelte che prenderà il Gruppo per il post-Tavares e sulla gestione del futuro dei lavoratori da parte dell’Esecutivo. (2 DIC - gci)

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