Roma, 11 dic – “Oggi abbiamo parlato della giustizia ‘non giusta’, perché ci si preoccupa delle grandi riforme e dei grandi sistemi come la separazione delle carriere, la riforma della Corte dei Conti, di cambiare il giudice quando non piace, dell’abolizione di reati, di mettere in difficoltà chi fa le indagini, però non ci si preoccupa della giustizia vera, quella di tutti i giorni che tocca la carne delle persone”. Così Debora Serracchiani, deputata e responsabile giustizia Pd, a margine di una conferenza stampa alla Camera in cui i Dem hanno espresso le proprie posizioni su processo telematico e giudici di pace. Alla conferenza stampa hanno preso parte inoltre i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato, rispettivamente Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e il capogruppo in commissione Antimafia, Walter Verini. “Da questo punto di vista – aggiunge Serracchiani - solleviamo due problemi, in particolare. Il processo telematico non funziona, non ci sono le condizioni per poterlo applicare in particolare nel processo penale. Gli applicativi non funzionano, gli operatori del diritto sono in difficoltà e mancano gli strumenti. Dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio, peraltro per la stragrande maggioranza e le fasi processuali del penale, e questo renderà inefficace una giustizia che è già in difficoltà: per cui chiediamo un’ulteriore proroga che metta in condizione il sistema della giustizia di poter far propria questa modernizzazione e digitalizzazione, che noi crediamo siano assolutamente necessarie ed essenziali, nonché pilastri del Pnrr: ma così come le si stanno portando avanti mettono semplicemente in difficoltà i cittadini, gli avvocati, i magistrati e tutti coloro che si occupano di giustizia”. “Poi c’è il tema dei giudici di pace – continua Serracchiani - la giustizia di prossimità è totalmente assente, oggi è in servizio solo il 37% dei giudici che sono necessari per affrontare tutte le competenze che pian piano stanno passando al giudice di pace, che oggi si occupa di almeno un terzo delle cause. E’ necessario quindi fare assunzioni, tra i giudici di pace, onorari e anche e soprattutto tra il personale amministrativo. Per questo motivo, visto che il sistema della giustizia tra il 2025 e il 2027 subisce un ulteriore taglio di 500 milioni, noi in manovra abbiamo chiesto che questi soldi vengano ripristinati e destinati proprio alle assunzioni per la giustizia di prossimità che è in grave difficoltà: ad oggi ci sono giudici di pace che stanno rinviando le udienze al 2028 e al 2030, e questa è una giustizia non giusta” conclude la deputata Dem. (PO / Roc)
(© 9Colonne - citare la fonte)
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