Anche l’Europa si mobilita. Per il presidente francese Emmanuel Macron (NELLA FOTO), l'aumento dei dazi doganali annunciato dal suo omologo americano rappresenta “uno shock per il commercio internazionale”, e non solo per l'Unione Europea o la Francia. Di fronte all'offensiva doganale senza precedenti del presidente americano, Emmanuel Macron non ha usato mezzi termini. Ha denunciato “misure di estrema gravità per l'economia europea”, derivanti da una "decisione brutale e infondata". All'Eliseo, introducendo un incontro con i rappresentanti delle industrie colpite dai dazi doganali americani, Macron ha sottolineato che l'elenco dei dazi è “preoccupante”, citando in particolare le “tariffe esorbitanti” applicate ad alcuni territori d'oltremare. L’inquilino dell’Eliseo ha dunque affermato che con Washington è necessario “parlare il linguaggio della fermezza”. In tale ottica, “Gli investimenti futuri, quelli annunciati nelle ultime settimane, dovrebbero essere sospesi per un po' di tempo, finché la situazione con gli Stati Uniti non sarà chiarita”, ha detto Macron, suggerendo misure contro il settore tecnologico statunitense “da cui gli Stati Uniti traggono enormi benefici dall’Europa”. “Nulla è escluso. Tutti gli elementi sono sul tavolo”, ha aggiunto.
Il Capo dello Stato ha quindi delineato il piano di battaglia che la Francia intende mettere in campo di concerto con i suoi partner europei. “La prima risposta ci sarà a metà aprile e riguarderà le tasse già decise, in particolare su acciaio e alluminio”, ha affermato. “La seconda risposta, più massiccia, quella ai dazi annunciati mercoledì, sarà data a fine mese, dopo uno studio preciso, settore per settore, e un lavoro con tutti gli Stati membri e i settori economici”, ha aggiunto il presidente francese. “Rendiamo l'America di nuovo ricca”, ovvero lo slogan che ha accompagnato gli annunci di Donald Trump mercoledì sera, è stato ben lungi dal convincere il Presidente della Repubblica. "Una cosa è certa: con le decisioni di stasera, l'economia americana e gli americani, siano essi aziende o cittadini, usciranno più deboli di ieri e più poveri”, ha argomentato Macron.
Molto dure le reazioni anche da Berlino, Madrid e Londra. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dichiarato che la mossa del Tycoon è “fondamentalmente sbagliata”, compromettendo il libero scambio a livello globale. Secondo Scholz, “tutti i paesi soffriranno di queste decisioni sconsiderate”. Il cancelliere ha inoltre definito l’offensiva tariffaria a stelle e strisce come “un attacco a un sistema commerciale che ha creato prosperità in tutto il mondo, di per sé un risultato americano”. Utilizzando un linguaggio simile, il ministro dell'economia tedesco Robert Habeck ha affermato ha definito quelli di Trump gli “aumenti tariffari più destabilizzanti degli ultimi 90 anni”, mettendo in guardia dagli effetti potenzialmente “drammatici” delle decisioni del presidente degli Stati Uniti. Habeck ha tracciato un parallelo tra l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e i dazi americani, non escludendo l'idea di una tassa europea sulla “tecnologia” americana in risposta, pur invitando alla cautela per non alimentare l'inflazione in Europa. “Tutto è sul tavolo” per rispondere a Washington, ha assicurato. Ma dobbiamo “stare attenti a non rendere più cari i prodotti di cui abbiamo bisogno e che non possiamo compensare con quelli provenienti da altri Paesi”, ha sottolineato. Per i consumatori americani, queste misure non rappresentano il “giorno della liberazione”, come ha dichiarato il presidente Trump, bensì il "giorno dell'inflazione” ha detto ancora Habeck.
Da parte sua, invece, il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha dichiarato che l'aumento dei dazi doganali statunitensi è stato un “attacco unilaterale” di Trump. A detta di Sanchez “questa misura consiste nel tornare “al protezionismo del XIX secolo, che, a mio parere, non è un modo intelligente per affrontare le sfide del XXI secolo”. In un discorso forte e provocatorio tenuto giovedì mattina a Madrid, Sánchez ha affermato che l'amministrazione statunitense non fa distinzioni tra amici e nemici ma "Va contro tutti e tutto". Sulla stessa linea il premier britannico Keir Starmer per il quale “È chiaro che i dazi di Trump avranno un impatto economico” ma “il governo risponderà con calma e sangue freddo”. Incontrando alcuni tra i maggiori imprenditori britannici a Downing Street Starmer ha affermato che “Nessuno vince in una guerra commerciale”, che “non è nel nostro interesse nazionale”. (4 APR – DEG)
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