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direttore Paolo Pagliaro

Vittoria Belvedere ne 'Il Gattopardo: il ritorno di Angelica'

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

Vittoria Belvedere ne 'Il Gattopardo: il ritorno di Angelica'

VITTORIA BELVEDERE NE “IL GATTOPARDO: IL RITORNO DI ANGELICA”

Vittoria Belvedere torna sul palco per dare voce e anima al personaggio femminile più affascinante del romanzo “Il Gattopardo”, Angelica Sedàra, “Il Gattopardo: il ritorno di Angelica”, in anteprima nazionale al Teatro dei Rinnovati di Siena l’11, il 12 e il 13 aprile.   Ad accompagnare Vittoria Belvedere sul palco, in un’interpretazione intensa e visionaria, sarà il direttore artistico dei Teatri di Siena, Vincenzo Bocciarelli, nel ruolo duplice del Principe Fabrizio di Salina e Tomasi di Lampedusa. Ad impreziosire lo spettacolo, l’emozionante suite coreografica del più prestigioso ensemble di danza storica: la Compagnia Nazionale di Danza Storica diretta dal M° Nino Graziano Luca (coreografo di alcuni film Disney, produzioni RAI e NETFLIX), che riporta in scena i Gran Balli d’epoca, eseguendo valzer, mazurke, quadriglie e controdanze composte dal grande Nino Rota per il film di Visconti ispirato al romanzo. Lo spettacolo è prodotto da AidaStudioProduzioni, nasce da un’idea di Elena Marazzita, il testo è a cura di Debora Pioli. “Il Gattopardo: il ritorno di Angelica” si presenta come un’esperienza coinvolgente di parola, danza e musica che trasporterà il pubblico nelle atmosfere evocative del capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. (PO red)

 

STABILE DI CATANIA RENDE OMAGGIO A GIUSEPPE FAVA CON LA MOSTRA “SONO UN UOMO DI TEATRO”

 Il Teatro Stabile di Catania rende omaggio a Giuseppe Fava organizzando la mostra “Sono un uomo di teatro”, che sarà inaugurata mercoledì 16 aprile alle 19.30 al Ridotto della Sala Verga e sarà visitabile fino al 29 aprile (apertura il pomeriggio dal lunedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00, escluso i festivi). Il 2025 è un anno particolarmente importante perché si celebra il centenario della nascita del drammaturgo, scrittore e giornalista catanese barbaramente ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984 davanti al teatro etneo, nella via che oggi è a lui dedicata. Questa esposizione del TSC, organizzata per celebrare questa ricorrenza e realizzata in collaborazione con la Fondazione Giuseppe Fava, è curata da Pierlorenzo Randazzo, dottorando in Musica e Spettacolo alla Sapienza Università di Roma, la cui ricerca è volta al teatro del drammaturgo siciliano, e di cui ha già pubblicato articoli e saggi in riviste e collane editoriali nazionali e internazionali, ed ha partecipato a convegni internazionali facendo conoscere la figura di Giuseppe Fava alla comunità scientifica della storiografia teatrale. È importante sottolineare il forte legame di Fava con lo Stabile, visto che è stato drammaturgo di questa Istituzione negli anni della direzione di Mario Giusti, per il quale ha scritto alcuni dei testi teatrali più significativi della drammaturgia italiana del secondo Novecento: Cronaca di un uomo (1967), La violenza (1970), Il proboviro (1972), Bello, bellissimo! (1975), Foemina ridens (1981) e Ultima violenza (1983). Dopo la sua morte, lo Stabile di Catania ha messo in scena altri suoi testi, Opera buffa nel 1991, Sinfonie d’amore nel 1995, Cronaca di un uomo nel 2001, Foemina ridens nel 2014 e Vangelo secondo Giuda nel febbraio del 2025. Come spiega il curatore, Pierlorenzo Randazzo: “Nella mostra verranno esposti documenti originali che riguardano le produzioni Faviane del Teatro Stabile, locandine, copioni, foto di scena, bozzetti, quadri e disegni, custoditi nell’Archivio di Giuseppe Fava e nell’Archivio del Teatro Stabile di Catania. Si ripercorrerà, dunque, attraverso immagini fotografiche, video interviste e pannelli didattici e divulgativi, l’intenso rapporto artistico che Fava ebbe con i registi e gli attori della Compagnia del Teatro Stabile guidata dal grande attore Turi Ferro, che è stato protagonista dei più importanti drammi Faviani”. (red)

STABILE DI CATANIA, VINCENZO PIRROTTA PORTA IN SCENA “TERRA MATTA”

Vincenzo Pirrotta porta in scena al Teatro Stabile di Catania una nuova edizione del suo adattamento teatrale di “Terra matta”, l’eccezionale autobiografia di Vincenzo Rabito, contadino siciliano analfabeta che ha lasciato un’appassionata testimonianza della storia del Novecento italiano attraverso emozionanti e suggestive pagine dattiloscritte, pubblicate nell’omonimo libro edito da Einaudi. Lo spettacolo, coprodotto dal Teatro Biondo di Palermo e dal Teatro Stabile di Catania, sarà in scena alla Sala Verga fino a domenica 13 aprile. In scena, al fianco di Pirrotta, Lucia Portale, Alessandro Romano, Marcello Montalto e i musicisti Luca Mauceri (percussioni, elettronica, chitarra classica), Mario Spolidoro (organetto, chalumeau, chitarra), Osvaldo Costabile (violino, violoncello). Le musiche originali sono di Luca Mauceri i costumi di Francesca Tunno, le luci di Antonio Sposito. Classe 1899, Vincenzo Rabito visse gran parte della sua vita in condizioni drammatiche: fin dalla prima infanzia si dedicò al faticoso lavoro nei campi per mantenere sei fratelli e la madre vedova, passando poi per le trincee durante la Prima Guerra Mondiale, sopravvivendo alle bombe della Seconda, alla fame atavica del Sud contadino, fino all’improvviso benessere della «bella ebica» del boom economico. A rendere unica questa minuziosa autobiografia, dettata dalla necessità di far fronte a un’estrema battaglia quotidiana portata avanti giorni dopo giorno dal 1967 al 1970, è la lingua: un misto di parole inesistenti, neologismi ricchi di figure retoriche utili a rendere emozioni e sentimenti di una «molto desprezzata e maletrattata vita». Pirrotta riprende in mano il dattiloscritto di Rabito, custodito dal 1999 all’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, per dare voce e nuova vita, a quella che è stata definita una straordinaria epopea dei diseredati.  «Il lavoro più difficile – spiega Vincenzo Pirrotta – è stato quello dell’adattamento per la scena: bisognava dire tutto, ma il teatro non può avere gli stessi ‘tempi’ di un romanzo e, perciò, ho provato a raccontare inventandomi delle scene che mi consentissero di condensare la storia e di sviluppare i passaggi delle varie epoche, si troveranno dunque personaggi che vanno dalla farsa al teatro dadaista, ma il grottesco è stata la mia strada maestra perché lavorando sul grottesco, a mio avviso, potevo rendere vivi i personaggi di Rabito. E ho scritto anche delle canzoni che mi sono servite per sintetizzare i fatti storici, il suo peregrinare per l’Italia dopo la Prima guerra, il periodo trascorso nelle campagne d’Africa, suonate da un’orchestrina che è sempre in scena».(red)

 A ROMA VA IN SCENA ‘SPAIATO’ CON CLAUDIO CASISA

Sarà in scena il 17 aprile, alle ore 21, al Teatro Ghione di Roma, ‘Spaiat0’, il nuovo spettacolo di teatro comico di e con Claudio Casisa, con la regia di Annandrea Vitrano. Il duo comico I Soldi Spicci torna, dunque, a teatro ma in una versione rivisitata. Sul palco, infatti, per la prima volta in scena da solo, con un irresistibile monologo, Claudio Casisa. A fargli da spalla un calzino di nome Wilson che, rimasto spaiato dopo una lavatrice, sarà l’amico inanimato da consolare ma anche quello a cui confidare dubbi, paure e riflessioni. Entrambi, infatti, sono rimasti single dopo la fine di una lunga relazione. Lo spettacolo, scritto da Claudio Casisa in collaborazione con Salvo Rinaudo e prodotto da Mario Russo per Arts Promotion, attinge a piene mani dal recente vissuto della coppia. “Con Wilson – spiega Claudio Casisa - condivido la stessa storia perché lui è rimasto single alla fine di una lavatrice e io, invece, alla fine di una storia d’amore.  Mi ritrovo a parlare con lui e a discutere delle nostre storie precedenti ma soprattutto del mondo che ci ritroviamo ad affrontare da single. Quando si esce da una storia d’amore, soprattutto durata 10 anni, non sei più abituato a essere single, non sai più come funziona il mondo”. Un modo per raccontare anche l’evoluzione dei tempi, un mondo caratterizzato da app di incontri e da relazioni aperte e fugaci. “Di fatto – prosegue Claudio - raccontiamo un’epoca, un momento confuso sentimentalmente, dove il sesso è più facilmente accessibile rispetto all’amore. Stiamo cercando di dare uno spaccato di questa realtà moderna. Naturalmente lo racconteremo in modo brillante, divertente, molto comico. Uno spettacolo in continuità con quelli che abbiamo sempre portato in scena”. Lo spettacolo segna il debutto alla regia di Annandrea Vitrano. “In effetti lo è – racconta – anche se in realtà io e Claudio abbiamo curato insieme la regia di molti degli spettacoli che abbiamo realizzato. Penso che questo sia un bellissimo fil rouge che ci accomuna perché è vero, io firmo la regia, ma è il frutto di un lavoro e di un’esperienza registica che abbiamo maturato insieme. È un’evoluzione di quello che sono I Soldi Spicci”. Lo spettacolo regalerà al pubblico risate ma anche profonde riflessioni sul significato dell’amicizia e dell’amore.

BOLOGNA, AL TEATRO DUSE LA ROCK OPERA ‘MUSE 1984 – RESISTANCE’

Una rock opera liberamente ispirata a ‘1984’ di George Orwell, costruita sui grandi successi dei Muse. È ‘Muse 1984 – Resistance’ che andrà in scena lunedì 14 aprile (ore 21) al Teatro Duse di Bologna (via Cartoleria 42). Matthew Bellamy, leader dei Muse, ha infatti sempre manifestato una grande passione per Orwell, in particolare per il suo romanzo più celebre, a cui, non a caso, è interamente ispirato l’album The Resistance. Per questo show, il regista Marco Rampoldi e la drammaturga Paola Ornati hanno immaginato una trasposizione in cui il racconto del tentativo di ribellione di Winston Smith si intreccia senza soluzione di continuità con i brani dei Muse che discendono dalla visione distopica e tragicamente profetica del romanzo. Sul palco Arcangelo Deleo dà voce al protagonista che tenta di opporsi al regime dittatoriale al cui capo è il Grande Fratello, cantando alcuni brani celebri dei Muse, come Psyco, Uprising, The Resistance, Knights of Cydonia e altri capolavori che contribuiscono a creare un racconto unitario. I musicisti della band interpretano, invece, gli agenti della Psicopolizia e i leader del Partito interno, detentori del potere assoluto, che controllano ogni aspetto della vita e del pensiero dei cittadini attraverso i teleschermi di sorveglianza che incombono su tutta la scena.  Una vera e propria opera rock, dunque, con ‘recitativi accompagnati’ ed arie, che permetterà al pubblico di comprendere quanto sia importante rileggere oggi un capolavoro come 1984 e approfondire le radici culturali della musica. Lo show vuole essere, di fatto, un grido di speranza e di incitamento ad opporsi a tutti i totalitarismi. (red)

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