di Paolo Pagliaro
La settimana che si chiude verrà ricordata sia per il grande blackout elettrico che ha messo in ginocchio Spagna, Portogallo, nord del Marocco e sud della Francia, sia per la tempesta di fake news che ne è scaturita. Come documentato da Giogio Ferrari sul sito Pressenza quasi tutto ciò che è stato diffuso all’inizio di questa settimana dai media è risultato falso o distorto, col risultato di generare una tale confusione che il reale svolgimento dei fatti – quando e se verrà accertato- avrà perso ogni rilevanza.
Non è vero che all’origine dell’incidente ci sia stata la vibrazione atmosferica indotta, un moto oscillatorio che i cavi ad alta tensione subiscono quando le condizioni atmosferiche cambiano bruscamente. Era l’ipotesi suggerita da un lancio della Reuters che diceva di averlo appreso da una fonte qualificata della più grande azienda portoghese del settore energetico. Quando l’azienda ha smentito, Reuters ha rimosso l’articolo. Nel frattempo però – come documentato da Rivista Studio - quell’articolo era diventato la fonte di migliaia di altri articoli, compreso un servizio dell’autorevole Bbc.
Nessuno ha poi potuto dimostrare che il black out sia stato organizzato dagli hacker russi o da quelli del Mossad, altra tesi circolata con voluttà. Mentre è ancora in corso di confutazione la tesi secondo cui la colpa di tutto sarebbe stata la discontinuità delle energie rinnovabili, tesi sostenuta dagli amici delle energie fossili.
Consoliamoci pensando che dopo cinque anni non è ancora ben chiara l’origine della pandemia di coronavirus.