Siamo ormai a un passo dal Conclave. Domani, 7 maggio, nel pomeriggio, sarà il momento dell’“Extra omnes”, “fuori tutti”, pronunciato dal Maestro delle cerimonie pontificie, mons. Diego Giovanni Ravelli. Una storica frase che decreterà la chiusura a chiave, 'cum clave', della Cappella Sistina. I 133 cardinali elettori, quindi, isolati dal mondo, inizieranno a votare per eleggere il Successore di Pietro chiamato a guidare la Chiesa Cattolica.
Ieri si sono tenute due congregazioni generali. Alla prima, in mattinata, hanno partecipato 179 cardinali di cui 132 elettori mentre nel pomeriggio, all’ undicesima Congregazione generale, i cardinali presenti erano 170 cardinali, di cui 132 elettori, come ha fatto sapere il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. Questa mattina alle 9 la dodicesima Congregazione dei cardinali pre Conclave. Dovrebbe essere l'ultima prima del Conclave.
Ventisei gli interventi tenuti ieri mattina su diversi temi relativi al diritto canonico, al ruolo dello Stato della Città del Vaticano, al ruolo nella difesa dei poveri, sulla natura missionaria della Chiesa. E non sono mancati “riferimenti a Papa Francesco, ai segni del suo pontificato e ai tanti processi iniziati”. L’attesa è per un pontefice vicino agli uomini, che “affronti la sfida della fede, del creato e della guerra in un mondo frammentato” come quello che stiamo vivendo. Una ventina gli interventi invece nel pomeriggio. Tra i temi affrontati quello dei migranti “come dono e come sostenerli nella fede” ma anche il tema della guerra con interventi di cardinali provenienti da zone di conflitto oltre al Sinodo e al sostegno al nuovo pontefice nelle grandi sfide in alcune aree del mondo.
Sempre ieri è stato effettuato il sorteggio degli alloggi dei cardinali durante il conclave. Saranno tutti alloggiati a Santa Marta o a Santa Marta Vecchia. Potranno prendere possesso delle loro stanze già da questa mattina e fino a mercoledì mattina, prima della messa “Pro eligendo Pontifice” prevista per le 10 in piazza San Pietro presieduta dal card. Giovanni Battista Re, decano del collegio cardinalizio.
Inoltre, in vista dell’inizio del Conclave, hanno giurato officiali e addetti. “Sia ecclesiastici che laici dovranno - si legge nella notificazione dell’Ufficio delle cerimonie liturgiche del Papa - “prestare e sottoscrivere il giuramento prescritto” e dovranno poi trovarsi nella Cappella Sistina al momento dell’ingresso dei cardinali che dovranno eleggere il nuovo Papa. Si tratta di addetti impegnati in vari settori: da infermieri e medici, a coloro che si occuperanno della mensa, agli addetti ai trasporti etc. oltre al maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie insieme ai cerimonieri, membri del corpo della Guardia Svizzera. Tutti hanno giurato di mantenere la massima riservatezza sia nei giorni del Conclave che dopo su quanto vedranno ed ascolteranno "a meno che non ne ricevano speciale facoltà”.
I porporati ieri hanno anche ricevuto una lettera aperta dai giovani dell’associazione belga Kamino. Sostenuti da suor Xiskya Valladares, che è stata madre sinodale al Sinodo sulla Sinodalità ed è impegnata nel mondo dei social – i giovani scrivono che “siamo a un crocevia. La morte di Papa Francesco non segna la fine di un'epoca, ma rappresenta un invito. Un invito a continuare a sperare. A proseguire il cammino da lui tracciato. A tornare ad essere Chiesa pellegrina".
“Vi scriviamo non da lontano, ma da una profonda comunione. Come giovani, accompagnatori, donne, laici. Come figli di una Chiesa che desidera rinnovarsi — ispirata da questo Anno Giubilare e alimentata dalla promessa di Spes non confundit: che la speranza non deluderà. Desideriamo – si legge nel testo firmato dalla religiosa e dalla direttrice dell’organizzazione giovanile Sofi Van Ussel - una Chiesa che creda che lo Spirito di Dio continui a soffiare, anche oggi, anche attraverso i giovani, anche su nuove strade. Onorare il passato. Non dimentichiamo. Onoriamo i molti papi, sacerdoti, religiose, laici, donne e martiri che ci hanno preceduti. Hanno trasmesso la fede con ardore, a volte con sofferenza, spesso con amore. Ma riconosciamo anche le ombre: il clericalismo, gli abusi di potere, il silenzio colpevole. Onorare il passato significa anche imparare dal passato. Non per restarvi imprigionati, ma per guarire. Abbracciare il presente”.
Per i giovani Papa Francesco ha “mostrato un altro modo di essere Chiesa”: ha “aperto porte, infranto tabù, parlato di abusi, di strutture di potere, della natura come sorella. Si è recato in luoghi dove altri leader mondiali non hanno avuto il coraggio di andare. Ha chiamato i giovani a 'fare chiasso', non per ribellione, ma per amore del mondo. Ha costruito una cultura del dialogo - con la società, con le altre religioni, con chi pensa e sente diversamente".
Per i giovani una “Chiesa viva sceglie il futuro”. E quel futuro “non si può scrivere senza i giovani, senza le donne, senza i laici". "Non permettete – è stato l’invito - che il conclave sia uno spazio chiuso. Fate che sia una sorgente di rinnovamento spirituale". "Non scegliete solo un papa. Scegliete un pellegrino. Un pastore. Un costruttore di pace. Fate che la vostra scelta sia un passo verso una Chiesa dove i giovani non siano solo accolti, ma coprotagonisti. Fate che la vostra scelta sia un'eco di Francesco e una risposta profetica al futuro". (6 mag – com)
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