In un mondo in cui tutte le lezioni che avremmo potuto apprendere dalla pandemia sembrano dimenticate e il negazionismo anche sui temi ambientali è sempre più dilagante, il deterioramento e il consumo delle risorse naturali procede a un ritmo insostenibile per il nostro Pianeta. E l’Italia non fa eccezione: oggi è l’Overshoot Day italiano, come segnalato dal Global Footprint Network. La data odierna sta a simboleggiare che se tutta l’umanità consumasse come gli italiani, già oggi avremmo “esaurito” tutte le risorse naturali del Pianeta e inizieremmo a consumare quelle “previste” per il 2026. Il WWF, nell’ambito della sua campagna Our Future, lancia a tutti un allarme: "Spetta solo a noi il compito di invertire la rotta (prima di tutto culturale) e abbandonare stili di consumo che ignorano il senso del limite". Il Country Overshoot Day, che per l’Italia cade oggi, serve a identificare, in proiezione planetaria, il giorno in cui se tutta la popolazione mondiale vivesse come gli abitanti di uno Stato, in questo caso noi italiani (con i nostri stessi livelli di consumo di energia, acqua, cibo, risorse), avrebbe già esaurito tutte le risorse naturali rinnovabili a disposizione per l’intero anno a livello globale. Dopo questa data, si entra in una fase di “debito ecologico”, consumando più di quanto il Pianeta sia in grado di rigenerare e intaccando le risorse future e di conseguenza degradando e danneggiando gli ecosistemi. I Paesi del mondo non hanno tutti la stessa disponibilità di risorse: Bangladesh, Israele o Ruanda hanno circa un quarto di ettaro globale per abitante. Francia, Austria, Irlanda e Cile si aggirano intorno ai 3 ettari globali per abitante. Svizzera e Italia hanno circa un ettaro globale per persona. Gli ettari globali sono ettari con una produttività media mondiale, tenendo conto delle diverse capacità produttive dei vari tipi di terreno nelle diverse parti del Pianeta: sono il modo per misurare quante risorse naturali usiamo e quante ne può fornire la Terra così possiamo calcolare in modo uniforme quanta natura consumiamo (impronta ecologica) e quanta ne abbiamo a disposizione (biocapacità). La proiezione per l’Italia riflette un trend negativo che va avanti da molti anni e che riguarda tutte le nazioni sviluppate. L'umanità da anni vive quindi "in debito" e ci vorrebbero 1,7 Pianeti per soddisfare i bisogni della popolazione mondiale. Rispetto a questa media globale, gli abitanti di un paese come l’Italia, così come anche della Germania e della Francia, hanno un'impronta ecologica quattro volte la biocapacità disponibile e ci vorrebbero le risorse di circa 3 Pianeti se tutti vivessero come noi italiani o anche come gli abitanti degli altri Paesi citati. "Se tutti consumassimo come gli abitanti degli Stati Uniti servirebbero 5 Pianeti, tant’è che gli USA hanno avuto il loro Overshoot Day il 15 marzo di quest'anno. Il risultato è che stiamo collettivamente sottoponendo la Terra a una pressione sempre maggiore" sottolinea l'associazione ecologista. “Oltre 1 milione di specie è minacciato di estinzione, il 75% delle terre emerse e il 66% degli ambienti marini sono stati significativamente alterati dall’uomo, e il cambiamento climatico peggiora di anno in anno. La scienza è inequivocabile: la crisi ambientale deve essere affrontata entro questo decennio se vogliamo costruire un futuro sostenibile” afferma Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del WWF Italia. “Esaurire le risorse ecosistemiche di un anno è come spendere più di quanto si guadagna. L'impronta ecologica è il denaro che spendi: ogni attività – mangiare, usare energia, costruire, viaggiare – consuma risorse naturali, proprio come se prelevassi dal tuo conto in banca. La biocapacità è il tuo stipendio annuale: rappresenta le risorse che la Terra è in grado di rigenerare in un anno. Se spendi meno di quanto guadagni, sei in equilibrio. Ma se le spese superano le entrate, entri in deficit. Lo stesso vale per il Pianeta: se consumiamo più risorse di quelle che la Terra può rigenerare, attingiamo alle riserve future, proprio come chi si indebita per coprire le spese eccessive. Spetta dunque a noi stessi il compito di invertire la rotta e abbandonare stili di consumo che ignorano il senso del limite". (6 mag - red)
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