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LIBRI: ‘GUARDA COME UNA DONNA’, LA STORIA DAL PUNTO DI VISTA FEMMINILE

Roma, 8 mag - Il saggio “Guarda come una donna” di Emerita Cretella e Michela Nacca, di Armando editore un'opera composta da 17 storie dedicate a donne provenienti da ambiti diversi, è arrivato ieri anche alla Camera,  su iniziativa della parlamentare del Pd Maria Cecilia Guerra, perché “il Parlamento è il luogo in cui si possono cambiare, cominciare a cambiare le cose, ascoltando prima di tutto anche la società civile, i movimenti, le donne che in tante realtà esprimono e spingono verso la possibilità di riconquistare appunto lo sguardo: cioè di guardare le cose che succedono dalla prospettiva delle donne e non solo, come sempre, dalla prospettiva degli uomini”.  Il libro esplora le vite e le esperienze di queste donne, offrendo una prospettiva sulla loro forza, resilienza e i loro contributi, e il l titolo stesso suggerisce un approccio alla realtà che valorizza il punto di vista femminile, invitando il lettore a riflettere sulla storia attraverso le storie di donne. Emerita Cretella, antropologa esperta sulle tematiche di genere e gli stereotipi culturali femminili, da decenni attivista nel mondo della politica femminista, spiega che “questo libro nasce anche per smascherare degli stereotipi che hanno radici profonde nella storia e nella nostra. C'è stato un lavoro di scavare certe concezioni culturali, ma anche religiose, perché la religione ha intuito moltissimo a creare un certo tipo di cultura, quindi questo vedere le donne alle volte come una forza ostile, come qualcosa di imperfetto, da modificare, da condannare anche (le streghe ne hanno bruciate tantissime) ci rende l’idea di quanto lavoro dobbiamo fare in tutti i luoghi possibili e specialmente nelle istituzioni”. Secondo Michela Nacca, dottore in Diritto canonico e in Diritto civile e avvocata, quello verso la totale parità di genere “è un percorso di 300 anni, e in realtà negli ultimi anni, anche a causa di movimenti sovranisti e conservatori, il rischio è che si possa arrivare a 600 anni, o addirittura a una regressione rispetto all'attualità, piuttosto che a un avanzamento. Questo saggio vuole ricordarci a che punto siamo arrivati nella conquista dei diritti delle donne, per quali motivi, grazie a chi abbiamo ottenuto questi diritti, ma ci vuole anche ricordare il contesto politico particolare che stiamo vivendo a livello internazionale, evidenziando il rischio di poter tornare indietro”. 

(PO / Sis)

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