Il nuovo papa è stato scelto. Si tratta di Robert Francis Prevost, che ha optato per il nome Leone XIV. Il successore di Bergoglio ha 69 anni ed è il primo pontefice nordamericano della storia. Ma come parlava di lui, nei giorni precedenti il conclave, la stampa? La BBC scriveva che è “certamente considerato in possesso di molte delle qualità necessarie per il ruolo”, e ancora che “a 69 anni potrebbe essere considerato troppo giovane per il papato”. CBS News riteneva che in quanto americano sarebbe stata una sorpresa storica, citando anche le parole di padre Mark R. Francis, il quale nell’intervista spiegava che: "La mia esperienza con il Cardinale Prevost è stata che non è un pallone gonfiato. È molto calmo, ma estremamente intelligente ed estremamente compassionevole". Per CBS News, Prevost è “un progressista su varie tematiche, anche se in tanti casi è configurabile come centrista”. ABC News aveva segnalato che un papa americano, anche se il nome di Prevost stava emergendo, in questo momento era "molto improbabile", sottolineando una tradizionale “diffidenza nei confronti di un papa proveniente dalla sfera anglosassone".
CNN World aveva ripercorso i suoi ruoli in Vaticano e come agostiniano. “Sebbene si dica spesso che i cardinali elettori evitino sempre di scegliere un papa statunitense a causa dell'influenza politica globale degli Stati Uniti la lunga esperienza di Prevost in Perù potrebbe contribuire a mitigare tale timore”. Poi c’era l’Indipendent, che a dispetto delle previsioni che puntavano a un nome europeo proponeva la possibilità di un americano: “Gli addetti ai lavori del Vaticano lo descrivono come il candidato ‘outsider’ che è salito alla ribalta silenziosamente nei giorni immediatamente precedenti il conclave”, proseguendo con la considerazione che Prevost era considerabile “un candidato di compromesso per i riformatori ispirati da Francesco e per coloro che vogliono ripristinare un certo ordine tradizionale”. Da parte sua, The Guardian scriveva che “nonostante la lunga opposizione del Vaticano all'idea di un papa statunitense a causa dello status di superpotenza del Paese e della sua influenza laica a livello globale, il moderato Prevost, nato a Chicago, è ancora un personaggio da tenere d'occhio”. Per il quotidiano britannico i suoi ruoli di alto livello e la significativa esperienza missionaria in Perù erano da considerare elementi di riscatto agli occhi di coloro che normalmente non accetterebbero l'idea di un papa americano.
Sul versante italiano, il Corriere della Sera lo descriveva come una figura di spicco nel panorama dell’episcopato americano, con un forte legame con il Perù e l’America Latina. Inoltre, ne parlava come “centrista e pragmatico, capace di mediare fra le diverse anime dell’America cattolica”, aggiungendo che “ha una profonda sensibilità verso le tematiche sociali e culturali e potrebbe dare continuità ad un pontificato orientato verso il dialogo”. Il Sole 24 Ore aveva invece analizzato il suo stemma (insieme a tutti quelli degli altri cardinali), sottolineando che nel suo caso il messaggio di base è quello di una Chiesa missionaria e mariana, due aspetti che sono emersi anche nelle sue prime parole da papa. Repubblica infine aveva anticipato stamattina la risalita tra i nomi di punta per il papato, titolando che proprio le quotazioni di Prevost erano cresciute. Adesso, non resta che leggere cosa si scriverà nei prossimi giorni, invece, delle prime mosse che farà il nuovo pontefice. (8 MAG – gci)